Le ultime notizie in termini di pensioni, non possono che riguardare la misura principale della riforma pensioni ovvero quota 100. Secondo alcune indiscrezioni, che sono state riportate nel corso di questi ultimi giorni dai quotidiani, ci potrebbe anche essere una nuova possibilità per i lavoratori, ovvero una sorta di scivolo per uscire ancora più in anticipo rispetto a quelli che sono i requisiti previsti da quota 100 ovvero a 62 anni di età e 38 anni di contributi. Quota 100 risulta essere ad oggi la misura più attesa del 2019 stando in termini di riforma pensioni e per conoscere tutti i dettagli e approfondire ogni aspetto bisognerà rimanere in attesa del decreto il cui arrivo è previsto per metà gennaio. Come abbiamo anticipato, però ci potrebbe essere la possibilità di poter uscire ancora prima rispetto a quelli che sono i requisiti richiesti da Quota 100, ovvero prima del compimento dei 62 anni di età ma resterebbe comunque inalterato quello contributivo, ovvero 38 anni di contributi versati.
Questo tipo di requisito sembra essere purtroppo molto difficile da raggiungere soprattutto per quei lavoratori che non hanno avuto la possibilità di poter lavorare in modo continuo, ma per quanto riguarda invece il requisito anagrafico le novità non fanno altro che andare incontro a coloro che invece hanno avuto questa possibilità di lavorare in modo continuo per 38 anni e che adesso vogliono godersi la meritata pensione. Potrebbero esserci, dunque, delle scappatoie che però dovranno formarsi attraverso dei veri e propri accordi tra le aziende e i territori per poter sostituire in modo adeguato le uscite con quota 100 attraverso la nuova campagna di reclutamento.
Si tratterebbe dunque di nuove assunzioni che andrebbero a favorire il ricambio generazionale all’interno delle aziende. Un ruolo importante in tal senso dovrebbe avere la cassa depositi e prestiti ovvero un fondo finalizzato a sostenere le aziende dove i lavoratori escono con Quota 100. L’impresa in questo modo avrebbe degli incentivi per sostenere la partita della forza lavoro e rendere, così più convenienti anche tutte le nuove assunzioni. Nel frattempo il Sottosegretario al Ministero dei Trasporti Armando Siri, pare che abbia accusato Mario Monti per il mancato adeguamento delle pensioni.
Come abbiamo detto, il sottosegretario ai Trasporti Armando Siri ha chiarito alcuni aspetti della manovra parlando di alcuni punti chiave principali. La protesta riguarderebbe il mancato adeguamento delle pensioni. Per Siri la protesta è da addursi al governo Monti. “Non siamo stati noi a bloccare l’adeguamento delle pensioni, ma Monti. Noi abbiamo ripristinato un poco l’aumento a favore delle pensioni più basse, intervenendo sulle altre. Si tratta di una cosa differente”.
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