Ormai da molte settimane si parla delle misure che sono previste per le pensioni attuali e nel 2019 e tra queste ci sarebbe il blocco dell’età pensionabile, che andrebbe ad evitare un incremento legato all’ aspettativa di vita per un determinato periodo di tempo. Al momento sono soltanto parole visto che non c’è un documento tale che possa confermare ciò. Tutte le misure non relative alla pensione, non verranno inserite nella legge di bilancio ma in un decreto apposito che molto probabilmente dovrebbe essere pubblicato poco prima di Natale, almeno secondo quanto è stato dichiarato direttamente dal vicepremier Luigi Di Maio. Nell’ultimo periodo si è anche tanto parlato di blocco dell’età pensionabile 2019, ma anche in questo caso si tratta soltanto di parole e di fatti al momento ce ne sono ben pochi. Ma vediamo nello specifico quelli che sono i criteri attuali legati all’età pensionabile e come questi potrebbero cambiare oppure restare invariati nel 2019.
Si dice che il blocco dell’età pensionabile possa essere riservato a coloro che svolgono lavori gravosi ed usuranti. Ma effettivamente quali sono questi lavori gravosi e usuranti? Per poter determinare questo tipo di lavori bisogna fare riferimento al decreto del ministero del lavoro del 18 aprile 2018, che richiama le disposizioni contenute nella legge numero 205 del 2017. Si stabilisce, dunque, che per lavoratori che hanno svolto delle mansioni usuranti e gravosi non trova applicazione ai fini del requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia del requisito contributivo per l’accesso alla pensione anticipata, l’adeguamento alla speranza di vita che è stato stabilito per l’anno 2019. Al fine di poter applicare questo blocco dell’età pensionabile, dunque, bisognerà presentare una domanda direttamente all’INPS, una volta compilato un modulo specifico che possa certificare il possesso dei requisiti da parte del dichiarante.
Requisito necessario sarà il seguente ovvero, avere svolto per un determinato periodo di tempo una professione gravosa. Inoltre bisognerà anche indicare il contratto collettivo applicato ed il livello di inquadramento professionale nonché il codice professionale Istat nel caso in cui se ne sia in possesso. Le intenzioni del governo sono di congelare il meccanismo, ma bisogna fare i conti con quanto previsto dalla legge restando però in attesa di aggiornamenti e novità che potrebbero cambiare la situazione.
Intanto un allarme viene lanciato direttamente dall’Ocse, secondo cui l’abbassamento dell’età pensionabile andrebbe ad aggravare ancora le disuguaglianze generazionali, aumentando così un alto livello già esistente di spesa previdenziale e andando a ridurre la crescita di lungo termine riducendo la popolazione in età lavorativa.
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