Nel 2010, dopo una delusione d’amore. Avevo 16 anni e da sei anni ero fidanzata con un calciatore che giocava nell’Inter. Era una persona davvero importante per me. Per questo quando mi ha lasciato, ho iniziato ad avere tante insicurezze. Dopo di me lui si è messo con una donna che aveva un seno molto abbondante e allora io ho deciso di rifarmi il seno, pensando di riconquistarlo così. Avevo 22 anni. A pensarci ora, ero perfetta. Avevo un bel fisico, un seno piccolo ma tonico… Ma ho voluto fare quell’operazione andando anche contro al parere della mia famiglia che non era d’accordo.“
Una normale operazione chirurgica a livello estetico che aveva la finalità di rendere migliore il suo aspetto fisico ma purtroppo per lei proprio dopo l’intervento inizia un calvario senza fine tra ospedali e visite mediche durato otto anni e i cui effetti sta ancora scontando.
È la bruttissima storia di una giovane ragazza padovana, Annapaola Xodo, passata attraverso un intervento per rifarsi il seno a soli 20 anni che però l’ha condotta ad un grave malattia che solo di recente è riuscita sconfiggere. Un incubo durato anni che l’ha portata a subire, dal 2011 a giugno 2018, quasi 70 ingressi in pronto soccorso e due ricoveri. “Un calvario che non auguro a nessuno. I medici qui in Italia non capivano cosa avessi. Perché avevo esami perfetti, ero solo anemica, un fattore comune nelle donne che hanno questa malattia oscura” ha raccontato la giovane sui social dove ha deciso di condividere la sua esperienza per mettere in guardia le altre ragazze.
La malattia oscura a cui si riferisce Annapaola si chiama “breast implant illness”, la “malattia delle protesi mammarie”. “Voglio dire alle ragazze che devono amarsi per quello che sono e non farsi vincere dall’insicurezza” ha spiegato la trentenne padovana. “Avevo il mondo in mano, facevo la modella, stavo per laurearmi a Milano e avevo un fidanzato da diverso tempo” ha raccontato. Poi le delusioni amorose, l’insicurezza e la decisione di rifarsi il seno in una clinica privata. Dopo appena 20 giorni dall’intervento, però, comincia il calvario. Gambe gonfie e bollenti, poi gonfiore alla bocca, alla mandibola, alla lingua, le intolleranze alimentari, un dimagrimento drastico, una pericardite acuta e diversi shock anafilattici.
Erano le protesi che “essendo fatte di silicone e metalli pesanti avevano intossicato il mio corpo” ha sottolineato Annapaola. Quindi l’operazione di rimozione che però non sembra essere riuscita in pieno. “Questo ha contribuito a intossicarmi ulteriormente e a peggiorare i miei sintomi, ma nessuno qui in Italia voleva operarmi per togliermi le capsule, anzi venivo presa per pazza” ha spiegato la giovane. La svolta dopo aver contattato Crystal Harris Hefner, moglie del fondatore di Playboy, colpita anche lei della breast implant illness. “Mi ha risposto subito e mi detto che l’unica mia speranza era farmi operare dalla dottoressa Feng, in Ohio, unica in grado di asportarmi anche le capsule. Mi sono operata a giugno di quest’anno e qui è iniziata la mia rinascita. Sto bene, ho ricominciato a uscire, a mangiare, a fare yoga. Certo ho dei momenti in cui mi sento più stanca e prendo tre bloccanti dell’istamina al giorno ma ho ripreso finalmente a vivere” ha concluso Annapaola, avvertendo ancora una volta: “Bisogna amarsi per come si è. Siamo una macchina perfetta, non va toccata”.
Sulla pagina ufficiale dedicata proprio a questo tipo di tumore chiamato Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule si può trovare il seguente comunicato:
‘’In Italia un significativo incremento dei casi diagnosticati è stato registrato dopo l’emanazione della Circolare n. 0011758 dell’11/03/2015 che aveva come obiettivo quello di sensibilizzare tutti gli operatori sanitari del settore a porre una corretta diagnosi di ALCL in presenza di sintomatologia sospetta. Nella stessa circolare sono contenute tutte le indicazioni per consentire agli operatori sanitari la segnalazione al Ministero della Salute dei nuovi casi di BIA-ALCL diagnosticati. Si rammenta l’obbligatorietà della segnalazione ai sensi degli articoli 9 e 23 del Decreto Legislativo 46/97. Ad oggi, il data base Ministeriale registra 30 casi. Il Ministero della Salute sta monitorando i casi clinici italiani grazie alla collaborazione instaurata con i vari operatori sanitari che sul territorio hanno diagnosticato e stanno seguendo le pazienti nel loro follow-up clinico. Da uno studio retrospettivo effettuato sui casi italiani è stato possibile stimare una incidenza del BIA-ALCL in Italia di 2.8 casi su 100.000 pazienti a rischio nel 2015. L’insorgenza dei sintomi varia da 1 a 22 anni dalla data dell’impianto, con un tempo medio di 6,8 anni. Il tempo medio alla diagnosi è stato valutato di 7.8 anni dalla comparsa dei primi sintomi (consulta Campanale, Boldrini, Marletta. 22 casi di ALCL associato ad impianto mammario: consapevolezza e risultati del monitoraggio da parte del Ministero della Salute italiano). Sono circa 49.000 le protesi mammarie impiantate ogni anno in Italia e benché il numero di casi risulti essere molto basso in rapporto al numero di dispositivi utilizzati, riteniamo di dover continuare a seguire il problema. Un’azione coordinata europea ed internazionale diventa quanto mai più importante poiché solo il follow-up a lungo termine di un elevato numero di soggetti affetti potrà consentire di formulare ipotesi eziopatogenetiche e protocolli di trattamento univoci, in seguito ai quali ci si potrà esprimere correttamente anche sulla prognosi della patologia.’’
Nel 2011 è stata tratteggiata una nuova sindrome denominata “ASIA- Sindrome infammatoria autoimmune indotta da adiuvanti”’ per raggruppare per la prima volta uno spettro di malattie immuno-mediate attivate da uno stimolo da adiuvanti come l’esposizione cronica al silicone ,al tetramethylpentadecane , al pristano ,all’alluminio e altri adiuvanti, nonché componenti infettive , che possono anche avere un efetto adiuvante . Tutti questi fattori ambientali inducono autoimmunità loro stessi sia in modelli animali sia negli esseri umani: per esempio, il silicone è stato associato con siliconosi , l’idrossido di alluminio con fenomeni post-vaccinazione e sindrome miofascite macrofagica .
Diversi sono i meccanismi ipotizzati nell’insorgenza di autoimmunità indotta da adiuvante; un background genetico favorevole svolge un ruolo chiave nella comparsa di tali malattie correlate al vaccino e giustifca anche la rarità di questi fenomeni. Questo articolo si concentrerà sulle sfaccettature mutevoli dell’ASIA , concentrandosi sui ruoli e sui meccanismi di azione dei diversi adiuvanti che portano ad una risposta infammatoria autoimmune. I dati qui riportati illustrano il ruolo critico dei fattori ambientali nella induzione di autoimmunità . Infatti, è l’interazione tra predisposizione genetica e ambiente ad avere un ruolo fondamentale nella interruzione della tolleranza.
Shoenfeld e Agmon-Levin hanno recentemente coniato il termine “ASIA Sindrome infammatoria autoimmune indotta da adiuvanti ” per descrivere un “ombrello” di condizioni cliniche, quali siliconosi, Sindrome della Guerra del Golfo, Sindrome della miofascite macrofagica (MMF), sindrome dell’edifcio malato e fenomeni post-vaccinazione che condividono analoghi segni o sintomi. La maggior parte dei sintomi frequentemente riportati includono mialgia, miosite, artralgia, manifestazioni neurologiche, febbre, secchezza della bocca e alterazioni cognitive. Inoltre, molto comune è la presenza di sindrome da stanchezza cronica (CFS), spesso associata a disturbi del sonno o sonno non-ristoratore. Questi sintomi comuni suggeriscono la presenza di un denominatore comune che è stato successivamente identifcato nell’adiuvante. Si defnisce adiuvante “qualsiasi sostanza che viene usata per accelerare, prolungare o aumentare la risposta immunitaria specifca per un antigene”. È un agente che può stimolare e aumentare la risposta del sistema immunitario ad un vaccino senza avere uno specifco efetto antigenico.
Le suddette sindromi, sono condizioni immunitarie mediate che appaiono in seguito ad una stimolazione cronica del sistema immunitario da parte di agenti con caratteristiche di adiuvante. La prevalenza di condizioni immuno mediate è in aumento in diverse aree geografche e questi cambiamenti geoepidemiologici possono essere spiegati da un insieme di fattori genetici e ambientali. Se le specifche componenti genetiche possono predisporre alla comparsa di una sindrome infammatoria autoimmune, la presenza di un fattore ambientale esterno o endogeno, recentemente chiamato “esposoma”, è essenziale per l’attivazione della risposta immunitaria stessa. La presenza di un background genetico favorevole come prerequisito per lo sviluppo di tali condizioni, spiega perché siano così rare. E chiarisce anche perché i medici dovrebbero essere consapevoli delle possibili complicazioni che possono verifcarsi dopo la vaccinazione, in queste specifci individui. Silicone, allume, pristano e componenti infettive sono alcuni dei fattori ambientali che compongono un efetto adiuvante immunitario. Anche altre sostanze petrolifere, a volte illegalmente iniettate per uso cosmetico, possono avere un efetto adiuvante immunitario e sono segnalate come possibili induttori di ASIA. Questi adiuvanti sembrano essere in grado di indurre autoimmunità sia in modelli animali sia negli esseri umani. I meccanismi che sono stati proposti come determinanti nell’ASIA, sono diversi.
Presunto meccanismo di autoimmunità indotta da adiuvante. Diversi stanno imitando l’efetto di virus e batteri nel determinismo della risposta immunitaria. Presunti meccanismi di autoimmunità indotta da adiuvanti -Alterazione del sistema immunitario dell’ospite -Attivazione policlonale delle cellule B -Efetti sull’immunità cellulare -Efetti sulle cellule regolatrici della risposta immunitaria -Efetti su anticorpi indotta da virus -Mimetismo molecolare – Bystander activatio -Difusione dell’epitopo -Rete anti-idiotipo -Cambiamento degli antigeni dell’ospite -Espressione della famiglia di antigeni HLA (antigeni leucocitari umani) -Modifcazione degli antigeni di superfcie -Induzione di nuovi antigeni -Interazione con i recettori Toll-like (TLR) -Traslocazione di antigeni -Rilascio di citochine infammatorie.
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