Sale l’attesa da parte dei lavoratori di conoscere quelli che effettivamente saranno le misure di uscire da mettere in campo per superare la tanto odiata legge Fornero. L’obiettivo principale del governo sarebbe quello proprio di superare questa riforma Fornero dando la possibilità a tanti Italiani di poter uscire dal mondo del lavoro anticipatamente, senza alcun tipo di penalizzazione. Al momento, i tecnici del governo stanno cercando di valutare tutte le ipotesi possibili, ma ovviamente dovrà fare i conti anche con la tenuta e l’impatto economico e per questo ha ricevuto già delle critiche. Ad oggi le incertezze sono Quota 100 e Quota 41 ovvero sono queste le misure che sono maggiormente prese in considerazione.
Ricordiamo che con Quota 100 si intende la somma delle età anagrafica con quelle degli età di contributi versati e più nello specifico 62 anni di età e 38 anni di contributi come tetto minimo per poter andare in pensione. Con Quota 41 invece si fa riferimento sostanzialmente soltanto agli anni di contributi necessari per poter andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica.
Ovviamente bisognerà cercare di far quadrare tutto e di chiarire e ogni punto prima della prossima legge di stabilità che dovrebbe arrivare entro il 2018. Dovrebbe essere confermata anche l’opzione donna, ovvero quella misura che darà un beneficio alle donne nate dopo il 1958 di poter andare in pensione anticipatamente.Questa misura è stata già ampiamente confermata e pare che avrà dei costi davvero contenuti. Ciò che desta Maggiore preoccupazioni è Quota 100, la misura che potrebbe essere raggiunta secondo due modalità ovvero 64 anni e 33 anni di contributi oppure 65 anni e 35 anni di contributi. Per limitare l’impatto di queste misure, potrebbero essere escluse tutte le modalità che si trovano al di sotto dei 64 anni tipo 63 anni e 37 anni di contributi.
Ma non finisce qui perché oltre a Quota 100, pensioni opzione donne quota 41, si parla anche di quota 42. Mentre per Quota 41 si riferisce alla possibilità di poter accedere alla pensione a partire da 41 anni e 5 mesi di contributi a prescindere dall’età anagrafica, la seconda ovvero Quota 42 prevede il raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi e 41 anni 10 mesi per le donne. Proprio in questi giorni la lega pare che sia al lavoro per cercare di trovare una una soluzione riguardante il tetto della contribuzione figurativa valorizzabile. Una volta enunciate tutte queste possibili modifiche, si pensa quali potrebbero essere effettivamente rischi per i lavoratori che entro la fine dell’anno andranno in pensione. Ultimamente non ci sarebbe alcun tipo di rischio o almeno questo è quanto assicurano dal governo, visto che qualsiasi tipo di modifica potrà essere valida soltanto a partire dal primo gennaio 2019.
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