È venuta a mancare la moglie di Dodi Battaglia, ovvero Paola Toeschi. Quest’ultima è stata al fianco di Dodi per tantissimi anni ed è morta lo scorso 6 settembre al 51 anni. A dare l’annuncio è stato lo stesso Dodi attraverso un comunicato che ha diffuso direttamente sui social network. “È con straziante dolore che vi comunico che questa mattina mia moglie Paola ci ha lasciati dopo una lunga malattia”. Queste le parole utilizzate da Dodi Battaglia per comunicare la scomparsa della moglie che è stata al suo fianco per tanti anni. Ma cosa conosciamo di Paola Toeschi che in realtà è la terza moglie del cantante dei Pooh e mamma di sua figlia Sofia.
Paola Toeschi, chi era la moglie di Dodi Battaglia
La donna era originaria di Borgomanero in provincia di Novara e vive insieme al marito e alla figlia a Bologna. Negli anni era diventata un’attrice e pare che fosse piuttosto nota per avere lavorato anche nella pubblicità. Dodi Battaglia è stato sposato 3 volte ed ha 4 figli. Nello specifico ha avuto due figlie di nome Sara Elizabeth e Serena Grace nate dalla prima moglie Luis. Poi è stato per diverso tempo con Loretta Lanfredi dalla quale ha avuto un figlio di nome Daniele nato nel 1981 anche lui un noto cantante. Dodi Battaglia ha sposato poi Paola nel 2011, dopo aver vissuto insieme a lei diversi anni. Nel 2005 poi hanno avuto la loro prima figlia Sofia.
La scoperta della malattia
Purtroppo nel 2010 è arrivata una notizia davvero terribile che ha sconvolto la vita sia di Dodi ma soprattutto quella di Paola. A quest’ultima è stato diagnosticato un tumore al cervello ed in tutti questi anni si è sottoposta a diverse terapie, operazioni chirurgiche fino ad una prima guarigione. Di tutto questo ne ha parlato in un libro intitolato Più forte del male. “Era ottobre 2010. Fino alla sera prima stavo bene, il mattino dopo la crisi e la diagnosi: tumore al cervello. Il mondo ti cade addosso”. Questo quanto riferito dalla stessa Paola nel corso di una intervista rilasciata alla stampa nel 2015. “Pensavo a mia figlia, che era piccolina e sarebbe rimasta sola, e mi chiedevo perché fosse capitato a me”.
La fede
In tutti questi anni Paola però ha trovato conforto nella fede, soprattutto dopo aver fatto un pellegrinaggio a Medjugorje. “Non ero una credente, o meglio avevo una fede superficiale. “Poi un giorno, dopo l’intervento, leggo il libro di uno psichiatra francese, David Servan-Schreiber, che consigliava la preghiera come strumento terapeutico: scandisce il tuo respiro, ti aiuta a tranquillizzarti. È quello che ho fatto, in modo molto banale, mi aiutava a stare meglio. [A Medjugorje] Ci sono andata la prima volta nel giugno del 2013, non so cosa mi sia successo. So però che da quel momento ho iniziato ad avere una gioia intensa, quel luogo mi ha trasmesso un’energia enorme. Ho iniziato a pregare, a ringraziare la Madonna per il regalo che mi aveva dato. Ho ringraziato per la malattia, perché se non ci fosse stata non avrei potuto avere questa esperienza”. Questa la testimonianza di Paola.
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