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Streaming Web Verona – Juventus diretta tv e live gratis dove vedere Sky o Dzan



Dove e come vedere la partita

Verona Juventus sarà in diretta TV su sky sport  al numero 202 e 249 del satellite ed ancora numero 473 e 483 del digitale terrestre. Il meteo sarà ancora visibile su Sky Sport numero 251 del satellite. Verona Juventus sarà anche in diretta streaming per gli abbonati con Sky Go e sarà anche visibile per i clienti sulle moderne smart tv che sono compatibili con l’app. Il match sarà anche online su Now tv, ovviamente dopo aver effettuato la registrazione al sito e dopo aver acquistato uno dei pacchetti disponibili. Non sarà trasmessa in chiaro.



L’a arrivo inaspettato a punto fermo per il futuro. Questa è la traiettoria disegnata per Weston McKennie, presentatosi sconosciuto ai più a fine estate e ufficializzato dalla Juventus il 29 agosto, il giorno successivo al 22esimo compleanno dello statunitense. La giovane età e la provenienza da una squadra come lo Schalke 04, un tempo gloria della Germania e oggi in profonda in crisi (finanziaria e tecnica), lasciavano pensare a un riempitivo di centrocampo. Nulla di più sbagliato.

A McKennie è bastato pochissimo per convincere Andrea Pirlo, prendendosi la Juventus e facendo innamorare i tifosi. Un rendimento che avrebbe ormai convinto la società a compiere il passo definitivo la prossima estate, trasformando in acquisto definitivo quello che era stato siglato come prestito con diritto di riscatto per 4,5 milioni. Un diritto che diventava obbligo per 18 milioni e mezzo – pagabili in tre esercizi – al raggiungimento di determinati obiettivi sportivi, non specificati chiaramente come per Federico Chiesa (ma si suppone legati al rendimento in Europa), cui aggiungerne altri 7 per ulteriori diritti.

Un passo importante dal punto vista finanziario, ma che il club bianconero si appresta a compiere di buon grado, visto il ragionamento da fare su McKennie a tutto tondo. Soprattutto, trattandosi di calcio, c’è quanto lo statunitense sta offrendo sul campo. Le sue partite confermano come stia nascendo una nuova generazione a stelle&strisce che potrebbe regalare soddisfazioni al Mondiale che verrà organizzato in casa insieme con Canada e Messico nel 2026. Lo juventino è leader di un gruppo interessantissimo, insieme con il “gemello” Christian Pulisic (suo grande amico, nato due settimane dopo: il 18 settembre): da Sergino Dest al neoromanista Bryan Reynolds, fino al 18enne Giovanni Reyna. Ragazzi che fanno la gioia del ct Gregg Berhalter che, a settembre, aveva detto: «Juve, ti innamorerai di McKennie».

Una profezia puntualmente realizzatasi perché Weston, una volta entrato, si è rivelato l’elemento giusto per il calcio pensato da Pirlo. Lo fa con duttilità, interpretando al meglio il ruolo di centrocampista incursore che parte dalla fascia destra per spostarsi in orizzontale sulla trequarti. E lo fa con intelligenza, quando viaggia tra le linee e crea densità in area, aprendo spazi ai compagni e cercando in prima persona la conclusione: «È umile e ha voglia di migliorare – il giudizio del tecnico -. È uno sano, sa di essere solo all’inizio ed è un bel punto di partenza». Un giudizio che diventa più convinto in questi giorni, quando un problema alle anche tormenta McKennie: «È una roccia, stringe i denti perché siamo contati». Un aspetto che non gli pesa, perché alla Juventus si è trovato a casa fin dal primo giorno. Lo aiuta un carattere solare (l’altro aspetto di cui tenere conto), che lo fa andare d’accordo con tutti. Soprattutto con Juan Cuadrado, con cui forma un solido asse dentro e fuori la squadra: «Tra noi c’è un legame mentale», aveva detto lo statunitense dopo il gol al Barcellona.

E lo aiuta il fatto di essere una persona non solo ricca e famosa, ma ben addentro alle vicende del mondo. Il colore della pelle è un acceleratore da questo punto di vista, da subito McKennie ha dovuto confrontarsi con il razzismo, cui ha ribattuto con decise prese di posizione: il 30 maggio, ai tempi dello Schalke, indossò contro il Werder una fascia in cui cui chiedeva giustizia per George Floyd, l’afroamericano ucciso da un agente della polizia a Minneapolis, ed è chiaro il suo sostegno al movimento Black Lives Matter. «Sono un americano e sono un nero americano: sento il bisogno di portare questa coscienza dappertutto», ha sottolineato. Il tutto senza dimenticarsi del natio Texas, nei giorni scorsi alle prese con una ondata di freddo mai vista prima, che ha portato morte e disagio (“Pray for Texas”, ha postato sui social). Stati Uniti nel cuore e Torino nel futuro perché, come ha raccontato il suo agente David Muller a dicembre, «Weston vuole la scrivere la storia della Juve».

La conferma di Weston McKennie non è mai stata in discussione. E in vista di giugno anche sul mercato in entrata la Juventus sembra avere già le idee chiare. Il focus della dirigenza bianconera è legato al centrocampo, il reparto che ha probabilmente bisogno di una risistemata sotto il profilo della qualità e della personalità. Il che non significa affidarsi a un giocatore anagraficamente stagionato, ma di sicuro occorrerà lavorare di fantasia e creatività per insufflare aria nuova in un settore in cui manca qualcosa. Detto che non mancheranno ulteriori accostamenti mediatici tra Paul Pogba e i bianconeri – secondo radiomercato, la presenza di Mino Raiola è comunque garanzia di uno spiraglio aperto per un bis di Polpo – ai piani alti della sede della Continassa il nome di Manuel Locatelli resta il preferito per tutta una serie di ragioni.

Italiano, giovane (è un ’98), l’ex milanista avrebbe solo tre anni di esperienza alle spalle prima di legarsi ipoteticamente alla Juve, ma in quest’arco di tempo è talmente maturato prendendosi responsabilità sempre maggiori e rispondendo alla grande alle pressioni inevitabilmente crescenti sul suo conto, al punto che il famoso gol decisivo per l’1-0 del Milan sui bianconeri il 22 ottobre 2016 – griffato Locatelli, appunto – pare quasi un dettaglio. Il club campione d’Italia in carica ha provato più volte a prendere il mediano nelle scorse sessioni di mercato: non c’è riuscito, ma ha probabilmente posto una base importante perché se ne riparli a breve. C’è un grosso problema, tuttavia: il Sassuolo, con cui il ragazzo ha un contratto fino al 30 giugno 2023, vuole soldi cash e l’attuale valutazione di 35 milioni cozza con i piani juventini. Però i rapporti tra le società sono così buoni che non si farebbe fatica a trovare un punto d’incontro qualora collimassero le rispettive esigenze. Verrà il momento in cui gli emiliani dovranno cedere Locatelli e le volontà di quest’ultimo avranno il loro peso. I bianconeri ritengono che nel rapporto qualità/prezzo l’obiettivo primario non possa non essere l’ex rossonero.

Ciò non toglie né che il Sassuolo sia restio all’ipotesi di accettare una contropartita tecnica che riduca l’esborso juventino, né che la squadra mercato bianconera lavori sotto traccia su più nomi. Compresi quelli di calciatori dalle caratteristiche differenti, ma non tali da stravolgere strategie e obiettivi: instillare altra qualità, innanzitutto. In questo senso il 22enne Houssem Aouar non va scartato nell’ottica bianconera. Come Locatelli, il franco-algerino va in scadenza tra due stagioni anche se i costi già si sono impennati fino ai 50-55 milioni di base. Nella squadra di Rudi Garcia gioca Mattia De Sciglio in prestito secco dalla Juventus: nulla vieta che il terzino sia oggetto di una nuova negoziazione finalizzata al riscatto del cartellino da parte dei transalpini e nel caso ad abbuonare il costo dell’operazione Aouar, ma al momento si tratta unicamente di scenari. Fermo restando, però, che il contratto del laterale scade nel 2022: in estate una decisione dovrà essere presa, in un senso o nell’altro. Secondo un’altra ipotesi circolata in Francia, al Lione potrebbe essere girato Douglas Costa, altro giocatore dal futuro in bilico considerando che il Bayern Monaco per ora non ha voglia di riscattarlo. A proposito di indiscrezioni: in Germania insistono, Corentin Tolisso – già obiettivo juventino prima che nell’estate 2017 firmasse per i bavaresi – cambierà squadra a un anno dalla scadenza del contratto.
Andrea Pirlo si affida al… fattore C. Dove la C sta evidentemente per Chiesa, dato che di fortuna – a giudicare dal numero e dal peso specifico degli indisponibili – il tecnico bianconero in questo momento ne ha ben poca. Il miglior frangente per avere Fede, allora, e per abbeverarsi a piene mani alla fonte dell’ex Fiorentina. Che questa sera a Verona, per l’effetto domino innescato dall’arretramento di Alex Sandro nella difesa a tre, sarà con ogni probabilità chiamato ad agire lungo tutta la corsia di destra. Con il compito di assicurare una prestazione “a tutta fascia” a base di corsa, fisicità e uno contro uno. Esattamente le qualità che ieri, in conferenza stampa, Pirlo ha attribuito alla squadra di Ivan Juric, tra gli avversari peggiori da incrociare per una Juventus inevitabilmente stanca e ai minimi termini. Ma comunque decisa a dare battaglia, per proseguire nella rincorsa al decimo scudetto di fila. Sarà determinante la prova del numero 22 bianconero, sulla stessa corsia che potrebbe essere presidiata (il tecnico deciderà all’ultimo momento) da uno degli esterni emergenti più interessanti del campionato, ovvero quel Federico Dimarco che si presenterà fresco all’appuntamento del Bentegodi dopo un turno di squalifica. Motivo per cui Chiesa dovrà trascinare i compagni con una nottata all’altezza di quella contro il Milan a gennaio, quando a San Siro – doppietta a parte, per quanto non esattamente un dettaglio – si sdoppiò arretrando fin quasi a comporre una linea a cinque in fase difensiva e mettendo a ferro e fuoco la retroguardia rossonera in fase offensiva. Buona parte del successo passò dal suo braccio di ferro vinto e stravinto contro un cliente del calibro di Theo Hernandez, di cui mise a nudo tutti i limiti.
Sulla corsia opposta, invece, agirà quel Federico Bernardeschi alla costante ricerca di una scossa che possa permettergli di ritrovare la fiducia perduta. Intanto, ieri, ha incassato quella di Pirlo: «Ci sono parecchie possibilità che giochi e che lo faccia dall’inizio: sta bene e, soprattutto, è uno dei pochi capace di star sempre bene». A lui, allora, il compito di assicurare innanzitutto equilibrio ad una squadra che, in mezzo al campo, ritroverà Adrien Rabiot dopo il turno di squalifica scontato con il Crotone. Al suo fianco il solito Rodrigo Bentancur, qualche metro più avanti – ad agire tra le linee gialloblù – dovrebbe trovare posto Weston McKennie, con Aaron Ramsey unica freccia in panchina che non sia stata pescata dalla faretra dell’Under 23. Pressoché obbligate le restanti scelte: in difesa, in contumacia delle assenze di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, agirà la coppia baby composta da Matthijs De Ligt e Merih Demiral, mentre a supportare l’imprescindibile Cristiano Ronaldo sarà ancora Dejan Kulusevski.

alternative

Gli stessi uomini (non pare arrivato il momento di Dragusin) potrebbero consentire a Pirlo due alternative per mantenere il solito assetto variabile, con il 4-4-2 in fase difensiva e Chiesa lasciato più alto. Una vedrebbe Demiral allargarsi a destra e Bernardeschi abbassarsi a sinistra, con De Ligt e Alex Sandro centrali. L’altra invece prevederebbe Bernardeschi a destra, ma sempre con il compito di abbassarsi a terzino in fase difensiva, e Alex Sandro ad allargarsi a sinstra, con Demiral e De Ligt in mezzo.

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