Da quel che affermano molti addetti ai lavori di questo Governo, abbiamo avuto la sensazione che la proroga di Opzione donna fosse cosa fatta, invece, purtroppo bisognerà ancora aspettare, in un clima di incertezza e confusione.
Per adesso lo sappiamo non ci sono conferme ufficiali, ma alcune misure incorporate dentro la riforma le conosciamo già. Scopriamo dunque tutti i dettagli su pensione anticipata e Opzione donna, in particolar modo rendendo noti i requisiti necessari per il 2019.
Pensione anticipata e Opzione Donna: I dettagli per lasciare in anticipo il lavoro
Quest’anno tutti i lavoratori che vogliono lasciare il lavoro prima del previsto, hanno diversi metodi per c’entrare l’obiettivo. In queste settimane si è parlato anche troppo sulla pensioni quota 100, un decreto voluto con forza del messo a punto dal governo Movimento 5 Stelle e Lega. Tutti coloro che vogliono approfittare di questa misura dovranno lasciare il lavoro a 62 anni di età e con un minimo di 38 anni di contributi versati. Sappiamo che questa non è l’unica via d’uscita, Ovviamente ci saranno altre misure rivolte a categorie di lavoro specifiche e in base agli anni di contributi versati all’INPS.
Opzione Donna , viene chiamata anche regime sperimentale donna – è un sistema che prevede l’opportunità per le lavoratrici del settore pubblico e privato di andare in pensione in anticipo. Questo è però concesso a patto di accettare un assegno calcolato interamente con il sistema contributivo.
Opzione Donna è stato introdotto con la legge Maroni (n.243/04) per poi essere ripreso ed inserito sia nella legge Fornero che nella manovra di Bilancio 2017. Per quanto riguarda una sua proroga anche nel 2019, essa è stata inserita nel testo della manovra ma si attendono ancora conferme ufficiali.
Non si sa ancora che cosa effettivamente il governo deciderà in tema di pensioni. Al momento è soltanto certa l’introduzione di quota 100, anche se non è stata ancora ufficializzata la misura e non si conoscono bene i termini. Ad ogni modo, si parla anche della proroga di opzione donna e della volontà così di voler bloccare l’avanzamento di 5 mesi dell’ aspettativa di vita. Per giuste motivazioni, ovvero mancanza di coperture economiche, è stata rimandata la cosiddetta Quota 41, la quale potrebbe arrivare soltanto nel 2021, al posto di Quota 100. Cerchiamo di procedere con ordine e di capire bene quale potrebbe essere la situazione per il prossimo anno. Per avere l’ufficialità di quelle che sono le misure, bisognerà attendere l’apposito decreto e soltanto qualche settimana fa è stata approvata la nota di aggiornamento al DEF.
Questo è un documento piuttosto importante, nel quale sono state stilate quelle che sono le priorità dell’agenda di Governo e che daranno atto effettivamente al programma del Governo del cambiamento, tanto voluto dal Movimento Cinque stelle e Lega Nord. In questo documento è stato previsto anche lo stanziamento dei 6,7 miliardi di euro per poter superare la tanto odiata legge Fornero. La manovra avrà un impatto complessivo di ben 40 miliardi di euro e sono stati confermati anche 7 miliardi di euro da impiegare nelle misure previdenziali. Ma quali sono le misure previste per il 2019? Tra queste non possiamo non parlare di Opzione Donna.
Questa misura è rivolta essenzialmente alle donne che abbiano maturato dei requisiti ben specifici, ovvero un requisito contributivo di 35 anni ed un requisito anagrafico di 58 anni o 59 anni a seconda che si tratti di una lavoratrice autonoma o dipendente. Una volta maturati questi requisiti, l’attesa per la liquidazione dell’assegno pensionistico è rispettivamente di 12 e 18 mesi. Il metodo di calcolo utilizzato per questa misura è quello contributivo, che viene definito svantaggioso proprio perché si basa su contributi accreditati piuttosto che sulla media degli stipendi o redditi, ovvero il cosiddetto metodo retributivo. Nonostante, ad ogni modo, il calcolo della pensione sia sottoposto a variabili diverse, nel caso di Opzione Donna si parla di un taglio sull’assegno del 25-30%.
Le lavoratrici che abbiano, dunque, maturato i requisiti richiesti potranno andare in pensione con Opzione Donna anche sin da subito. Da una stima, i costi per potere proroga opzione donna fino al 31 dicembre 2019, considerando una platea di beneficiari pari al 100% degli aventi diritti saranno i seguenti opere 300 milioni nel 2019 e 770 milioni Nel 2020. La proroga di opzione donna potrebbe garantire, comunque nel medio termine circa 23 miliardi di euro di risparmi da poter utilizzare la proficuo sopporto del sistema previdenziale delle future generazioni.
Dubbi ed incertezze sulla proroga di Opzione donna
Secondo quanto affermato da Adnkronos “l’Opzione Donna dovrebbe essere confermata solamente per un anno, con l’impegno – non vincolante – del Governo di prorogarla ancora per gli anni avvenire con la prossima Legge di Bilancio. Al momento, quindi, potrebbero accedere a Opzione Donna solamente quelle lavoratrici che ne maturano i requisiti entro il 31 dicembre del 2019″.
In molti hanno notato delle incongruenze leggendo che Opzione donna dovrebbe essere prorogata solo per un anno. “Oggi sappiamo che con il 31.12.2015 la sperimentazione si è conclusa dunque, se la si estende per un ulteriore anno, la matematica ci dice che i requisiti per accedere (che ancora non si conoscono…) dovranno essere maturati entro il 31.12.2016 e quindi la proroga garantirebbe l’accesso alla platea delle lavoratrici nate entro gli anni 1958 (autonome) 1959 (privato/pubblico impiego)”, ha osservato Orietta Armiliato, amministratrice del Comitato Opzione Donna Social, la quale ha invitato a prendere le notizie “sempre e solo come indicative, in attesa di un qualche ufficialità da parte degli esponenti delle istituzioni deputate”.
Pensione Anticipata, quali requisiti dobbiamo avere
A prescindere dall’età anagrafica, tutti i lavoratori potranno prendere la pensione anticipata e questi assegni saranno soggetti all’adeguamento alle speranze di vita, con degli aumenti che sono previsti nella misura di tre mesi ogni due anni. Ad ogni modo per poter usufruire di Quota 41, bisognerà essere in possesso di determinati requisiti, ovvero:
– essere iscritti alla previdenza da prima del 1996
– vantare almeno 12 anni di contributi versati prima dei 19 anni di età
– essere disoccupati e non percepire da almeno tre mesi l’indennità di disoccupazione
– prestare cure e assistenza da almeno 6 mesi ad un familiare entro il II grado convivente con handicap grave
– essere invalidi civili oltre il 74%
– aver svolto delle attività gravose ed usuranti.
Per poter effettuare il calcolo per Quota 41 non va presa in considerazione l’età anagrafica. Si può presentare la domanda nel momento in cui la somma degli anni di contribuzione equivale a 41 e mezzo.
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