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Milan sei davvero una grande? Stasera all’Olimpico è l’ora di dimostrarlo, anche se sarà uno scontro diretto. Già, perché questo 2021, sembra tanto il 2019. Il nuovo anno non è iniziato bene per il Milan, ma soprattutto è tornato un difetto che aveva caratterizzato i primi mesi della gestione Pioli, ma anche quelle precedenti di Giampaolo e in parte Gattuso: l’allergia agli scontri diretti. Nel 2020 il Milan era stato uno schiacciasassi e dopo aver perso in maniera rocambolesca il derby di febbraio – dal vantaggio per 2-0 nel primo tempo al ko per 4-2 -, dopo la pausa forzata per Covid, i ragazzi di Pioli avevano sovvertito una maledizione che durava da diverse stagioni, non perdendo più una sfida contro una delle prime sette in classifica.
Un ruolino di marcia quasi perfetto che aveva permesso al Milan di trasformarsi da brutto anatroccolo a cigno, di lasciare le sabbie mobili delle annate senza arte né parte, per entrare finalmente nel salotto buono della zona Champions. Fra giugno e agosto i rossoneri avevano battuto Roma, Lazio e Juventus, pareggiando con Napoli e Atalanta, ma soprattutto nelle dodici giornate disputate in estate avevano collezionato più punti di tutti, 30, vincendo idealmente lo scudetto del post lockdown. E avevano fatto il salto di qualità, confermato anche nella prima metà di questo campionato, giocato ovviamente nel finale del 2020: vittoria nel derby, pareggio interno con la Roma e due bei successi con Napoli e Lazio. Poi però, è arrivato il 2021…
Nel nuovo anno il Milan è tornato a indossare l’abito sgualcito del passato, quello un po’ dimesso che metteva nelle serate di gala: Giampaolo aveva giocato solo il derby nella sua gestione e lo aveva perso; Gattuso nell’annata ’18-19 aveva ottenuto 3 vittorie, 4 pareggi e 5 sconfitte nelle 12 gare contro le solite sei (dunque con una media punti di 1.08 a incontro). Anche Pioli aveva iniziato il suo cammino con un terribile finale di 2019 contro le big: pareggio col Napoli e ben quattro sconfitte con Roma, Lazio, Juventus e soprattutto Atalanta, quel 5-0 a Bergamo prima di Natale che aveva spinto Maldini e Boban a richiamare Ibrahimovic. Poi, come detto, era arrivato il ko nel derby e la sosta per Covid, prima della rinascita. Un volo, però, che da gennaio è iniziato a calare bruscamente. La frenata del Milan nell’ultimo periodo è evidente, il calo fisico pure.
E negli scontri diretti è tornata l’idiosincrasia pre-2020. La sconfitta interna con la Juventus per 3-1 il giorno della Befana poteva anche starci, ma poi sono arrivate altre cadute robuste come quella contro l’Atalanta a Milano il 23 gennaio: 3-0 e pochi appigli a cui aggrapparsi. Come nel derby di settimana scorsa, pure lui terminato per 3-0 con Donnarumma e compagni in gara solo per pochi minuti e stoppati da super Handanovic. Con l’Inter, per altro, era arrivata anche l’eliminazione nei quarti di Coppa Italia. Se c’è un motivo per sorridere, è che le sconfitte sono tutte arrivate a San Siro e stasera il Milan giocherà a Roma, con la squadra di Fonseca contro cui iniziò il ciclo d’oro di Pioli l’estate scorsa. Il 26 ottobre scorso a Milano finì invece 3-3 e probabilmente il Milan avrebbe vinto se Donnarumma non fosse stato fermato da una falsa positività al Covid (giocò Tatarusanu, peggiore in campo con l’arbitro Giacomelli che si inventò due rigori, uno per parte). Il Milan cercherà quindi di sfruttare il fattore trasferta e il fatto che la Roma sia l’altra big che negli scontri diretti balbetta. Basterà? Di sicuro stasera i rossoneri si giocano una fetta importante del loro destino in campionato.
Aggrappati a Zlatan e alla sua voglia di rivalsa. O di cantare, se volete. Questa sera il Milan farà visita alla Roma e si affiderà ovviamente al suo totem, a Ibrahimovic, a secco da venti giorni, quando il 7 febbraio realizzò una doppietta al Crotone. Dopodiché, in campionato, scena muta con Spezia e Inter, col Milan fermo a zero punti e altrettanti gol segnati. C’è bisogno di Ibra e Ibra deve inviare risposte a 48 ore dall’inizio della sua contestatissima presenza da ospite fisso al Festival di Sanremo.
Gol per il Milan, per sé stesso e perché no, per rispondere idealmente ai 28 punti realizzati nella notte fra venerdì e sabato da LeBron James nella vittoria dei suoi Los Angeles Lakers su Portland. Ovviamente non sono i punti in campo del più grande cestista dei nostri tempi a caricare Ibra, quanto le dichiarazioni del “Re” che dopo la partita ha risposto alle frasi dello svedese rilanciate giovedì dal sito della Uefa. Un botta e risposta fra ex vicini di casa a distanza di quasi diecimila chilometri.
Ibra aveva detto: «Quello che fa LeBron è fenomenale, però non mi piace quando le persone con qualche tipo di “status” parlano di politica. Fai quello in cui sei bravo: io gioco a calcio perché sono il migliore nel giocare a calcio, non faccio politica. Questo è il primo errore che le persone famose fanno quando si sentono arrivate». Ovviamente James non si è lasciato sfuggire l’opportunità di rispondere a colui che si definisce il “Dio” del calcio: «E’ divertente che queste parole vengano da lui, perché nel 2018 in Svezia ha fatto le stesse cose. Non era stato lui, quando era tornato in patria, a dire che sentiva un certo tipo di razzismo in campo solo perché il suo cognome era diverso da quello degli altri? Sono la persona sbagliata da criticare perché parla di politica senza saperne niente – ha tuonato LeBron – Mi preparo prima di parlare, i miei commenti arrivano da una mente molto educata. Non c’è modo che io stia zitto, che mi limiti allo sport: capisco quanto sia potente la mia voce, quanto usando la mia piattaforma possa aiutare a combattere le ingiustizie, quelle che vedo nella mia comunità».
La diatriba fra Ibra e LeBron è stata solo l’ultima goccia di una settimana… frizzante per lo svedese. Domenica scorsa Zlatan ha perso il duello personale con Lukaku nel derby: l’Inter ha vinto nettamente la partita, il belga ha segnato un gol e servito un assist, mentre Ibra – comunque il migliore dei suoi – è stato stoppato da Handanovic. Lunedì, per il ko nel derby e per le polemiche per Sanremo, ha ricevuto il suo sesto “Tapiro d’oro” («con l’Inter è stata dura, abbiamo commesso tanti errori, ma ci riprenderemo»), ma questo non gli ha fatto cambiare i suoi progetti. Ibra è andato dritto per la sua strada e ha stilato con il club un programma per rimanere in forma da Sanremo e non far mancare comunque il suo apporto alla squadra. Dopo la partita di stasera – qualunque risultato arriverà, la sua agenda sanremese non subirà cambiamenti – Ibra si allenerà a Milanello domani, quindi martedì lo farà in riviera prima di partecipare alla prima serata del Festival. Mercoledì tornerà a Milano per il turno infrasettimanale con l’Udinese, quindi giovedì si allenerà a Milanello prima di tornare a Sanremo dove rimarrà fino a sabato, lavorando con un preparatore messogli a disposizione del club. Domenica mattina, poi, raggiungerà Verona per la sfida ai gialloblù. «Ibra a Sanremo? Ne avete parlato voi, non noi – ha chiosato ieri Pioli -. Lui pretende tanto da sé stesso e dai compagni, è motivato e sereno, è concentrato sulla partita con la Roma come lo siamo tutti noi». La speranza è che Ibra faccia come il suo “nemico” Lukaku. Prima del derby, infatti, Conte disse: «Romelu a Sanremo? C’è da cantare domani a San Siro». Ecco, che Ibra inizi a scaldare la voce… o meglio, i piedi, già da stasera all’Olimpico.
Prima che martedì si accendano le luci d! Sanremo, toccherà stasera al riflettori dell’Olimpico. Prima del palco da super ospite del Festival. Zlatan Ibrahlmovfc cercherà di rubare la scena su un campo di calcio. Come da tradizione, specialmente contro la Roma: è l’avversaria più affrontata In carriera e la vittima più trafitta In A insieme a Parma e Palermo. Da oggi e per tutta la setti -mana che si aprirà Ibra sarà al centro dell’attenzione, altro presupposto a cui è abituato: un po’ meno, specie da stella del Mllan. è finire nel mirino della critica. Zlatan rossonero non è piaciuto quando ha attaccato Lukaku nel derby di coppa, lasciando la squadra In dieci ed esponendo i suoi alla rimonta nerazzurra. In pochissime altre occasioni 1 milanisti lo hanno accusato di avere atteggiamenti sopra le righe, mal hanno dubitato della sua professionalità. Stavolta l’agenda di Ibra è finita sotto accusa: 1 tifosi, ed è quello che si Intuisce facilmente leggendo 1 commenti social, avrebbero preferito vederlo in allenamento a Mllanelk) piuttosto che In teatro. Zlatan lo sa e vuole riconquistare il sostegno del pubblico con qualche numero che incida sulla partita. Stefano Pioli è sulla stessa lunghezza d’onda: «Ne avete parlato voi. non noi. Lui pretende tanto da sé stesso e dal compagni, è motivato e sereno, è concentrato sulla partita come lo slamo tutti».
Reazione obbligata
Il momento ha complicato la situazione: senza il traballante Inizio di 2021 anche la presenza di Ibra all’Artston sarebbe stata meno discussa. Invece il Mllan stasera cerca un successo che manca dal 7 febbraio contro il Crotone: da allora in campionato sono arrivate solo sconfitte (due, contro Spezia e Inter) e In coppa solo pareggi (a Belgrado e giovedì In casa con la Stella Rossa).Quattro partite senza successi e quattro gare senza 11 contributo In zona gol di Zlatan: un caso o forse no. Da capolista in fuga, li Mllan si ritrova a dover vincere all’Olimplco per non perdere 11 passo di Conte: non solo, senza I tre punti rischierebbe di ritrovarsi in lotta per la Champions con chi insegue, In un assembramento che fino a poche settimane fa aveva evitato grazie al distanziamelo in classifica.
In questo contesto Ibra lascerà 1 compagni per allenarsi tre giorni da solo in Liguria dove sarà seguito da un preparatore e un fisioterapista del club: sa rà martedì a Sanremo per la prima serata, mercoledì a San Siro per la partita contro l’Udinese. giovedì a Mllanello per il defaticante e poi in riviera fino a sabato, ultima serata di gala e viglila di Verona-Mllan. Il miglior modo per salutare la squadra è un abbraccio dopo un gol, quando allargando le braccia Ibra sembra poter stringere a sé tutti I compagni.
La Roma è la squadra che più volte ha assistito a questo rito: in Serie A Ibra ha segnato dieci volte al glallorossi, la prima con la maglia della Juventus (novembre 2005), poi con quella dell’Inter (tre gol) e Infine con 11 Mllan, gli ultimi sei. compresa la doppietta dell’andata. La Roma era nel suo destino: è stata la prima squadra Italiana colpita In Champlons League. Allora 11 ventunenne Zlatan vestiva la maglia del-l’Ajax: era 11 IO dicembre 2002. 6655 giorni fa. e segnò al glal-lorossl di Capello il gol dell’ 1 a 0 (finale 2 a 1. Lftmanen e Batl-stuta). In totale, compresa anche la Coppa Italia, sono 12 gol In 20 partite. Ed è sempre la Roma la squadra che In carriera Ibra si è trovato davanti più volte: 201 glallorossi, 171’Inter. 15 1 francesi del Saint Etienne. Stasera Zlatan tornerà titolare dopo il turn over europeo: con la Stella Rossa era stato Leao il padrone dell’area, esperimento non riuscito e a cui lo stesso Ibra aveva cercato di rimediare nel secondo tempo. La prova opaca costerà probabilmente a Rafa 11 posto In attacco, superato anche da Reblc sulla sinistra. In attesa che tomi MandzuklC: a inizio settimana sa ranno definiti 1 tempi di ripresa. Nel frattempo tocca ancora a Ibra, In un’altra settimana In cui verrà chiamato agli straordinari: solo che stavolta 11 lavoro sarà diviso tra calciatore e showman. Uno show stasera da centravanti sarebbe 11 modo migliore per Iniziare.
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