Nelle ultime settimane tanto si è parlato del riscatto della laurea, ovvero di quella possibilità che dà modo di poter conteggiare gli anni di studio universitario nel calcolare finale degli anni contributivi. Quelle che sono ad oggi le ultime notizie riguardanti proprio le pensioni e la possibilità di poter usufruire di questo il riscatto della laurea che potrebbe avere un ruolo davvero molto importante nel calcolo degli anni dei contributi versati per il nuovo sistema delle pensioni Quota 100. Vediamo di capire, dunque, in cosa consiste come funziona e come poterne usufruire. In tema di modifica della riforma pensioni, si pensa quindi all’introduzione di Quota 100, una misura tanto discussa e tanto attesa.
Si tratta di due misure quindi che potranno dare la possibilità a più persone di raggiungere la pensione anticipata. Il riscatto della laurea darebbe la possibilità ai fini pensionistici di poter riscattare gli anni universitari e quindi far valere gli anni di studi ai fini del pensionamento anticipato. Nel caso in cui la manovra dovesse andare in porto, vi potranno accedere soltanto e ovviamente coloro che hanno conseguito la laurea oppure qualsiasi altro titolo riconosciuto dallo stesso valore.
Questo vale anche per i disoccupati che al momento della domanda non risultano iscritti ad alcuna forma di previdenza e che non abbiano iniziato alcuna attività lavorativa in Italia o all’estero. Oltre a coloro che hanno conseguito la laurea in Italia, la possibilità di poter riscattare gli anni universitari varrà anche per chi ha ottenuto quindi un titolo all’estero, invece non si potrà riscattare gli anni universitari fuori corso e tutti i periodi che sono coperti da contributi figurativi o obbligatori. Potranno usufruire di questa agevolazione tutti coloro che hanno iniziato a lavorare a partire dal 1996, ovvero quei contribuenti la cui pensione è stata calcolata soltanto con un metodo contributivo.
Inizialmente si era detto che per poter usufruire di questa possibilità e dunque riscattare gli anni relativi agli studi universitari, non si sarebbe dovuto pagare nulla e tutto sarebbe stato gratuito. Il passare del tempo invece si è avanzata una nuova possibilità, ovvero quella secondo la quale il contribuente che è interessato a riscattare la propria laurea, dovrà versare all’INPS è una parte dei contributi ovvero quelli ritenuti necessari ai fini del pensionamento anticipato. Si tratterebbe in questo modo di un riscatto della laurea flessibile, che lascia la libertà di scelta al lavoratore. Ad ogni modo però, i contributi versati saranno direttamente proporzionali alla assegno pensionistico e Questo significa che se i contributi versati saranno minori anche l’importo del proprio assegno sarà Inferiore.
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