Le ali e le radici. «Ho iniziato il 2019 con 100 mila persone. Hanno sfidato la neve di Zakopane, in Polonia, per il concerto di Capodanno: eravamo io, Romina, i Ricchi e Poveri, Alvaro Soler… Che ondata di energia!». Dopo aver volato sulle note di Felicità, però, il richiamo della terra, delle origini, si è fatto sentire forte. Al Bano, nonostante poche ore di sonno, ha affrontato un viggio di oltre 12 ore. Voleva essere a casa quel giorno stesso. «Il primo gennaio mia madre Iolanda ha compiuto 96 anni. È un traguardo importante e volevo esserci.
Quel giorno cucina per tutti, lo fa da quando ero piccolo. Il menu: pasta al sugo con i pomodori raccolti da lei, cime di rapa, lampascioni, pollo ai funghi. Guai a non assaggiare tutto. Anche oggi che non sono un bambino, se non finisco quello che ho nel piatto si preoccupa che non mangi abbastanza». Una madre resta tale anche quando un figlio, nella realtà, diventa per lei quasi un accudente genitore. C’è tenerezza e rispetto nel rapporto tra Al Bano e donna Iolanda, tanto piccola quanto granitica.
Ha quasi un secolo sulle sue spallucce. «Ma è una roccia. Si è sempre spaccata in quattro per la famiglia e mi ha cresciuto mostrandomi il vero volto dell’amore: quello profondo, che non muta mai. Il suo modo di affrontare la vita mi insegna ogni giorno qualcosa. Anche nei momenti bui – quando 25 anni fa è scomparsa misteriosamente mia figlia Ylenia, quando mi sono separato da Romina, quando il mio corpo mi ha dato segnali di stanchezza e anche quando con Loredana abbiamo cambiato la rotta della nostra storia – in mia madre ho trovato un sostegno. Silenzioso, costante. È di poche parole, ma mi conosce come nessun altro. Ci basta uno sguardo per intenderci e mi serve un suo sorriso per capire se sono sulla strada giusta».
Oggi donna Iolanda di sorrisi ne ha fatti tanti. Anche quando, per queste foto, si è avventurata nel giardino coperto da un manto di neve quasi irreale per le latitudini salentine. Al Bano la guida, la abbraccia, poi si copre la gola: «Dopo devo incidere Felicità in coreano», svela. «Lei è l’origine di tutto ciò che sono. Mi ha insegnato il senso del dovere, l’umiltà, la ricerca dell’armonia. Quando ero piccino era severa. Lei e papà avevano un patto con me: facciamo sacrifici e ti mandiamo a scuola, se sgarri fili a lavorare. Alla fine della seconda magistrale sono stato bocciato, grazie a Dio. Avevo la testa solo nella musica, era inutile proseguire». Un sorso di acqua. «L’ho delusa a quei tempi. Lei mi sognava ragioniere o maestro elementare. Io scrivevo canzoni già a 14 anni…».
Oggi ne hai 75 e non hai mai smesso. «E chi vuole smettere?». Quello che per Al Bano doveva essere l’anno della nuova vita, fatta di riposo e cura di sé, oggi è una conferma: il leone di Cellino continua a ruggire. «Ammetto che dopo l’infarto del 2016, l’ischemia, l’edema alle corde vocali e una puntata di Porta a Porta in cui non usciva bene la voce e non ricordavo le parole, ho pensato che la mia carriera fosse arrivata al capolinea. Vivere senza cantare sarebbe stata una mezza tragedia: mi sono state tolte molte cose nella vita, anche la voce mi sembrava troppo». Scuote la testa, poi gli si riaccende lo sguardo. «Pian piano, anche se non potevo più concedermi i lussi dei grandi acuti, andavo avanti.
In ottobre, però, qualcosa è cambiato. A Mosca, al Cremlino, ho sostenuto quattro ore di prove e altrettante di concerto. Quella resistenza mi ha fatto credere che le cose si stavano mettendo a posto. Non sono ancora al cento per cento, ma ci sto lavorando». L’agenda è fitta di impegni. «Mi attende un tour in Cina, Mongolia, Corea del Sud, Russia. In primavera iniziano le riprese della fiction con Lino Banfi: sarò un maestro elementare in pensione. Poi inizieranno quelle di un film turco per il cinema.
Mi hanno affidato la parte che doveva essere di Gérard Depardieu!». E svela che a fine gennaio Canale 5 gli dedicherà due serate. «Uno show, 55 passi nel sole, per festeggiare i miei 55 anni di carriera. Accanto a me ci saranno tanti artisti, con la partecipazione straordinaria di Romina». Già, ho visto che hai detto che tu e Romina siete la coppia dell’anno… Al Bano sobbalza sulla panca mentre il viso avvampa come il fuoco nel camino. «Alt! Detesto il gossip, l’ho sempre sofferto, ma mio malgrado ne sono stato troppo spesso protagonista.
Quello che è stato scritto non è il mio pensiero e, soprattutto, non lo direi mai perché non pecco di presunzione. Voglio fare chiarezza: Romina e Loredana sono le donne più importanti della mia vita, ma i rapporti di coppia sono finiti lasciando il meglio di ciò che c’è stato: i figli, l’affetto. Dopo tanta tensione e tanto lavoro per scioglierla, con entrambe oggi ho un legame fatto di rispetto e dialogo. Valori che trasferisco ai ragazzi. Un’armonia che per me è un successo e di questo ringrazio Dio». La fede per Al Bano è determinante. «La preghiera mi ha salvato nei momenti difficili, anche se dopo la tragedia di mia figlia per otto mesi la mia fede andò in crisi, ma poi la ritrovai, più forte di prima».
C’erano stati presagi quel primo gennaio 1994. «Poco prima di festeggiare mia madre, per una candela spenta male, prese fuoco un piccolo presepe. Aprendo la finestra trovai cinque gatti neri che mi fissavano. E c’è un altro fatto: mio padre, don Carmelo, perse la vista nel 1989 per un intervento mal riuscito. Mi sono convinto che doveva succedere qualcosa di grave che lui non avrebbe voluto vedere». Un sospiro. «Ho affrontato il dramma di Ylenia in modo razionale. Romina e mia madre, invece, sostenevano che lei sarebbe ritornata. Romina lo pensa ancora. Magari fosse così…». Silenzio. Il cantante riprende quota cambiando discorso. «Mi sto allenando per Sanremo 2020, vorrei affrontare la gara sennò non mi diverto. E ho un sogno, forse irrealizzabile: duettare con Mina e Celentano». Non sogni mai un nuovo amore? «All’amore ho dato tanto e tanto ho ricevuto. Ma alla mia età ho rafforzato quello per i figli, per il nipotino [Kai, primogenito di Cristel, ndr] per mia madre e il lavoro. E, credimi, non mi manca nulla. Però se dovesse arrivare l’amore, direi: “Sei il benvenuto”. Ma stavolta ci saranno molti esami da superare…», ride. «Ho bisogno di calma, serenità, viaggi, ma anche del nido. Le mie radici sono qui». Le ali sono nel cuore e nella voce.
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