Jimmy Bennett e Asia Argento sono finiti sullo stesso ring, a una settimana di distanza l’uno dall’altra. Il “quadrato” è quello di Non è lArena (su La7), l’arbitro Massimo Giletti. La domanda è: chi ha vinto questa specie di incontro di boxe in differita? Una sfida, è bene ricordarlo, che trascende i due protagonisti, e riflette lo scontro tra un movimento che ha sconvolto il mondo (il #metoo) e chi ne denuncia eccessi e storture. Un modo per stabilire il vincitore è mettere a confronto i virgolettati, tenendo presente non solo la “lettera”, ma anche il tono, il linguaggio del corpo, l’atteggiamento che li hanno accompagnati. Insomma, la forma oltre che la sostanza.
Bennett è parso ai più un automa, un burattino “teleguidato”, specie nei momenti di difficoltà, dall’avvocato Gordon Sattro (ed è un’impressione che ci ha confermato lo stesso Giletti: «Sembrava seguisse o ripassasse un copione»). Asia è apparsa ferita, rabbiosa, “viva” e quindi sincera, e non vale il discorso di chi dice sia ricorsa alle sue doti di attrice: anche Jimmy, a rigore, recita(va) per campare. La scena dello stupro, Bennett l’ha girata così, con una lunga introduzione: «Lei continuava a inviarmi foto e messaggi, allora l’ho raggiunta in hotel… Ero con un accompagnatore che è salito fino alla stanza d’albergo. Asia era entusiasta e mi guardava negli occhi, poi ha dato uno sguardo alla persona che era con me, l’ha fatta sentire indesiderata. Quindi, il mio accompagnatore è andato via. Lei mi ha offerto dello champagne e ha iniziato a fumare una sigaretta, mentre mi raccontava del film che intendeva girare con me ».
La Argento ha ribattuto: «Jimmy era solo. Mi chiese di studiare un copione come ai vecchi tempi… Ma lui arriva e non l’aveva neanche portato. Non sapevo che fosse minorenne, pensavo fosse diciottenne perché me lo aveva anche detto».
LA SCENA MADRE
La scena madre Bennett l’ha descritta come un crescendo: «Poi Asia mi ha preso il viso, mi ha guardato e mi ha detto: “Mi sei mancato tantissimo” e ha iniziato a baciarmi, come se stesse cercando di esplorare la situazione. Dopo, ha appoggiato le mani sul mio corpo, mi ha spinto sul letto e mi ha slacciato la cintura e i pantaloni». Asia, di questo passaggio, ammette solo l’unico dettaglio non scabroso: «L’ultima volta era così piccolo ed è entrato un uomo, ecco perché gli ho preso il viso, perché aveva la barba, non lo riconoscevo. Aveva lo sguardo vitreo, come tanti ragazzi che dopo i 13 anni non lavorano più… mi ha messo tristezza».
GLI ORMONI DA RAGAZZO
E, riportato dalla Argento, il rapporto sessuale assomiglia a un raptus a ruoli invertiti: «Gli ho proposto un piccolo ruolo in un film indipendente, ed è lì che si illuminò e ci abbracciammo. Lui, con ormoni da ragazzo, è impazzito: mi è saltato addosso, mi ha messo di traverso sul letto, ha fatto quello che doveva fare senza preservativo. Io ero ferma e immobile, lui mi è saltato letteralmente addosso. Sarà durata due minuti al massimo… come un coniglio». Il “verismo” della descrizione ha convinto i social, che, in assenza di un processo reale, sono l’unico tribunale su cui possiamo contare. E i social hanno assolto Asia: si moltiplicano le petizioni perché Sky la rimetta al suo posto, quello di giudice a X Factor. È quello che vuole la Argento: riabilitazione, nella vita e a Sky: «La cosa che più mi ha ferito è stata essere chiamata pedofila: ho dei figli e quello è uno stigma che non auguro a nessuno. Chiedo solo che mi sia restituita la mia dignità. Rivoglio indietro il mio lavoro, la mia normalità! Rivoglio indietro la mia vita».
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