Quota 100 si prepara alla versione Light per abbassare le spese. È ovvio che la riforma attuale delle pensioni conterà la quota 100, anche se va ricordato che sarà meno rivoluzionaria di quanto detto finora. La versione quota 100 continua a mutare e per questo a far discutere. Infatti, la prima versione era mirata ad essere una quota 100 a tutti gli effetti, cosa vuol dire? Che per accedervi bastava sommare metà degli anni di vita ed il tempo di contributi versati, se la somma fra i due fosse stata 100 la pensione sarebbe assicurata.
Finalmente è stata approvata la legge di bilancio, adesso molte risorse sono stati stanziati. ultimo paletto per il governo è rimasta quota 100. nell’ultimo periodo sono state fatte moltissime discussioni sul nuovo decreto emanato dal governo che prevede anche altre misure pensionistiche, ovvero della pensione anticipata, dell’Ape sociale, di opzione donna così come è stato riferito direttamente dal Sottosegretario al lavoro Claudio Durigon.Si resta in attesa del decreto, che come sappiamo dovrà arrivare entro il 12 di gennaio, ma che sarebbe dovuto arrivare entro la fine del 2018. Questo decreto, dovrà chiarire tanti aspetti in materia previdenziale e di sicuro c’è l’avvio di Quota 100, ovvero di quella misura varata dall’esecutivo che entrerà in vigore proprio nel 2019 e che darà la possibilità di andare in pensione una volta raggiunti due requisiti, uno anagrafico e l’altro contributivo, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Questa riforma avrà un costo che inizialmente ammontava a 6,7 miliardi per il 2019, ma che molto probabilmente sarà ridotto a 4 miliardi e 7 nel 2020.
Diamo uno sguardo dettagliato quelle principali notizie rivolte sulle misure pensionistiche per le quali non abbiamo ancora informazioni ufficiali ma di cui tanto si parla ormai da mesi. Quota 100 darebbe quindi la possibilità di poter accedere alla pensione anticipata, una volta maturati due requisiti uno di tipo contributivo e l’altro anagrafico, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi. Sono previste delle finestre d’uscita che per i privati la prima dovrebbe essere quella dell’ 1 Aprile 2019, mentre per i dipendenti pubblici bisognerà aspettare il mese di luglio o addirittura quello di ottobre 2019 così sempre come è stato indicato dal Sottosegretario Durigon.
Nel decreto si parlerà anche del blocco dell’incremento dei requisiti per poter accedere alla pensione anticipata, per cui si continuerà ad andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. È stata aggiunta anche un’ ulteriore finestra trimestrale e quindi di fatto si andrà in pensione una volta maturati 43 anni e un mese. Riguardo le altre misure, nel decreto si parlerà anche della proroga di due misure che sono già scadute il 31 dicembre 2018, ovvero Opzione donna e Ape sociale.
Si tratta, dunque, di un’ indennità a carico dello Stato, che viene erogata dall‘INPS nei confronti di soggetti che si trovano in determinate condizioni previste dalla legge e che abbiano compiuto 63 anni di età e che non siano titolari di una pensione diretta in Italia oppure all’estero. L’indennità viene corrisposta a domanda, fino al raggiungimento dell’età la prevista per la pensione di vecchiaia, ovvero fino a che non si consegue la pensione anticipata. L’indennità è pari all’importo della rata mensile della pensione, calcolata al momento dell’accesso alla prestazione oppure pari a €1500.
Quest’ultima permetterebbe l’uscita dal mondo del lavoro una volta compiuti i 63 anni di età e avendo 30 anni di contributi e 36 nel caso in cui si tratta di attività gravose, come ad esempio le maestre dell’infanzia. Con opzione donna, invece il cui calcolo è soltanto contributivo si potrà andare in pensione avendo 35 anni di contributi e bisognerà che la donna lavoratrice sia nata entro la fine del 1959, nel caso in cui si tratti di lavoratrici dipendenti mentre entro la fine del 1958 se autonome.
“Se le anticipazioni fossero attendibili ci troveremmo di fronte ad una misura previdenziale temporanea, che si esaurirà in un triennio e che non potrà essere definita quota 100 perché il requisito dei 38 anni di contributi per l’anticipo pensionistico rimarrebbe vincolante a prescindere dall’età”, queste infatti le dichiarazioni del segretario. “Ma, soprattutto – aggiunge – non avrebbe nulla a che vedere con la “cancellazione” della legge Fornero che, al contrario, resterebbe in vigore integralmente e che, anche nei prossimi tre anni, non migliorerebbe le condizioni di gran parte delle persone, soprattutto per chi ha fatto lavori discontinui e gravosi, le donne, i lavoratori precoci”.
Poi Ghiselli fa un appello all’esecutivo Conte: “Nei prossimi giorni è prevista l’approvazione del decreto legge sulle pensioni e sarebbe un errore se il Governo procedesse, anche in questa circostanza, senza un preventivo confronto con le organizzazioni sindacali, ignorando le proposte che unitariamente abbiamo da tempo formulato”. “Si sta parlando di misure – sottolinea il leader Cgil – alcune anche condivisibili, che comunque da sole non sono una riforma organica e socialmente sostenibile del sistema previdenziale italiano. “Vorremmo inoltre capire se il decreto conterrà effettivamente la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna, e un intervento risolutivo per gli esodati. Rispetto all’ipotesi di un blocco dei 5 mesi di incremento dell’aspettativa di vita per le pensioni anticipate, se questa misura venisse accompagnata da un sistema di finestre d’uscita esteso anche a queste pensioni verrebbe annullato quasi del tutto il beneficio e sarebbe una ulteriore promessa non mantenuta”, è la conclusione di Ghiselli.
Di Maio e Di Battista, pensioni: “Ci combattono perché tagliamo le pensioni d’oro”. Luigi Di Maio, insieme anche al da poco rimpatriato dal suo viaggio in Sudamerica Alessandro Di Battista, in un video pubblicato su Facebook in cui i due esponenti pentastellati parlano delle azioni portate avanti dall’esecutivo direttamente dalle piste da sci del Trentino, torna anche sul tema delle pensioni d’oro.
“È stato un 2018 in cui abbiamo combattuto quella classe di italiani privilegiati che si è opposta al cambiamento e che ci sta combattendo, anche in questi giorni, perché gli stiamo bloccando le pensioni d’oro. Stiamo bloccando un sacco di cose che vi avevamo promesso avremmo tagliato e che stiamo tagliando”, queste le parole di soddisfazione del vicepremier e ministro del Lavoro.
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