In tema pensioni, sembra che le misure pensionistiche più attese siano Quota 100. Si tratta di quella misura che darebbe la possibilità a circa 350 mila lavoratori di poter andare in pensione nel corso del 2019. I potenziali beneficiari di questa misura, saranno coloro che avranno maturato due requisiti uno dal punto di vista contributivo e l’altra anagrafico, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Il decreto contenente questa misura tanto attesa, ovvero quota 100 è arrivato nei giorni scorsi o almeno la bozza e si attende adesso che il Consiglio dei ministri lo approvi entro la prossima settimana. Oltre a quanto previsto dal governo Conte, sembrano essere tante le misure che sono state prorogate e che non sono state modificate o che lo sono state almeno in parte e che vanno a regolare l’accesso alla pensione degli italiani.
Ad esempio, ci sarebbe una norma che darebbe la possibilità alle persone di poter andare in pensione soltanto con 5 anni di contributi, ma bisogna specificare che potrà accedervi soltanto quei lavoratori che sono soggetti al calcolo integralmente contributivo della prestazione, ovvero un sistema di calcolo che in vigore dal lontano 1996, che si basa sui contributi versati e sull’età pensionabile.
Riguardo l’età, fino allo scorso anno o meglio fino a pochi giorni fa, questa possibilità era data a coloro che avevano oltre 70 anni quindi un’età prevista ben oltre quella per la normale pensione di vecchiaia, mentre a partire dal 2019 l’età prevista tocca i 71 anni per via del regolamento all’aspettativa di vita. Sembra che un’opzione di pensione anticipata INPS con 5 anni di contributi e si richiama la legge numero 335 del 95 che però è valida soltanto per i dipendenti pubblici. Stando a quanto riferito dalla suddetta legge, qualora un dipendente pubblico non sia in grado di proseguire l’attività lavorativa per l’aggravamento del proprio stato di salute, può chiedere al proprio ente datore di lavoro di essere sottoposto ad una visita medico collegiale affinché gli venga riconosciuta l’inabilità.
Questa legge di conseguenza prevede anche il diritto a conseguire un trattamento pensionistico in quei casi in cui la cessazione del servizio è dovuta ad una infermità non dipendente a causa di servizio per la quale gli interessati si trovino nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere una qualsiasi attività lavorativa. Ad ogni modo, bisogna essere in possesso di determinati requisiti per poter avere diritto alla pensione di inabilità ovvero possedere un’ anzianità contributiva di 5 anni, di cui almeno tre nel quinquennio precedente alla decorrenza del trattamento pensionistico. Concorrono anche alla formazione di questa anzianità tutti i periodi riscattati, oppure ricongiunti presso questo Istituto. È anche importante che avvenga la risoluzione del rapporto di lavoro per infermità non dipendente da causa di servizio.
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