Anche il suo grande nemico – ma loro direbbero di essere stati solo avversari – gli ha reso omaggio. “Non abbiamo mai fatto finta di essere amici”, ha scritto Max Biaggi parlando della rivalità con Valentino Rossi, “ma le nostre sfide sono state le più belle del motociclismo.
Magari un giorno ci faremo qualche risata davanti a un bicchiere. Buona vita, Vale”. È la fine di un’epoca, Valentino se ne va, il Dottore si ritira. L’ha comunicato tre giorni prima di correre il Gran premio di Stiria, in Austria, dove è arrivato tredicesimo. È una decisione che era nell’aria. Fabio Quartararo, attualmente primo nella MotoGp, ha 20 anni meno di lui, Johann Zarco, il secondo in classifica, 11, Joan Mir, terzo, 20.
Pecco Bagnaia, che è quarto, non solo è nato che Rossi compiva la maggiore età, ma è cresciuto sportivamente proprio nella scuderia Sky VR46, quella nata dall’unione della squadra di Valentino e dal team Sky. Sorridendo Valentino ha detto che gli sarebbe piaciuto correre per altri due decenni sulle due ruote (ora, ha detto, guiderà le auto), gareggiare con il fratello Luca. Ma il tempo è il solo avversario che nemmeno il Dottore può battere.
Mamma Stefania sostiene che è stata una scelta giusta: «In questo momento mi sento di dire che è la decisione logica. Sono pronta, come lo è lui». Papà Graziano non si rassegna: «Speravo continuasse», ha detto. Uccio, Alessio Salucci, l’amico di sempre (guardavano insieme da bambini le gare di moto), quello che l’ha seguito ovunque nel mondo, che l’ha accompagnato, protetto, consolato, si è emozionato: «Conosco la scelta di Vale da qualche giorno, ma una cosa è saperlo, l’altra è quando Vale la rivela a tutto il mondo. Non mi aspettavo mi facesse questo effetto. Ho provato a parlargli anche questa mattina in aereo, ma non ha funzionato…
Sì, speravo continuasse, ma quello che decide lui va bene ». Non si vedrà un altro come lui per molti e molti anni. «Lui è il Michael Jordan del motociclismo », ha detto Joan Mir, campione del mondo in carica nella MotoGp. Rossi è stato il più forte di tutti, il più forte nella storia. Aggressivo e determinato, con un carattere in grado di imporsi, in pista e fuori. Lo si capì subito, nel 1996 (25 anni fa!) al suo esordio nella classe 125: alla sua prima stagione riuscì a vincere il gran premio della Repubblica Ceca, a Brno. L’anno dopo divenne campione mondiale. Primeggiò ancora nel 1999 nella classe 250. Nel 2000 esordì nella classe regina: la 500.
Dominò nel Mondiale tre volte di seguito in sella a una Honda. Nel 2004 aveva già costruito il suo mito. Decise di cambiare, passò dalla Honda alla Yamaha e tutti gli diedero del pazzo perché la Yamaha, rispetto alla Honda, era un mezzo inferiore. E invece lui trionfò. A Welkom in Sudafrica fece una gara capolavoro battendo Max Biaggi di soli due centesimi. I due già si stavano antipatici: qualche anno prima avevano litigato in un ristorante di Suzuka, in Giappone. Nel 1997, dopo una vittoria in 125, Valentino fece il giro d’onore portando in sella una bambola gonfiabile con il nome Claudia Schiffer. Era una presa in giro di Biaggi che in quei giorni, si diceva, usciva con Naomi Campbell.
Tre anni dopo i due vennero anche alle mani, sulle scale che portavano alla premiazione di una gara. Lo scontro si concluse con uno schiaffo di Max a Valentino. Schiaffi o meno, Valentino si è sempre divertito un mondo. Vinceva e giocava. A bordo pista improvvisava scenette, come quando si travestì da Robin Hood o quando si fece multare in pista dagli uomini della Yamaha vestiti da vigili urbani. O quando a fine gara si gettò di corsa in un finto gabinetto. Non tutti amavano questa sua esuberanza, e l’essere sempre circondato da un impenetrabile cerchio magico che lo accompagnava ovunque. Ma Valentino non se ne curava.
Con il numero 46 ben stampato ovunque, correva più forte di tutti. Gli anni dal 2001 al 2005 furono magici, con cinque campionati del mondo di fila portati a casa. Ne ha vinti nove in totale, ha sfiorato il decimo nel 2015, sfumato dopo una gara dall’intensità storica sul circuito di Sepang, in Malesia (lo stesso dove quattro anni prima era morto il giovane ”delfino” di Valentino, Marco Simoncelli), combattuta a sorpassi e a sportellate con il giovane Marc Marquez, accusato dallo staff di Rossi di favorire il rivale in classifica dell’italiano, Jorge Lorenzo. Vinceva e si divertiva, Valentino, accompagnandosi a donne bellissime.
Un flirt mai confermato con Elisabetta Canalis, uno con Fernanda Lessa, un altro con Maddalena Corvaglia. E poi i fidanzamenti, quelli importanti: con Martina Stella, nel 2001, divenuta celebre proprio quell’anno con L’ultimo bacio, poi con Arianna Matteuzzi, e la relazione lunga con Marwa Klebi e quella, ancora più lunga, con Linda Morselli. Modella di intimo, ex miss Lombardia, quando le chiesero chi fosse il suo campione preferito rispose: «Valentino Rossi». Lui le telefonò, stettero insieme quattro anni, dal 2012 al 216. Nel 2018 è nato l’amore con Francesca Sofia Novello, anche lei modella, in molti la chiamano la Brooke Shields italiana per la somiglianza con l’attrice americana.
Con lei, ora, Rossi avrebbe progetti seri, le nozze, una famiglia. «È un po’ che ci penso», aveva raccontato qualche mese fa, «credo di aver trovato la ragazza giusta. Vorrei uno o due figli, anche perché dopo passano gli anni e ti annoi, così invece ne vale la pena». Dopo il ritiro l’ha confermato, ma ha aggiunto, a metà tra il serio e il faceto: «Prima però vorrei qualche mese di ferie senza essere né pilota né papà». Vedremo. Anche perché niente ha mai distratto finora il Dottore dal suo mondo, costruito con e per i suoi amici. Lui lo chiama il ranch e lo descrive così: «Abbiamo una pista da motocross che abbiamo modificato un po’. Poi abbiamo un ovale piatto come in America e un percorso più lungo, di 2,5 chilometri».
È questo il tempio di Valentino, dove ospita gli amici, da Cesare Cremonini a Max Pezzali e Marco Materazzi. Jovanotti e Gianni Morandi qui hanno girato il video di L’allegria. Valentino quella canzone l’ha ballata, divertendosi. In quei giorni forse già aveva deciso cosa avrebbe detto del suo ritiro. Quando ha sorriso come al solito però gli occhi erano anche un po’ tristi. Perché, maledizione, a ripensare a quel decimo titolo…
Add comment