Dove e come vedere Juventus Sassuolo
L’anticipo serale della nona giornata di Serie A sarà trasmessa in diretta streaming da Dazn e sarà visibile agli utenti della piattaforma sulle Smart TV di ultima generazione che siano compatibili con l’app. Grazie all’applicazione poi si potrà assistere al match su tutti i televisori collegati ad una console PlayStation 4 o 5 o XBox ed ancora alle tim vision box oppure a un dispositivo Google Chromecast o Amazon Fire TV stick. Sarà possibile assistere a match anche su Sky e nello specifico su Sky Sport 1 al numero 201 del satellite numero 472 e 482 del digitale terrestre. Si potrà assistere al match anche su Sky sport calcio al numero 202 e 249 del satellite oppure a 473 e 483 del digitale terrestre. Si potrà ancora assistere a Juventus Sassuolo su Sky Sport al numero 251 del satellite. I tifosi potranno anche guardare la partita in diretta streaming, ovviamente su dispositivi quali smartphone e tablet iPhone e iPad scaricando le relative applicazioni da Dazn e SkyGo per sistemi Android e iOS.
Come una scommessa vincente appuntata e poi non giocata, come un ordine in saldo non confermato in tempo facendo sfumare lo sconto o addirittura ritrovandosi con l’articolo esaurito. Massimiliano Allegri non vuole veder svanire la soddisfazione per il punto conquistato in rimonta domenica sera a San Siro contro l’Inter, «Un punto importante». Importanza che però dipende dal risultato di oggi, sostiene con forza il tecnico bianconero, caricando di significato la partita delle 18.30 contro il Sassuolo: «E’ una partita che dobbiamo vincere, altrimenti il punto di Milano non avrebbe senso. Ci sono partite da giocare, come quella con l’Inter, e partite da vincere, come questa con il Sassuolo».
TENSIONE ALZATA
E’ un concetto che Allegri ripete altre due volte: «La vittoria con la Roma ci ha permesso di andare a Milano in condizioni migliori di classifica e infatti il pareggio può essere un risultato importante, se domani vinciamo. Altrimenti è come avere perso a Milano». E ancora: «Ci sono buone prospettive per il futuro. Però bisogna vincere domani, dall non si scappa». Un’insistenza figlia ovviamente della classifica: «I punti lasciati all’inizio purtroppo non ci consentono grandi margini d’errore. Non siamo nelle condizioni di poter sbagliare, siamo nelle condizioni di dover far bene». Figlia anche, però, della psicologia. Allegri sa che, dopo tre partite di cartello come quelle contro Roma, Zenit e Inter, per giunta precedute per quasi tutti i giocatori dagli impegni con le Nazionali e prima ancora dal derby e dalla grande sfida europea con il Chelsea, il rischio di un calo di tensione è umano e reale. Ecco perché la alza, la tensione, cosa che non è solito fare, e per farlo chiede aiuto anche ai tifosi: «Ci sarà bisogno anche dell’aiuto del pubblico, ci vuole uno sforzo perché veniamo da tante partite importanti, da due trasferte… Giochiamo di mercoledì alle 18.30, che è un orario strano, e veniamo da una partita di grande attenzione e di grande valore come è stata quella con l’Inter, giocata dopo tanto tempo davanti a 60mila persone, a San Siro, e che quindi ti dà un’emozione e un’adrenalina diverse. Domani è una partita più complicata: propalare la sfida di Milano era facile, domani è più difficile. Ci vorrà un dispendio di energie mentali superiore e bisogna essere responsabili, sapere che giochiamo molto: questa è la prima partita del trittico che ci porta alla sosta e in mezzo ce lo Zenit che può permetterci di qualificarci agli ottavi con due turni d’anticipo».
ALL’ATTACCO!
Ci vorrà un dispendio di energie mentali superiore e ci vorranno, per vincere, gol Almeno uno, meglio due, meglio ancora tre. A patto di non p erdere la ritrovata solidità difensiva: «Dire sistemata la fase difensiva… Diciamo che la facciamo meglio. Bisogna essere compatti, avere pazienza, giocare meglio e cercare di fare due gol, che non ci riesce dalla Sampdoria. E magari provare a vincere per la prima volta con due gol di scarto. L’attacco non è un problema: ora abbiamo anche Dybala che sta crescendo di condizione, Morata se non sbaglio la scorsa stagione ha fatto 20 gol, Chiesa 14. Poi ci servono i gol dei centrocampisti: le due palle passate in area a Milano andavano chiuse dall’inserimento di un centrocampista. Questa squadra dovrà trovare i gol un po’ da tutti i giocatori, non avendo più un uomo da 30 reti».
E per trovarle Allegri è pronto a ricorrere a tutti quelli che di gol nelle gambe ne hanno comunque di più. Magari anche già con il Sassuolo: «Dybala, Chiesa, Morata e Cuadrado? Certo che si può. Si può tutto». Di certo contro i nero verdi saranno in campo dall’inizio la Joyae Chiesa, sul conto del quale il tecnico precisa: «Anche per me Federico è un giocatore di livello interazionale, un punto fermo della Nazionale e un punto fermo della Juventus. Però ha giocato tante partite, le ultime di seguito, viene da un Europeo e ha un dispendio energetico di un certo livello. Domenica, sbagliando, avevo letto la partita nei primi 60 minuti in un certo modo, con Kulusevski su Brozovic. Non potevo sapere che un tiro deviato sarebbe andato all’incrocio (e poi ribadito in gol da Dzeko, ndr). Non è un problema se un giocatore sta fuori, se giocano sempre gli stessi il 15 gennaio ne servono altri 20 giocatori, perché a fine anno dovremmo arrivare a giocare 56-57 partite. Se riesco a fare una gestione buona di tutta la rosa possiamo arrivare in fondo bene». Tutto, però, passa dal Sassuolo.
Una opportunità, per Massimiliano Allegri e per Arthur. Per il tecnico, di conoscere un giocatore tornato a disposizione da un mese circa. Per il giocatore, di dimostrare quanto possa essere importante per la Juventus. Il brasiliano non ha ancora potuto farlo, nonostante sia arrivato la scorsa stagione dal Barcellona nell’ambito dell’operazione che aveva portato Miralem Pjanic in blaugrana. Operazione poco felice per entrambi i centrocampisti. Perché se il bosniaco non era mai entrato nelle scelte dei titolari (e non solo quelle) effettuate da Ronald Koeman, Arthur aveva vissuto una stagione controversa, dopo le tante attese riposte su di lui. Nel suo caso, però, aveva contato poco l’ambientamento, mentre era stato decisivo l’aspetto fisico. Tutta colpa di una dolorosa calcificazione tra tibia e perone della gamba destra tale da limitare la capacità di muoversi sul campo. Ar thur ha cercato di gestirla con le terapie, salvo arrendersi alla necessità di un intervento, effettuato a Torino il 16 luglio.
Il giorno prima Allegri aveva ripreso contatto con la Juventus dopo due anni di separazione: per il tecnico, quindi, non c’è stato materialmente il tempo di capire che cosa potesse offrire Arthur al collettivo bianconero. Tutto rimandato a fine settembre, al rientro in gruppo, fino al ritorno in campo a cominciale dal 17 ottobre, contro la Roma, per la prima presenza stagionale. Il brasiliano in tre uscite (sono arrivate quelle contro Zenit, in Champions, e Inter) ha così accumulato minuti (un’oretta complessiva) e chilometri nelle gambe. In questi sprazzi di finale partita, Arthur ha ribadito che cosa possa offrire alla Juventus: la capacità di gestire il pallone e di far girare l’azione, con l’abilità di dettare i tempi che consentano alla squadra di recuperare fiato e ritrovare le distanze.
Questa sera per il brasiliano ci potrebbe essere l’occasione di partire titolare, nell’ampio turnover previsto da Allegri per affrontare un calendario intasato da qui alla sosta, in programma dopo il fine settimana del 6-7 novembre. Si tratta di una eventualità che non si verifica dal 12 maggio e l’avversario, ieri come oggi, era proprio il Sassuolo (allora battuto 3-1 in trasferta). Il tecnico bianconero, dopo le scarne indicazioni fornite ieri, deciderà la formazione all’ultimo, come di consueto. E di fianco ad Arthur le quotazioni indicano Rodrigo Bentancur come possibile partner, con Aaron Ramsey in seconda battuta. Il tutto per dare un turno di riposo a Manuel Locatelli, con vista su Verona, dopo tre partite consecutive da titolare.
Il Sassuolo sarà un banco di prova importante per la Juventus tutta, e per Arthur in particolare. Gli emiliani stanno a poco a poco assumendo l’identità voluta da Alessio Dionisi: una squadra che ama il gioco e che lascia giocare, con buon dinamismo. Caratteristiche che possono esaltare quelle del brasiliano. Uno che, come ripete sempre Allegri, «può regalare ulteriore qualità alla squadra». Un aspetto che, oltre a quello numerico di un giocatore ritrovato, potrà risultare decisamente utile nella rincorsa juventina verso le zone alte della classifica.
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