Dopo moltissime discussioni, smentite e dubbi, finalmente nella prossima settimana arriverà il decreto pensioni che introdurrà quota 100., fino adesso si parla soltanto di una bozza, ma fortunatamente rispetto a qualche mese fa c’è qualcosa di concreto. Va detto che soffermandosi sul testo del decreto si possono estrapolare una serie di indiscrezioni che sono stati divulgati su moltissimi redazioni di giornali le quali hanno affermato che sono piuttosto veritiere. nel dettaglio, ci si riferisce al carattere sperimentale della misura quota 100 da quale sembra sia stata introdotta solamente per 3 anni con molti dubbi riguardanti anche il differimento del pagamento del tfs e TFR rivolta dipendenti pubblici e sul divieto di cumulo e meccanismo delle finestre.
Un’altra novità molto importante è indirizzata l’adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita, la quale verrà bloccata soltanto per i cittadini che hanno diritto alla pensione anticipata. Nel dettaglio, possiamo analizzare quali sono le novità messe in atto nel decreto e nello specifico quota 100.
A trarre vantaggio da questa misura sono tutti i cittadini che hanno un’anzianità contributiva che equivale a 38 anni e che abbia compiuto almeno 62 anni di età.
Su questo punto sembra sia stato scritto tanto e non sembrano esserci infatti dubbi. È stato anche confermato il trattamento differenze tra i dipendenti pubblici e privati, perché mentre in questi ultimi che hanno maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2018 potranno accedere alla pensione a partire dal primo Aprile 2019, i dipendenti privati invece che hanno maturato i requisiti entro il primo gennaio 2019, potranno andare in pensione una volta trascorsi tre mesi dalla maturazione dei requisiti stessi.Il decreto inoltre prevede che ci siano delle regole diverse per i dipendenti del pubblico impiego e in questo caso coloro che matureranno i requisiti entro il 31 marzo 2019, potranno andare in pensione soltanto a partire dal primo luglio mentre per chi li matura dal primo Aprile 2019, bisognerà aspettare il termine di sei mesi.
La seconda finestra invece è quella corrispondente il mese di ottobre e quindi per andare in pensione, i dipendenti del pubblico dovranno presentare una preavviso di almeno sei mesi. Nel decreto dovrebbe trovare anche posto il blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile alla speranza di vita, ma soltanto per quelli che hanno diritto alla pensione anticipata. Rispetto allo scorso anno, dunque, a partire dal primo gennaio 2019 per la pensione anticipata occorrono 43 anni e 3 mesi di contributi per i lavoratori e 42 anni e 3 mesi per le lavoratrici donna. È stata anche confermata la proroga dell’opzione donna che darà la possibilità le lavoratrici nate il 31 dicembre 1959 nel caso in cui siano dipendenti o nate entro il 31 dicembre 1958, nel caso di lavoratrice autonoma di poter andare in pensione.
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