E’ finito negli onori della cronaca nera, il noto imprenditore napoletano Alberto Genovese. Se fino a pochi giorni fa nessuno conosceva l’identità del fondatore di Facile.it, ora finalmente possiamo scoprire chi è, l’uomo dalle mille sfaccettature. Come già detto in precedenza, negli ultimi giorni Alberto è finito in un vero e proprio scandalo che lo vede protagonista di fatti da film horror.
Genovese è accusato di violenza sessuale su minorenni e tanto altro. Durante l’inchiesta stanno emergono idei dettagli inquietanti. In particolar modo si parla di feste che Genovese era solito tenere presso la terrazza della sua abitazione dove, all’ingresso era obbligatorio lasciare i telefoni cellulari per evitare che venisse filmato ciò che accadeva all’interno.
Chi è l’imprenditore napoletano
Alberto Genovese, 43 anni, era stato un modello lavorativo per il mondo delle start up. Dopo l’avventura con Facile.it, ha fondato Prima Assicurazioni, agenzia digitale specializzata per polizze Rc auto, moto e furgoni che nel 2018 riceve un investimento di 100 milioni di euro da Goldman Sachs e Blackstone. Nel 2019 arriva il colpaccio, riesce a raccogliere oltre 130 milioni di premi e a luglio 2020 l’agenzia registra oltre 900 mila clienti. La società già nella giornata di domenica, ha immediatamente annunciato il cambio alla presidenza.
Le accuse ad Alberto Genovese
Da imprenditore multimilionario alle sbarre. Per Alberto Genovese per ora le cose si mettono davvero male e ogni giorno spuntano dettagli inquietanti su ciò che accadeva nella sua villa. Dopo l’inchiesta scatenata dalla diciottenne, emergono dettagli di ciò che accadeva sulla «Terrazza Sentimento» dell’imprenditore dove gli invitati erano di solito 30 o 40. «Girava voce che Genovese mettesse “roba nei bicchieri” delle ragazze, in modo da stordirle immediatamente». Si dice anche che lui e la sua ex fidanzata fossero soliti drogare le ragazze alle loro feste private per poi violentarle, sono le frasi emerse dai racconti alla polizia.
Varie le testimonianze raccolte dalle giovani che hanno partecipato alle feste.
In casa, durante i controlli, gli hanno trovato una cassaforte con 40 mila euro, cocaina e chetamina, un diamante e delle manette. Al momento dell’arresto Genovese ha cercato di giustificarsi così: “Voglio disintossicarmi, perché da 4 anni sono tossicodipendente. Quando mi drogo perdo il controllo e non riconosco il confine tra legale e illegale. Curatemi”
Chi è la fidanzata Sarah Borruso
Sarah Borruso è la compagna di Alberto Genovese e starebbero insieme da diverso tempo. Purtroppo su di lei non si hanno molte notizie e la ragazza non pare ami mettersi in mostra. Infatti su Instagram anche il suo profilo è privato.
La Terrazza Sentimento si vedono i tetti di Milano, il Duomo e più in là i grattacieli. La vista non può arrivare però fino ai colli bolognesi, eppure c’è un filo che lega quella terrazza, nel centro di Milano, a una casa che conosciamo con il nome di Villa Inferno, a Pianoro, mezz’ora d’auto da Bologna. Il filo che corre è solido, chiaro. Cambiano i nomi delle persone coinvolte, cambiano anche in parte i reati contestati, ma i rituali sono gli stessi, così come in fondo i protagonisti.
Uomini trentenni, quarantenni, cinquantenni affermati, benestanti, affamati di sesso e di notti oltre i limiti. Intorno ragazze giovani, spesso giovanissime, a volte minorenni, rapite dal sogno di diventare modelle o influencer, di avere accesso a un mondo del quale vogliono disperatamente fare parte. In mezzo una quantità enorme di droga, quella più eccitante, che stordisce e fa saltare inibizioni e regole. Droga da usare e da offrire.
E poi video, molti video, fatti dalle ragazze ma anche dai loro predatori per poi scambiarseli, come trofei da esibire. Il filo che lega Milano e Bologna parte dalla storia più recente nel tempo. Sono le 22 dell’11 ottobre quando una ragazza molto giovane esce da una bella casa di piazza Santa Maria Beltrade, tra via Torino e la Pinacoteca, a Milano. È sconvolta, non indossa i suoi vestiti, ha una scarpa sola. Ad attenderla fuori ci sono due amici, un ragazzo e una ragazza. I tre erano andati insieme a una festa, iniziata sabato pomeriggio, in quella casa, un attico con un splendida terrazza: si chiama Terrazza Sentimento. Quasi all’alba di domenica i due amici cercano Anna (il nome è di fantasia) per tornare a casa.
Ma lei è sparita in una stanza, un buttafuori impedisce ai due di entrare. Passano ore, gli amici tempestano il cellulare di Anna di telefonate e messaggi. Solo alle 20 Anna risponde con questo messaggio: “Sono in una situazione pericolosissima”. Due ore dopo esce, cacciata fuori dallo stesso padrone di casa: sta male, è confusa, racconta di aver subito violenza. I tre fermano un’auto della polizia, iniziano le indagini. Si scopre che quella sera una pattuglia era stata chiamata dall’étoile Roberto Bolle, che abita nello stesso edificio, perché a notte fonda la musica proveniente da Terrazza Sentimento era sparata a livelli altissimi. Non è la prima volta: gli inquilini raccontano che succede almeno due sabati al mese, notti che sembrano non finire mai. Lo stesso Bolle ha già presentato un esposto, l’ultima segnalazione è del 5 ottobre.
La notte tra 10 e 11 ottobre, quando la polizia si presenta, è un cameriere ad accogliere gli agenti: dice che la festa è finita, che il padrone di casa se n’è andato. Non è vero. Il padrone di casa è in una stanza chiusa con Anna. Lei, secondo il racconto della stessa ragazza, ha mani e piedi legati, lui, secondo le accuse, la filma, si “sta divertendo da ore” anche con oggetti sessuali, andrà avanti fino alla sera successiva. Il mandato di arresto scatta il 7 novembre. È a carico di Alberto Genovese, 43 anni, imprenditore di successo: ha fondato società importanti e le ha rivendute guadagnando moltissimo denaro. Nel 2014 ha comprato l’attico di piazza Santa Maria Beltrade, ci ha visuto con una ragazza, poi lei se n’è andata. Alle sue feste partecipano spesso vip: Carlo Cracco è stato chiamato a occuparsi del catering, Belen una volta ci è andata, con un suo carissimo amico, una comparsata veloce e via, dice oggi.
Ma sono feste di altro tipo quelle su cui sta indagando la Procura milanese. Feste a cui partecipavano non vip, ma ragazze troppo giovani. Le accuse contro Alberto Genovese sono pesanti: violenza sessuale, lesioni, sequestro di persona e spaccio. Scrive il giudice per le indagini preliminari Tommaso Perna: il corpo della ragazza è stato “spostato, rivoltato, abusato come fosse una bambola di pezza”. L’imprenditore finisce a San Vittore, la richiesta di scarcerazione viene respinta. Per i giudici c’è pericolo di reiterazione del reato, di fuga e di inquinamento probatorio. I legali dell’uomo, Davide Luigi Ferrari e Marco Stucchi, affidano a una nota le loro parole: “Ci sono molte zone d’ombra nella ricostruzione delle ore che Genovese e la persona offesa hanno passato insieme.
La vicenda è più complessa di quanto appare e risulta doveroso un approfondimento di molti temi sui quali noi stessi abbiamo disposto accertamenti di parte”. Molte ragazze vengono interrogate, il racconto di cosa accadeva a quelle feste si delinea. Le testimonianze sono concordi anche sulla grande quantità di droga: sostanze chimiche come la cosiddetta Calvin Klein (la Ketamina) e la cocaina rosa, che in realtà si chiama 2C-B, una sorta di anfetamina che cancella le inibizioni e produce uno stato forte di eccitazione, m anche terribili stati d’ansia e attacchi di panico.
Lo schema è lo stesso verificato dai magistrati nell’inchiesta bolognese di Villa Inferno a Bologna: uomini adulti, spesso affermati e di successo, e ragazze giovanissime, a volte minorenni. In quel caso non c’era nessuna accusa di stupro, ma ipotesi di reato di spaccio e induzione e sfruttamento della prostituzione. I denominatori comuni delle inchieste di Bologna e Milano sono questi: ragazze giovani, le droghe, le location da favola, gli uomini con importanti disponibilità economiche. Ma c’è qualcosa di più, e ancora più inquietante. La ragazza che la sera dell’11 ottobre aspettava l’amica fuori da Terrazza Sentimento è la stessa giovane, allora minorenne, da cui partirono le indagini che condussero agli arresti di Villa Inferno. La madre aveva trovato nel suo telefonino terribili scene di sesso e abusi. Quella stessa ragazza, pochi mesi dopo, ricompare alla festa di Genovese. È lei il filo forte e teso che unisce Bologna a Milano. Villa Inferno e Terrazza Sentimento, nomi diversi che raccontano lo stesso squallore.
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