Sul tema pensioni e più nello specifico su alcune misure pensionistiche, tra le quali Quota 100 a pochi giorni dall’ ok definitivo del decreto, sembra che il dibattito non accenni a diminuire. Nello specifico sembra proprio che durante la puntata del programma Dimartedì, andata in onda su La7, condotto da Giovanni Floris che è andato in onda l’8 gennaio 2019, a discutere ampiamente ed in modo piuttosto concitato, sono stati il Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali Claudio Durigon e la rappresentante del Partito Democratico Alessandra Moretti. I due esponenti di maggioranza e di opposizione si sono confrontati a lungo sulle misure che sono contenute all’interno della bozza del decreto.
Nello specifico sembra che la rappresentante del PD, abbia mosso delle accuse piuttosto pesanti alla maggioranza e abbia criticato ampiamente Quota 100 che altro non è che una finestra, una misura sperimentale e comprensiva di una clausola di salvaguardia. Sono queste le parole riferite proprio dalla stessa Moretti che definisce in questo modo, proprio Quota 100, ovvero la misura più attesa del 2019 e che ricordiamo, darebbe la possibilità di poter accedere al mondo della pensione maturati due requisiti, uno contributivo (38 anni) e l’altro anagrafico (62 anni). In risposta l’esponente dell’esecutivo invece ha smentito che esistano delle clausole di salvaguardia, riferendo come siano al momento disponibili tutte quelle risorse necessarie per poter attuare tutte le misure previdenziali previste e che sono quindi in programma.
Sulla scena politica e relativa alla riforma pensionistica, è intervenuto anche Durigon, il quale ha sostenuto come quota 100 sia una misura piuttosto importante e che servirà a svuotare un bacino importante di lavoratori che al momento è impossibilitato ad andare in pensione per via della riforma Fornero. Durigon ha parlato infatti di circa 350.000 persone che nel corso del 2019 potranno accedere alla pensione, proprio grazie a Quota 100 e di un totale di 800.000 persone che potranno quindi finalmente uscire dal mondo del lavoro nei prossimi tre anni. Nello specifico Durigon ha dichiarato: ” Quota 100 rispecchia purtroppo la grave crisi che aveva creato la famosa legge Fornero con un bacino così ampio che non potevamo svuotarlo tutto quanto insieme. Oggi finalmente 350000 persone potranno andare in pensione quest’anno 800.000 in 3 anni”.
Durigon e Moretti hanno anche ampiamente discusso sul trattamento di fine servizio ovvero sulla buonuscita dei Lavoratori pubblici. Secondo quanto si apprende, i dipendenti pubblici che decideranno di aderire a quota 100 dovranno attendere almeno 5 anni per poter avere la liquidazione del trattamento di fine servizio. Questa versione non sembra essere stata smentita da Durigon il quale invece ha precisato alcuni aspetti che sono legati in qualche modo a questa richiesta di anticipo. I potenziali pensionati potranno così chiedere agli Istituti bancari un anticipo con gli interessi che potrebbero essere coperti addirittura da fondi statali. A tal riguardo, Claudio Durigon ha ribattuto “Gli interessi non verranno pagati dal pensionato, ma dallo Stato”.
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