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La gara col Verona sembra una pericolosa appendice al caso Dzeko. L’anomala conferenza stampa di Paulo Fonseca – tra reiterate domande sul bosniaco al quale il tecnico non risponde e l’assenza di interlocutori per disposizioni anti-Covid che possano pungolarlo dal vivo – verte quasi esclusivamente sulla nuova esclusione dell’attaccante. Per questo l’incrocio con Ivan Juric, diventa ancora più insidioso di quanto non lo sia già sulla carta.

L’unico a rendersene conto sembra essere proprio il portoghese che a fatica prova a spostare i discorsi monotematici sulla partita: «Il Verona subisce pochi gol non solo per il portiere, sono la miglior difesa perché hanno un’ottima fase difensiva. Marcano a uomo, ma non lasciano giocare le altre squadre. E contro le grandi fanno sempre bene, è davvero difficile giocare contro di loro». La Roma ritrova però Mkhitaryan: «Giocherà titolare, Mirante no». Senza Dzeko, quindi, ancora in castigo, al centro dell’attacco spazio per Borja Mayoral: «Sono molto soddisfatto di lui, lavora molto per la squadra, sappiamo che per un attaccante giovane e straniero non è facile, ma sta vivendo un buon momento»

A Trigoria continuano a considerare lo spagnolo un “secondo”. I numeri però sono dalla sua parte: lo spagnolo ha già raggiunto le 8 reti realizzate da Schick in 58 partite, superando ampiamente le 5 di Kalinic in 19 apparizioni. Inoltre, in caso di gol questa sera contro i veneti, Borja Mayoral eguaglierà il suo record personale di reti in una singola stagione (9) che risale all’anno scorso quando vestiva la maglia del Levante. In quella circostanza, però, impiegò 36 partite.

Gol in arrivo anche dal mercato. Ieri è stato ufficializzato il ritorno di Stephan El Shaarawy che tra l’altro coincide con l’esordio del Faraone in maglia giallorossa. Era il 30 gennaio del 2016 e l’attacante si presentò con uno splendido gol di tacco al Frosinone. Stasera resterà a guardare per essere già pronto nella prossima trasferta a Torino contro la Juventus: «El Shaarawy si adatterà bene al nostro sistema – spiega Fonseca -, conosce bene il calcio italiano, ha caratteristiche che possono aiutarci. Ogni volta che ho parlato con lui, ho sentito sempre la grande voglia di tornare qui. È un giocatore che ama la Roma».

E le parole del Faraone sembrano esser lì a confermarlo: «Quando arrivai a Roma la prima volta mi resi conto che questa città e questo club impiegano davvero poco tempo a entrarti dentro. Andandomene ho capito che ti restano nel cuore per sempre. Ora non vedo l’ora di tornare a lottare per questa maglia».
Il general manager Pinto, già sotto pressione dopo appena un mese, si gode il suo primo acquisto: «Tutti conoscono le qualità di El Shaarawy, ma in pochi sanno quanto sia stato forte il suo desiderio di tornare a lottare per la maglia giallorossa: la sua volontà e la sua adesione al nostro progetto hanno fatto la differenza e oggi siamo felici di poterlo accogliere a Roma», ha commentato il portoghese. Ad essere maligni sembra quasi un voler rimarcare le distanze con Dzeko. Distanza che da domani sera, in caso di permanenza, dovranno inevitabilmente accorciarsi. In ballo c’è la qualificazione in Champions League.

Parte il girone di ritorno, ma il Verona si presenta ai nastri di partenza con lo stesso spirito battagliero. Stesera, contro la Roma, la banda di Ivan Juric cercherà di realizzare l’ennesimo dispetto a una grande del nostro calcio. A finire in trappola con il Verona, nel corso dell’andata, sono stati tutte le nobili del campionato, eccezion fatta per l’Inter, che ha comunque patito il suo, al Bentegodi, per vincere di misura (2-1 e l’Hellas, quel giorno, era più bersagliato del solito dalle assenze). Con queste convinzioni il Verona è a Roma, mentre Juric valuta le scelte che rimangono da fare. In prima fila, quella che riguarda la punta centrale: Kalinic o il neo acquisto Lasagna? Sulla trequarti Barak e Zaccagni. A centrocampo ci sono già le certezze rappresentate da Ilic e Tameze. A destra Faraoni, a sinistra Lazovic, con Dimarco ancora abbassato sulla linea difensiva, con Dawidowizcz e Gunter favoriti per completare il trio. Sempre dietro ha recuperato Ceccherini, alternativa per una maglia da titolare, come Lovato. Pillola statistica: il Verona ha preso l’ultimo punto fuori casa con la Roma nel 2016, con cui ha vinto solamente una volta all’Olimpico, nel 1969, per 2-1. Insomma… un altro tabù da spezzare.

Parte il girone di ritorno e il Verona si appresta a far visita alla Roma. All’andata, al Bentegodi, finì 0-0. Ma ci fu un errore della dirigenza giallorossa, il famoso “caso Diawara”, e la squadra scaligera vinse per 3-0 a tavolino (il ricorso del club capitolino sarà discusso a febbraio). Con 30 punti in carniere, la squadra di Ivan Juric inizia il girone di ritorno con il desiderio di arrivare il prima possibile alla salvezza (quota 40 è a un tiro di schioppo) per poi capire se la zona Europa League può essere un traguardo alla portata del club. Per il momento, però, il tecnico del Verona si concentra solo sulla prossima gara di campionato e non crede affatto a una Roma in crisi. «Non scherziamo. La Roma – dice – è terza davanti a Napoli, Atalanta, Lazio e Juve. Non possiamo certo parlare di una squadra in difficoltà. Hanno tanti giocatori talentuosi, e per un certo periodo della stagione hanno giocato il miglior calcio in Italia. Affrontiamo una squadra di primo livello, con grande qualità e freschezza». Onore e rispetto dell’avversario, ma anche consapevolezza nei propri mezzi. Il marchio di fabbrica del Verona traspare dalle parole del tecnico croato: «Noi giochiamo sempre nello stesso modo, non cambieremo il nostro approccio alla gara. Cercheremo di fare il nostro gioco. Lo scorso anno non siamo stati fortunati contro la Roma, ma ogni partita ora per noi è un’occasione per continuare a fare punti».

Già, i punti. Trenta sono tanti per il Verona, al di là di ogni più rosea aspettativa. Ed è lo stesso Juric a leggere le varie fasi di un girone di andata così prolifico per la sua squadra: «I ragazzi nella prima parte del campionato sono stati fantastici per spirito e abnegazione, mentre poi con il tempo, e recuperando giocatori, siamo riusciti a chiudere molto bene la prima parte del campionato. Ora vedremo dove potremo arrivare». Dove può arrivare il Verona se lo chiedono un po’ tutti, anche in considerazione del fatto che durante il mercato si è rinforzato con l’ingaggio di Kevin Lasagna e Stefano Sturaro. «Lasagna – riprende Juric – ci può dare tanto. Per me lui è un attaccante veloce, che ha la giusta tecnica per poter dare anche un apporto importante alla manovra. Può giocare sia da solo in avanti che con Kalinic, mentre non lo vedo sulla trequarti. Se può debuttare da titolare già contro la Roma? Sì, giocherà uno fra lui e Kalinic. Fisicamente sta bene, ha sempre giocato, quindi può partire dal primo minuto. Quanto a Sturaro, abbiamo voluto puntare su un giocatore che potrà diventare molto importante per noi. Sapevamo che non sarebbe stato subito a disposizione, ma meglio lui di un giocatore meno qualitativo ma già pronto per essere utilizzato».

Idee chiare quelle di Juric, contento perché la società sta iniziando a investire su giocatori di proprietà e lusingato anche dai complimenti che lui, in prima persona, sta continuando a ricevere grazie al gioco – e ai punti – del suo Verona. «Sono molto soddisfatto di come stiamo lavorando a livello di staff e lo dico senza falsa modestia. Stiamo facendo un ottimo lavoro. Però conosco il calcio e so che i giudizi in questo ambiente cambiano molto in fretta, quindi dobbiamo stare attenti e non perdere mai la concentrazione. C’è tanto da lavorare, io e il mio staff siamo unicamente concentrati a fare bene qui, cioè a fare bene a Verona e col Verona». Una dichiarazione che parrebbe essere fatta apposta per smorzare le tante voci sul suo futuro che in questi giorni si rincorrono. Juric fa sapere che è concentrato solo sul Verona, club con il quale si è legato anche per i prossimi due anni, ed è qui che sogna di prendersi quelle soddisfazioni che sono il pane quotidiano per chi opera nel mondo del calcio: la conquista di risultati importanti.



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