Riforma Manovra 2019. Il governo ha mantenuto le promesse fatte e nel decreto, ha inserito alcune misure pensionistiche di cui tanto si è parlato e quindi non soltanto quota 100 e il blocco dell’ età pensionabile, ma anche la proroga dell’Ape sociale e di opzione donna.
Queste due misure erano scadute lo scorso 31 dicembre 2018, ma nella bozza del decreto arrivato alcuni giorni fa si è visto come effettivamente il governo abbia pensato anche alla proroga di queste due misure pensionistiche anche per il 2019. Nello specifico, Opzione donna pare sia stata prorogata nella riforma pensioni e sarà accessibile alle lavoratrici che hanno 35 anni di contributi e che risulteranno essere nate entro il 31 dicembre 1958 nel caso in cui si tratti di lavoratrice autonoma ed il 31 dicembre 1959, nel caso in cui si tratti di donne lavoratrici dipendenti.
A rimanere uguale è anche il calcolo che verrà fatto sulla base del sistema contributivo così come rimane anche la finestra di un anno per poter accedere a questo tipo di pensione. Nella bozza del decreto, si è anche visto come il governo abbia prorogato fino al 31 dicembre 2019 anche l’Ape sociale e sarà accessibile a partire dal primo gennaio 2019. Questa misura è rivolta a tutti i lavoratori che risultano iscritti all’ Ago e alle forme sostitutive ed esclusive, ma anche alla gestione separata.
Inoltre, questa misura è rivolta anche quei lavoratori che si trovano in determinate condizioni ovvero disoccupati per perdita involontaria del lavoro e che hanno finito di fruire dell’intera indennità di disoccupazione, spettante loro, da almeno 3 mesi e che abbiamo maturato 30 anni di contributi; che si trovano in situazioni di invalidità con percentuale pari o superiore al 74% e che abbiano maturato almeno 30 anni di contributi; che si prendono cura di un coniuge o del familiare entro il primo grado, quindi i genitori o figli conviventi, con una grave disabilità sulla base della legge 104 articolo 3 comma 3 da almeno sei mesi e che abbiano anche maturato 30 anni di contributi; lavoratori che svolgono attività e usurante o gravoso e che abbiano maturato 36 anni di contributi. Per beneficiare di questa misura, bisognerà anche avere un’età anagrafica che sia pari o superiore a 63 anni.
Per quanto riguarda invece Quota 100, è stata confermata la durata triennale della misura e quindi se ne potrà beneficiare e a partire dal 2019, ma anche per il 2020 e 2021. Potranno accedere a questa forma di pensionamento, coloro i quali avranno compiuto 62 anni di età e maturato 38 anni di contributi e nel decreto è stato specificato come sia possibile affinché si possa raggiungere il requisito contributivo cumulare dei contributi, che non siano coincidenti presenti nelle diverse gestioni.
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