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Real Madrid Inter, la partita si giocherà oggi martedì 7 dicembre 2021, allo stadio Santiago Bernabeu. L’Inter, quindi, farà visita al Real Madrid nell’ultimo turno della fase a gironi della Champions League. Sembra che già entrambe le squadre abbiano ottenuto il pass per passare agli ottavi di finale ma si giocano comunque il primo posto in classifica. Dove e come vedere la partita? Quali sono le probabili formazioni?



Real Madrid Inter, martedì 7 dicembre 2021

Alle ore 21 di oggi, martedì 7 dicembre l’Inter ed il Real Madrid si scontreranno allo stadio Bernabeu. La squadra nerazzurra faranno visita agli spagnoli. Entrambe le formazioni, come abbiamo già avuto modo di anticipare, sembra che abbiano già confermato l’accesso agli ottavi di finale, ma si giocheranno il primo posto in classifica. La squadra di Simone Inzaghi si trova la secondo posto, a distanza di due punti dalla prima e per questo, dovrà vincere la partita di questa sera, per qualificarsi come testa di serie del gruppo D. Nel match d’andata è stata la squadra di Ancelotti ad avere la meglio grazie al gol nel finale di Rodrygo, ma questa sera sarà comunque un’altra partita.

Le probabili formazioni di Real Madrid-Inter

In difesa, per quanto riguarda la squadra nerazzurra sarà assente De Vrij. Presente Skriniar il centrale con D’Ambrosio a destra, e confermati i 4 intoccabili Barella, Brozovic, Calhanoglu e Perisic. Confermato il 4-3-3 per Ancelotti, con Rodrygo e Vinicius sugli esterni del tridente e Jovic al centro dell’attacco, visto che purtroppo sarà assente Benzema.

REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Carvajal, Nacho, Alaba, Marcelo; Valverde, Casemiro, Kroos; Asensio, Jovic, Vinicius. Allenatore: Ancelotti.

A disposizione: Lunin, Fuidias, Vallejo, Militao, Mendy, Lucas Vazquez, Modric, Isco, Camavinga, Hazard, Rodrygo, Mariano.

INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, Bastoni, Dimarco; D’Ambrosio, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Sanchez, Martinez. Allenatore: Inzaghi.

A disposizione: Radu, Cordaz, Dumfries, De Vrij, Kolarov, Vidal, Gagliardini, Vecino, Sensi, Dzeko.

ARBITRO: Brych (Ger), ASSISTENTI: Borsch e Lupp, IV UOMO: Schlager, VAR: Fritz, ASS. VAR: Dankert.

Dove e come vedere la partita

Il match Real Madrid Inter sarà valida per l’ultimo turno della fase a gironi della Champions League. E’ in programma alle ore 21 presso lo stadio Santiago Bernabeu di Madrid e sarà visibile in diretta su Sky sport Action, Sky 253 e Mediaset Infinity. Sarà, comunque, disponibile anche in streaming su Now ed ancora sulla piattaforma Sky go.

Inter ha tutto da guadagnare, da questa partita. Come cambia la vita, rispetto agli ultimi  tre anni, quando all’ultima giornata c’era in ballo la vita. Qui c’è “solo” un primo posto da giocarsi. Non è riduttivo, ma agevola il compito e l’avvicinamento. L’Inter è in fiducia: facendo un parallelo con la scorsa stagione, solo da marzo in poi in campionato i nerazzurri avevano la sensazione di essere padroni del proprio destino come accade oggi con Inzaghi. Cinque vittorie consecutive, arrivate una in maniera diversa dall’altra, sono un termometro persino parziale del livello di autostima raggiunta. Il clic c’è stato nella sfida con il Napoli. La prova è nella gestione dell’emergenza di Inzaghi, che pure ha rinunciato a diversi titolari senza perdere neppure un punto: «Mi riempie d’orgoglio questo aspetto», ha detto l’allenatore. In soldoni: il meccanismo funziona talmente bene che se anche cambi un uomo, il prodotto finale non viene intaccato. La condizione fisica, tra l’altro, è al top, perché il turnover ha permesso a Inzaghi di gestire le energie di quasi tutti i suoi giocatori. E perché alcuni singoli sono usciti dal loro momento difficile. Il Real costringerà a scaricare il contachilometri molto più che contro la Roma. Ma l’Inter sa correre e sa come farlo, anche dopo Pintus, l’ex più “nascosto” del match

Ivan Perisic è apparso al Santiago Bemabéu come la Cometa di Halley. Una rarità sentirlo parlare, ma – potenza di una stagione giocata finora a livelli pazzeschi – per il croato è stato impossibile sottrarsi alla passerella davanti ai microfoni. Inevitabile, nonostantel a sacralità della gara, sondare gli handanovic umori dell’interessato sul futuro, essendo il suo accordo con l’Inter in scadenza a giugno: «Ho ancora un contratto di sei mesi e fino all’ultimo giorno darò il mio massimo come ho sempre fatto, però non mi piace parlare di futuro: vediamo nelle prossime settimane cosa succederà, non si sa mai». In effetti, dall’entourage del croato è arrivata una richiesta all’Inter, a cifre però troppo alte per la valutazione che Marotta e Ausìlio fanno riguardo al prolungamento di un giocatore che il 2 febbraio compirà 33 anni Le parti, vista la distanza molto importante, hanno deciso di riaggiomarsi alla fine del mercato di gennaio.

Meglio parlare al presente e lì Perisic si è mostrato decisamente più ciarliero: «Con Spalletti giocavamo benissimo, ma non avevamo la fame che abbiamo mostrato con Conte, Inzaghi ha messo tutto insieme. L’anno scorso per me è stato un po’ diffìcile perché ho cambiato molo: vediamo tra un paio di mesi se sarà stata la mia miglior stagione all’in-ter, perché dipende se si vince qualcosa oppure no…». A Madrid intanto l’Inter si gioca il primo posto nel girone: «Siamo arrivati qui con la testa libera perché non abbiamo niente da perdere, ma vogliamo il primo posto. Abbiamo fame e si vede nelle ultime partite».

CORREA TORNA A GENNAIO

A Madrid Inzaghi si è portato pure Kolarov e, soprattutto, De Vrij ma l’olandese – che con l’Inter non mette piede in campo da esattamente un mese (ovvero dal derby del 7 novembre) dovrebbe ripartire dalla panchina con il ritorno di Dimarco e l’avanzamento di D’Ambrosio al posto di Dumfries. Il ballottaggio più importante è però in attacco tra Dzeko (che potrebbe rifiatare) e Sanchez che scalpita per la voglia di giocare una grande partita Il Nino Maravilla va responsabilizzato anche perché, mentre la squadra siprepa-rava per prendere l’aereo in direzione Barajas, Joaqurn Correa si recava all’Humanitas di Rozzano per gli esami strumentali resi necessari dopo l’infortunio di Roma Esami die hanno evidenziato una distrazione muscolare ai flessori della coscia sinistra da rivalutare settimana prossima con rientro in campo a gennaio.

Stasera, tra l altro, l’Inter per la prima volta rimetterà piede al Bernabéu dalla finale di Champions del 22 maggio 2010. Al migliaio di tifosi attesi nel settore ospiti (ieri, allora di cena, per amor di precisione, si contavano 986 biglietti venduti) verranno i lucciconi. Un motivo in più perché l’Inter onori la partita.

Madrid servirà una notte da Grande Inter. L’unico | | allenatore nella storia nerazzurra a battere il Re al a casa sua è stato infatti Helenio Herrera il 1° marzo 1967, ritorno dei quarti di finale, gol di Renato Cappellini (che aveva segnato pure la rete dell’ 1 -0 all’andata) e autogol di Ignacio Zoco. Quell’Inter arrivò  alla finale di Coppa dei Campioni, persa a Lisbona contro il Celtic; questa non ha ambizioni tanto nobili, ma punta comunque a diventare la mina vagante della competizione.

Stasera intanto si gioca il primo posto nel girone, ma serve sbancare Madrid per il sorpasso, città – tanto per rendere l’idea – dove l’Inter, oltre a perdere sette volte su otto precedenti, ha incassato 18 gol realizzandone 6. Simone Inzaghi, che un amico fa con la Lazio fa incrociò il Bayern agli ottavi, sa benissimo quanto sia importante vincere il girone: «L’obiettivo era di venire a Madrid con la qualificazione già intasca. Sapevamo che era diffìcile, ma i ragazzi sono stati straordinari perché hanno fatto quattro grandi partite, una meglio dell’altra, dopo l’esordio amaro con quella sconfitta contro il Real. Ce lo siamo meritati e andiamo a giocarci questa partita alla grande perché è importante arrivare primi. Non so se sia un esame di laurea, di certo è una gara importante: l’Inter qui ha vinto una sola volta nella sua storia e sappiamo che ci saranno insidie e tante difficoltà.

Però veniamo a giocarcela con motivazione, personalità, voglia di fare una grande partita. Anche all’andata, tra l’altro, abbiamo fatto molto bene ma non è bastato e quindi dovremo fare qualcosa in più», ha sottolineato l’allenatore che ben ricorda la partita di San Siro, quella dei diciotto tiri indirizzati verso Courtois (migliore in campo per distacco, anche se la Uefa premiò Brozovic, misteri del calcio) senza riuscire a fare nemmeno un gol. Il gol, come nella sfida giocata il 3 novembre dell’anno scorso a Valdebebas, lo ha invece segnato poco prima del gong Rodrygo, mettendo subito in salita un girone poi chiuso in gloria grazie alle tre vittorie consecutive su Sheriff (andata e ritorno) e Shakhtar, strapazzato a San Siro dopo lo 0-0 di Kiev. Inzaghi, giustamente, ha voluto rimarcare pure l’importanza della qualificazione («Abbiamo fatto qualcosa di importante perché da dieci anni non si passava il turno, ma domani vogliamo fare partita importante perché è un avversario e uno stadio che lo meritano»), dato che le cassandre erano pronte a seppellirlo per l’ennesimo euro fallimento in Champions dopo quelli di Spalletti e Conte (che ha fatto pure il bis): «Sappiamo che il calcio è così. Ci sono i momenti in cui va tutto bene come adesso, poi perdi due partite e chi ti elogiava diventa il tuo primo detrattore…».

Inzaghi, nonostante Ancelotti, forte di una rosa infarcita di giocatori che hanno fatto collezione di Champions sul caminetto, abbia minimizzato l’importanza sull’arrivare primi o secondi nel girone, sa bene quanto sia fondamentale sorpassare il Reai, anche perché è stato scottato dal cappotto preso dal Bayem una stagione fa con la Lazio. Cadetto,

come spiegato a fianco, molto probabilmente attingerà a piene mani dalle seconde linee, ma questo non cambia l’orizzonte per Inzaghi «Nell’ultima di campionato è uscito Benzema ed è entrato Jovic che ha fatto gol e assist… Questo dimostra le risorse che ha a disposizione il Reai», dove il pericolo numero uno, in assenza del francese, sarà VInicius: «Sta avendo una grande continuità, è normale che per noi sia un osservato speciale». Certo è che la sfida del Bernabéu sarà un testa a testa tra due allenatori che si stimano reciprocamente: «Per Ancelotti parla la carriera: è sempre un piacere parlare di calcio con lui: sono molto contento che abbia preso un bel vantaggio nella Liga. Gli vanno fatti i complimenti, stiamo parlando di un grandissimo che ha vinto tanto».



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