Ha una grazia e un’eleganza davvero innate. Le doti perfette per interpretare il ruolo di una étoile internazionale. Anna Valle è tornata in Tv, ogni mercoledì in prima serata, protagonista di Luce dei tuoi occhi’, la nuova fiction di Canale 5, prodotta da Banijay Studios Italy.
L’attrice veste i panni di Emma Conti, una donna complessa e tormentata che fa ancora i conti con un dolore lacerante: la perdita di sua figlia Alice, morta nel momento della sua nascita. O almeno così credeva lei. Una misteriosa lettera anonima, infatti, sconvolge Emma spingendola a tornare da New York a Vicenza con la speranza di trovare tra le allieve della sua scuola di danza sua figlia. La Valle si racconta, con la consueta generosità e con profonda sensibilità, a Vero.
Anna, come definiresti questa nuova serie? «È un mix perfetto tra tematiche sentimentali, vicende drammatiche e tanta suspense. La linea narrativa, infatti, s’impernia sulla ricerca di una persona creduta morta e che forse poi cosi non è.
Ecco perché il mio personaggio, Emma Conti, indagherà su tutte e sei le allieve che seguirà. Ciascuna di loro, peraltro, ha dei segreti, delle verità nascoste tutte da scoprire e svelare. Ogni personaggio della serie, infatti, consapevolmente o meno, ha qualcosa di non detto».
Che cosa ti ha convinto ad accettare questo progetto? «Ero affascinata all’idea di avere a che fare con la danza. è un mondo che conosco poco, anche se ovviamente, come tutte le bambine ne ho praticata un po’. Mi è piaciuto subito l’approccio di Emma a questa disciplina.
Anni fa con una mia amica, ex ballerina, ho visto il film su Pina Bausch in cui si racconta la sua vita e il suo modo di rivoluzionare la concezione della danza, in particolare quella contemporanea e il teatro danza proprio come espressioni artistiche ed emotive. Una sensazione meravigliosa che ho provato anche lavorando al fianco di Tiziana Cona, che è la coreografa che mi ha seguito durante le riprese di Luce dei tuoi occhi.
Grazie a lei, che è una grande artista, ho scoperto cose di me, oltre che di Emma, che non conoscevo. La recitazione e la danza contemporanea sono entrambe due forme di interpretazione di sentimenti ed emozioni. La potenza emotiva ed espressiva è la cifra che le accomuna. Se non senti tu stesso quell’emozione, non puoi trasferirla al pubblico». Emma Conti, il tuo personaggio in Luce dei tuoi occhi, che tipo di donna è? «Da giovanissima ha vissuto un dramma che l’ha segnata: la morte alla nascita di sua figlia.
Grazie alla sua passione per la danza riesce non certo a vivere, ma almeno a sopravvivere dopo la tragedia che l’ha toccata. La danza, che è il suo lavoro, si trasforma nella sua ancora di salvezza, nella sua forza, è una donna che non si fida di nessuno. Il suo ritorno in Italia da New York, dove vive da sedici anni, è motivato dalla speranza che quella figlia, Alice, che le hanno fatto sempre credere fosse morta in realtà non lo sia.
Emma non parla con nessuno, della ragione del suo ritorno, perché non si fida. Per carattere fa fatica ad appoggiarsi a qualcuno, è sempre stata abituata a fare tutto da sola. La sua unica compagnia è la danza. Si fida solo del piede che calca il parquet.
Che è anche il modo di superare un dolore. Il suo lavoro è una vera e propria terapia. “Il dolore buttalo nella danza”: lo dice sempre Emma alle sue allieve». «Sono stata una bambina solare» Tu, invece, che figlia sei stata? «Molto indipendente e con tanta voglia di viaggiare. Papà dice sempre che ero immancabilmente la prima, tra noi tre figli, a mettere il cappotto e ad aprire la porta di casa, quando ci proponeva di uscire. Sono stata una bimba-giocherellona e solare.
Ovviamente anche io durante l’adolescenza ho avuto i miei momenti bui, quelli in cui hai l’impressione che tutto vada storto. Forse, a ben vedere, il tratto più caratteristico della mia personalità durante infanzia e adolescenza è stato il desiderio di indipendenza, unito a uno spirito attivo e intraprendente».
Quel desiderio di libertà lo hai poi realizzato una volta che sei stata incoronata Miss Italia. E da allora non ti sei più fermata… «Il giorno zero è stato il 2 settembre, che tra l’altro è il giorno del compleanno di mio fratello, del 1995. Quella la data che ha segnato uno spartiacque nella mia vita, per cui il giorno dopo non ; ero più a casa. Il resto, però, poi si è svolto in maniera più morbida. Pian piano ho [ scoperto la strada che vole- : vo percorrere.
Ho seguito i il mio istinto e la passione [ che sentivo bruciare dentro ‘ me». A proposito di passioni, | da bambina sognavi di fare I la ballerina? «No e, a differenza di tutte le mie amiche, all’epoca non mi sognavo neppure con l’abito da sposa.
Da piccolina mi vedevo indossare la tuta d’astronauta e mi immaginavo alle prese con un viaggio nello spazio». Prendendo a prestito il titolo della serie, immaginiamo che la luce dei tuoi occhi siano i tuoi figli Ginevra e Leonardo. Non esiste amore più grande. Tu che mamma sei? Come ti senti cambiata da quando hai a che fare con il “ruolo” più impegnativo, ma anche più bello, di tutta quanta la tua vita? «È proprio così. Si tratta di un’esperienza totalizzante e costante.
Le altre avventure che affrontiamo nella nostra vita hanno un inizio, un picco e una discesa. Qui invece si tratta di una sfida continua. I figli cambiano e cambiamo anche noi assieme a loro, è un rapporto in continua costruzione ed evoluzione. L’amore per un figlio è talmente grande, che è persino difficile da definire, è il superamento di quell’egoismo primordiale che appartiene a tutti noi, è il passaggio in una dimensione in cui c’è qualcun altro a cui tu dai l’assoluta priorità. E non più a te stesso».
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