La bozza del decreto di cui tanto si attende l’ufficialità e che dovrebbe arrivare entro la prossima settimana, prevede un assegno straordinario. Questo, stando a quanto riferito, verrebbe corrisposto a tutti quei lavoratori che non hanno raggiunto i requisiti per poter accedere a Quota 100, ma che li raggiungeranno nei tre anni successivi. Questa misura sembra favorire il ricambio generazionale e prevede che si faccia ricorso ai Fondi di solidarietà bilaterali costituiti da sindacati e imprese al fine di garantire l’assegno di accompagnamento, a partire dall’età di 59 anni con 35 di contributi. Per poter chiedere l‘assegno di accompagnamento alla pensione, bisognerà che siano stipulati degli accori sindacali a livello non solo territoriale ma anche aziendale che prevedono il numero di lavoratori da assumere in sostituzione di quelli che poi lasceranno il posto di lavoro in anticipo.
L’azienda, però, che in cambio si dovrà fare carico di continuare a versare i contributi previdenziali fino alla pensione di vecchiaia o anticipata dei lavoratori che sono in uscita, potrà dedurre dal reddito di oneri sostenuti. Nel decreto tanto atteso, si parla tanto di misure pensionistiche tra le quali Quota 100 e pensione di cittadinanza. Si tratta di due misure che attingono dagli stessi stanziamenti. Il governo, sembra che abbia soltanto un obiettivo ovvero aumentare le pensioni minime, secondo degli scaglioni ben precisi che vengono denominate “scala di equivalenza” e che tengono conto di quella situazione familiare. Ci sarebbero però dei parametri piuttosto rigidi per poter rientrare tra i beneficiari del sussidio alla pensione.
Per poter attuare le disposizioni nel decreto bisogna autorizzare una spesa che ammonta a circa 50 milioni di euro per l’assunzione di personale da assegnare alle strutture dell’Inps. L‘Istituto di previdenza, tornerebbe così sotto stretto controllo del Governo e l’articolo 24 del decreto riforma la governance dell’Inps e dell’Inail, andando a ripristinare i consigli di amministrazione che vengono aboliti da anni. Ci saranno 5 membri che saranno di nomina governativa, come ad esempio il Presidente. Uscirà di scena il Presidente dell’Inps ovvero Tito Boeri, il cui mandato scadrà proprio il prossimo mese di febbraio.
Nel decreto trova spazio Ape sociale, ovvero quell‘assegno ponte mensile di cui sembra siano beneficiari i disoccupati che si trovano a vivere una situazione particolarmente difficile, in attesa però di ricevere i requisiti per la pensione. Questa misura attiva anche nel 2018, è stata prorogata fino al prossimo 31 dicembre 2019. Ci sarà anche Opzione Donna, che darà la possibilità alle dipendenti nate entro il 1959 e alle autonome entro il 19598 di andare in pensione con l’assegno calcolato esclusivamente con il metodo contributivo che da sempre è considerato penalizzante.
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