Dopo le tante tensioni dei giorni scorsi, legati alla riforma pensioni e più nello specifico alla misura quota 100, ad oggi sembra essere fatta un po’ di chiarezza. Si era ipotizzata l’introduzione di una nuova misura chiamata quota 104 e nello specifico si trattava di una proposta avanzata direttamente da Brambilla, ovvero un noto economista molto vicina alla Lega che però non ha trovato consensi ed è stata categoricamente smentita direttamente dal ministro Salvini. Dunque, nessuna quota 104 e come abbiamo detto la smentita è arrivata proprio per mezzo del ministro Salvini e del Sottosegretario al Ministero del Lavoro Claudio Durigon. Gli stessi hanno comunque voluto comunicare che Quota 100 non sarà slittata in avanti, ma partirà effettivamente nei primi mesi del 2019, dando la possibilità a chi avrà 62 anni di età e 38 anni di contributi il prossimo anno di poter andare in pensione.
La proposta di Brambilla prevedeva che potessero sfruttare questa finestra di uscita dal 2019 soltanto a tutti coloro che avessero maturato i requisiti richiesti e sopra riportati, ovvero 62 anni di età e 38 anni di contributi, ma al 31 dicembre 2018. Questa stava a significare semplicemente una cosa, ovvero che alla fine di quest’anno solo chi avesse maturato 64 anni di età e 40 anni di contributi poteva usufruire di Quota 100 che però sarebbe diventata Quota 104.
“Nessun taglio su Quota 100”, sono queste le parole dichiarate da Durigon, il quale ha anche aggiunto ” La norma su quota 100 va secondo i piani non c’è nessun paletto che la sposti in avanti. Non abbiamo intenzione di penalizzare nessuno e andiamo avanti per la nostra strada. Vogliamo a svuotare il bacino formatosi negli ultimi 7 anni”.
Novità anche per quanto riguarda l’età pensionabile ed infatti il prossimo anno si potrà usufruire della pensione anticipata, avendo maturato la stessa età prevista nel 2018 ovvero 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Non sembra ci sia stato, dunque, alcun incremento che era stato previsto dal meccanismo che lega l’aspettativa di vita all’età pensionabile e quindi ci dovrebbe essere molto probabilmente una finestra trimestrale e quindi al massimo tre mesi di attesa prima dell’uscita arrivando così a 43 anni e un mese di contributi. Ci sarà il congelamento dell’età pensionabile anche per i lavoratori precoci, che in questo modo potranno continuare ad andare in pensione a 41 anni. Resta la volontà di prorogare per altri 12 anni l‘Ape Social ed Opzione donna. Bisognerà semplicemente aspettare il testo della Manovra, che dovrebbe arrivare ormai nei prossimi giorni.
Pensione anticipata precoci 2019, Quota 100 o quota 41? Requisiti e principali differenze
Quali sono i requisiti e soprattutto la differenza tra Quota 100 e Quota 41. Parliamo Dunque di pensione precoci, cercando di capire effettivamente quale differenza esiste tra le due misure sopracitate. Già nelle scorse settimane lo stesso ministro Salvini aveva spiegato come Quota 100 non avrebbe mandato in pensione volendo fare un gioco di parole l’attuale pensione anticipata e neppure anticipata precoci con 41 anni di contributi. Entrambi i regimi resteranno, dunque, in vigore e saranno incassati dall’introduzione di Quota 100, ovvero quella opzione che darà la possibilità ai lavoratori in procinto di pensionamento di poter accedere alla pensione anticipatamente qualora abbiano maturato dei requisiti dal punto di vista anagrafico e contributivo. Ricordiamo che si tratta soltanto di un’opzione che i pensionati potranno scegliere e non di un obbligo. Ma quali sono effettivamente le differenze principali tra le due soluzioni e in che modo si potrà scegliere la soluzione più conveniente e dunque accessibile.
Pensione anticipata precoci, come funziona
Abbiamo ampiamente parlato di Quota 100 trattandola come una soluzione che permetterà una volta maturato gli anni di contributi e la giusta età alla pensione anticipata. Sicuramente però non è una soluzione che conviene a chi ha un elevato numero di anni di contributi, ma non ancora l’età giusta per potervi accedere ed è questo il caso ad esempio di un lavoratore che ha iniziato a lavorare a 16 anni è che ha 56 avrebbe maturato già 40 anni di contributi ma il risultato della somma non arriverebbe a Cento.
In questo caso quali potrebbero essere le soluzioni per poter aspettare meno? Ovviamente quota 41, una misura che però è destinata soltanto ad alcune categorie di lavoratori e nello specifico a lavoratori dipendenti disoccupati a seguito di un licenziamento oppure di dimissioni per giusta causa a lavoratori dipendenti di autonomi che assistono ad almeno sei mesi il parente disabile oppure lavoratori dipendenti autonomi con una invalidità che sia pari o superiori al 74%. Possono usufruire anche della quota 41 gli addetti ai lavori gravosi e usuranti. Nel caso in cui non si rientra in nessuna delle categorie sopra citate, dove si potrà Dunque guardare per poter uscire dal mondo del lavoro anticipatamente?
Pensione anticipata Quali requisiti avere per accedere
Si può dunque andare in pensione anche soltanto avendo una età contributiva piuttosto consistente. La soluzione si traduce nella pensione anticipata, stando ai canoni della legge Fornero che prevede nel 2019 l’uscita a 43 anni e 3 mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne. Si parlerebbe anche della possibilità da parte del governo di bloccare l‘aumento dell’età pensionabile riguardo l’aspettativa di vita e in questo caso i contributi potrebbero essere fissati a 42 anni 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.
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