Attacco Inps – Governo: Salvini contro Boeri
Molti aspettano che arrivi in settimana il nuovo decreto Quota 100, ma non si placa affatto il diverbio tra l’Inps e il Governo attuale sul tema ardente delle pensioni e i diversi modi di “anticipo” per riuscire a dare l’opportunità a migliaia di giovani di entrare a far parte del mondo del lavoro. Stando a quanto afferma l’attuale Presidente dell’Inps, Tito Boeri, tale operazione non sarà possibile visto l’impianto – che lui critica da tempo – della riforma Quota 100: è ovviamente di opposto avviso il Governo, in particolar modo il vicepremier Matteo Salvini che ancora ieri è tornato ad attaccare Boeri dopo le ultime critiche sollevate contro la riforma pensioni «da mesi Boeri rema contro il Governo e disinforma gli italiani, difendendo una legge sciagurata come la Fornero. Perché per coerenza non si dimette e si candida alle primarie del Pd?». Secondo il n.1 dell’Inps, le misure adottate dal Governo gialloverde non solo non riusciranno a portare molti lavoratori in pensione e soprattutto non vi sarebbero le politiche di lavoro giuste per far scattare un “boom” di assunzioni tra i tanti, troppi, giovani disoccupati.
In tema di riforma delle pensioni, il segretario generale Fast-Confsal, Pietro Serbassi, e Il Segretario nazionale FastPensionati-Confsal, Agostino Apadula, in una nota segnalano come sia da considerare una “decisione assai discutibile” quella riguardante “la liquidazione dei Tfs ai dipendenti statali. Qualora essi decidano di accedere alla pensione mediante quota 100, infatti, si vedranno liquidato il trattamento di fine servizio anche dopo 6 anni per effetto delle normative di legge esistenti”. I due sindacalisti evidenziando anche che “per superare questa stortura, il sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon, ha annunciato che il governo sta lavorando ad una convenzione con l’Abi per far liquidare agli istituti bancari in tempo reale il Tfs, pagando ovviamente gli interessi, non si sa bene a carico di chi. Una soluzione degna dei passati governi duramente contestati da chi oggi guida l’Italia”.
Serbassi e Apadula non dimenticano poi che è stato fatto scattare l’aumento dell’età pensionabile a 67 anni, “così come aveva previsto la legge Fornero che si voleva smontare pezzo per pezzo, ma, cosa altrettanto grave, viene introdotta di soppiatto una finestra di ben tre mesi per la maturazione della pensione anticipata. In questo modo il vantaggio del promesso congelamento dell’adeguamento all’aspettativa di vita (che in base alla Fornero dal 1 gennaio 2019 sale da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 3 mesi di anzianità contributiva) si ridurrà a soli due mesi, ben poca cosa”.
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