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Dinamo kiev Juventus

Come vedere Dinamo Kiev – Juventus Streaming gratis Diretta Live No Rojadirecta (Ore 18:55 sky o Dazn)



La Juventus vuole fortemente il riscatto in coppa. I bianconeri capitanati da Pirlo, da un brutto pareggio contro il Crotone, tutto questo è dovuto anche, dalle assenze a causa del covid Cristiano Ronaldo e Mckennie. Per la Juventus adesso è importantissimo portare a casa punti nella prima partita di Champions League che la vedono affrontare gli ucraini di Lucescu.



La Dinamo Kiev  riceve alla Juventus  nella Settimana 1 di  Champions League . La partita inizierà alle 18:55 di  martedì 20 ottobre 2020 e potrà essere seguita in televisione sui canali:  Sky Sport Uno dal satellite, digitale terrestre e internet e Sky Sport 252. La squadra ucraina arriva come leader del proprio campionato. 14 punti in sei giorni . È entrato in questa edizione della Champions League attraverso i gironi di qualificazione, dove ha eliminato AZ Alkmaar e Gent . Da parte sua, la Juve arriva quinta in Serie A. Ha otto punti in quattro partite . È uno dei semi di questa edizione, avendo ottenuto l’accesso come campione della Lega.

Stasera sera, allo stadio Olimpico di Kiev, la Juventus non troverà il deserto sugli spalti, ma un nutrito gruppo di tifosi della Dynamo: saranno in 21 mila a sostenere la squadra di Mircea Lucescu nel debutto in Champions League contro i bianconeri. Uno scenario diverso rispetto agli stadi vuoti, o al massimo con mille spettatori, che siamo abituati a vedere in Italia, ma in Ucraina – nonostante una crescita esponenziale dei contagi, che ha sfondato la soglia dei 6 mila casi giornalieri, e dei morti, che superano quota cento al giorno – è stato accolto il via libera da parte dell’Uefa a ospitare nuovamente gli spettatori fino al 30% della capienza del lo stadio per il ritorno delle Coppe europee.

E visto che all’Olimpico di Kiev i posti sono 70 mila, saranno 21 mila i tifosi che potranno accedere all’impianto rispettando ovviamente tutte le misure di sicurezza, come il distanziamento sociale e l’uso della mascherina. Saranno però presenti soltanto i supporter della Dynamo: al momento l’Uefa non consente l’ingresso dei tifosi ospiti. La ragione è facile da immaginare: in un momento di nuovo critico per l’Europa in tema di pandemia è meglio evitare lo spostamento di centinaia di persone tra uno stato e l’altro.

L’Uefa ha deciso di consentire il parziale ritorno degli spettatori negli stadi dopo la riuscita sperimentazione nella Supercoppa europea a Budapest il 24 settembre, ma non illudiamoci che sarà così anche all’Allianz Stadium di Torino il 28 ottobre quando arriverà il Barcellona. «Il limite del 30% può essere raggiunto solo se illùnite imposto dalle autorità locali non è inferiore: in tal caso vale quest’ultimo». L’Uefa non si sostituisce alle disposizioni dei singoli stati, che hanno la priorità: quindi a Torino ci potranno essere soltanto mille spettatori, a meno che, nel frattempo, il Governo non abbia cambiato idea.

Dinamo Kiev Juventus, tutto pronto per l’esordio in Champion League della prima squadra italiana. Il fischio d’inizio è fissato per le ore 18:55 e questo mette rappresenta di fatto l’esordio di Andrea Pirlo da allenatore in Champions League. Eppure, da calciatore Andrea di Champions ne ha vinte ben due, entrambe con la maglia del Milan, di cui una proprio contro i bianconeri.

Dinamo Kiev Juventus, esordio in Champions League per Andrea Pirlo come allenatore

Inizia oggi, martedì 20 ottobre alle ore 18.55 la partita tra Dinamo Kiev e Juventus, match valido per la Champions League 2020-21. Ha inizio così la fase a gironi della massima competizione europea e si tratterà di un tour de force con ben sei giornate in meno di due mesi.La Juve riparte proprio dalla trasferta in Ucraina e spera di poter vincere e iniziare al meglio questa avventura in Europa.

Il tecnico bianconero purtroppo Anche in questa occasione dovrà fare a meno di Cristiano Ronaldo perché positivo al covid ma ha confermato Morata come centravanti. A sorpresa, potrebbe tornare Dybala, out da tre mesi e pronto per trovare dei minuti almeno nella ripresa. Per il resto, il tecnico bianconero dovrebbe schierare tutti big e di conseguenza, non troveremo Frabotta e Portanova. Potremmo rivedere in campo Ramsey, Cuadrado, Chiesa sula destra e Chiellini a comando della difesa. Pirlo si troverà davanti Mircea Lucescu, che è alla guida della squadra avversaria. Quest’ultimo sembra abbia scelto di schierare Mykolenko, terzino sinistro seguito dal Milan e Supryaga, centravanti della nazionale.

Dove e come guardare la partita

Dinamo Kiev Juventus andrà in diretta su Sky. Niente da fare per coloro che non hanno sottoscritto un abbonamento. Per questa giornata, Canale 5 non proporrà la partita in diretta tv. Nello specifico si potrà seguire il match su Sky Sport Uno dal satellite, digitale terrestre e internet e Sky Sport 252. La telecronaca è stata affidata a Riccardo Gentino, mentre il commento a Giancarlo Marocchi. Chi volesse, potrà seguire la partita anche in streaming. I clienti Sky in questo caso potranno seguire la partita in diretta su Sky go anche in Hd. La sfida sarà anche visibile su Now Tv, dove sarà possibile acquistare un ticket per la partita o un intero pacchetto. Per chi volesse, la partita sarà raccontata a partire dalle ore 18.55 anche su Radio 1 con la radiocronaca di Francesco Repice e Fulvio Collovati.

Probabili formazioni

Formazione praticamente fatta da parte di entrambe le compagini. Padroni di casa con Bushchan in porta; Kedziora, Zabarnyi, Popov, Mykolenko in difesa. Centrocampo a due con Sydorchuk e Shaparenko; Rodrigues, Buyalski e De Pena saranno al servizio della punta Supryaga. La Juventus cambia qualcosa rispetto all’undici di campionato. Szczesny torna tra i pali. Danilo, Bonucci e Chiellini in difesa. Cuadrado sarà titolare con Bentancur, Rabiot e Ramsey in mezzo al campo. Chiesa, Kulusevski e Morata in attacco.

DINAMO KIEV (4-2-3-1): Bushchan; Kedziora, Zabarnyi, Popov, Mykolenko; Sydorchuk, Shaparenko; Rodrigues, Buyalski, De Pena; Supryaga.

JUVENTUS (3-4-1-2): Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini; Cuadrado, Bentancur, Rabiot, Chiesa; Ramsey; Kulusevski, Morata.

Un’assenza prolungata, una separazione che si è protratta per venti mesi. L’ultima apparizione di Giorgio Chiellini in Champions League è datata 20 febbraio 2019, la sera della tempesta perfetta che la Juventus allegriana scatenò sulla testa del malcapitato Atletico Madrid: tre reti di Cristiano Ronaldo per ribaltare lo 0-2 incassato all’andata e approdare ai quarti di finale contro l’Ajax. Un doppio confronto che il centrale bianconero fu obbligato a saltare, fermato da uno dei frequenti problemi al polpaccio.

Così come avvenuto nell’ultima, anomala, stagione. Il crociato che salta ad agosto 2019, il lavoro per farsi trovare pronto, lo stop per il Covid e l’impossibilità di essere in campo con il Lione, nuova pietra d’inciampo. Chiellini ricomincia da Kiev, ricomincia da un altro 20.

Di ottobre, questa volta. A Kiev riparte l’ennesima avventura europea con la Juventus, alla caccia di quella Champions League che manca dal 1996. «Ogni stagione si parte per vincere la Champions – sottolinea il capitano bianconero -, non ci interessa particolarmente fare parte della prima lista delle favorite. Ci sono stati cambiamenti, ma non vedo grandi differenze rispetto al passato: ci sono volontà e convinzione di poter ambire a grandi traguardi che soltanto il tempo ci potrà rivelare. L’importante è migliorare, crescere e fare risultati».

La trasferta di Crotone, al di là dei singoli episodi (il gol tolto ad Alvaro Morata per fuorigioco, l’espulsione di Federico Chiesa), ha lasciato qualche dubbio disseminato qua e là sulla squadra disegnata da Andrea Pirlo: ancora troppi passaggi a vuoto, una fisionomia che tarda a rivelarsi nella sua completezza. Chiellini lancia un assist al suo vecchio compagno di campo: «Il problema è che non abbiamo ancora avuto modo di lavorare tutti insieme, e queste settimane lo dimostrano.

Ciò che più importa è continuare a lavorare e ad amalgamarci sempre di più con i nuovi arrivati, anche se però rimane decisivo vincere. Non so quanto tempo ci vorrà per vedere la squadra al meglio, però contro la Dynamo sarà importantissimo fare risultato».

Quello che non riuscì all’Italia nel 2012, alla finale del campionato europeo persa 4-0 con la Spagna proprio nello stadio Olimpico, palcoscenico del debutto nella Champions2020-21. La batosta in finale, a otto anni di distanza, non fa sminuire a Chiellini il valore di quella avventura in azzurro: «In Ucraina abbiamo ricordi piacevoli: abbiamo perso in finale però arrivare fino in fondo è stato molto bello e speriamo di aver buoni ricordi per quanto riguarda questa partita di Champions».

Andrea Pirlo sa benissimo quanto conti arrivare all atto finale di una manifestazione. E, altrettanto benissimo, sa quanto sia decisivo cominciarla bene, la manifestazione.

Perché a un passo falso iniziale si potrà pure rimediare ma, in questa fase claudicante di inizio stagione, potrebbe instillare un dubbio di troppo nella Juventus che gli è stata affidata. Per questo espone il concetto con parole chiare e definitive: «Non vedo l’ora di iniziare, sarà la mia prima partita da allenatore in Champions.

In queste competizioni è fondamentale vincere la gara del debutto nel girone, per fare punti e avere più sicurezza dopo. Lo era da calciatore, lo è da allenatore. La differenza è che sono tranquillo perché, purtroppo, non posso più giocare e quindi lascio un po’ più di tensione a chi va in campo. Questo non significa che cambierò le mie abitudini: dormirò, mangerò e verrò qui allo stadio.

Esattamente come Lucescu. La differenza è che non giocherò più alla Playstation prima del match». Mircea Lucescu, per l’appunto. Un tecnico esperto, che conosce il calcio. Quello che ha fatto esordire Pillo nel Brescia: «È stato il mio primo allenatore, mi ha portato in prima squadra e mi ha fatto debuttare. Ho un bellissimo ricordo di lui e gli sarò sempre grato: ora ci sfidiamo e cercheremo di metterci in difficoltà l’un l’altro».

Una marcia di avvicinamento accompagnata da qualche mal di pancia in casa Juventus. Come quello di Paulo Dybala, che pensava proprio di giocare a Crotone. Pirlo taglia (di nuovo) corto sulla vicenda: «Gliho parlato, come ho ho fatto con tutti gli altri. Era un po’ arrabbiato per non essere entrato, ma arrivava da tre mesi di inattività e in Nazionale ha trascorso tre giorni in camera sotto antibiotici per un virus intestinale.

Venerdì si è allenato solo in parte con noi. Avrei voluto fargli qualche minuto, ma non è stato possibile inserirlo dopo l’espulsione di Chiesa: vedrò se dargli dei minuti». Potrebbe capitare in alternativa ad Aaron Ramsey, abile e arruolato dopo il guaio avuto in Nazionale: «Dybala non lo scopro certo oggi, che sono diventato allenatore.

Non gioca perché non è ancora al top ma, come posizione in campo, può stare dovunque: quelli bravi trovano la posizione da soli. Lui è un attaccante, deve stare il più vicino possibile alla porta. Ma può fare bene anche tra le linee». L’unica certezza è, quindi, l’assenza di Cristiano Ronal-do, fermato dalla positività alCovid-19.Una situazione che porta naturalmente alla titolarità di Alvaro Morata: «Cristiano purtroppo non ci sarà. Morata, e altri, possono giocare al suo posto. Deciderò all’ultimo».

C’è anche il tempo per una battuta, quando gli chiedono se, dopo aver detto sabato che la Juve vincerà lo scudetto, potrà fare lo stesso conia Champions League: «Ci deve essere stato qualche problema con la traduzione in ucraino… Non ho mai detto che vinceremo lo scudetto, ma che siamo una squadra costruita per vincere, come sempre avviene per la Juventus. Giochiamo per vincere in ogni competizione. Le trasferte di Roma e Crotone ci sono costate quattro punti, ma siamo una squadra in costruzione. Dobbiamo lavorare e crescere permettere in campo quello che proviamo».

E dunque Alvaro Morata – che pure un veterano non è… – svolgerà quasi il molo dell’esperto navigato, del trascinatore di Champions sulla scorta di quanto di buono tendente all’eccezionale fatto nella sua precedente vita bianconera. A far da contraltare, eventualmente proprio in quel tridente guidato dal madrileno ex madridista, un discreto gruppo di neofiti del settore.

Dejan Kulusevski intesta: per lui l’opportunità di scendere in campo dopo a mitica musichetta rappresenta un inedito assoluto visto che – al netto delle 5 presenze con la Nazionale maggiore svedese, più quelle con le Under – mai aveva varcato la soglia della Serie A o delle Coppe nazionali. Andrea Pirlo non si fa comunque troppi scrupoli e conta sulla forte personalità di un giocatore che comunque ha già dimostrato di avere ilphysique durole: che sia per tutta la partita o per solo uno spezzone, il tecnico gli chiederà di giocare con spensieratezza godendosi il momento.

Situazione quasi analoga per Federico Chiesa: anche lui sogna il debutto in Champions, anche se quantomeno in Europa League – giovanissimo – ha già collezionato 5 presenze e 1 gol con la Fiorentina: il debutto risale al 29 settembre 2016nel finale della sfida contro il Qaraba, cui (nel ritorno: 8 dicembre) Chiesa segnò il per ora suo unico euro-gol.
Tra i 19 convocati da Pirlo, vanno infine in cerca della prima apparizione daChampions sia Gianluca Frabotta sia Manolo Portanova.

Agli inizi in salita, a casa Dybala, non sono una rarità: un anno fa, dopo aver racimolato appena un quarto d ora in campo dopo tre gare di campionato, il fratello Gustavo manifestava il malcontento con lui tweet – «Al violino manca una corda perché suoni bene» -, chiaro riferimento alle due panchine di Paulo e al fatto che alla Juventus di Maurizio Sarri mancasse un elemento per esprimersi nel migliore dei modi. Allora c era di mezzo una cessione (ballavano Manchester United, Paris Saint-Germain, Inter) non andata in porto per la ferrea volontà del giocatore di restare in bianconero. Dodici mesi dopo però – e senza un trasferimento su cui recriminare – la situazione pare identica, se non peggiorata perché la Joya non ha accumulato neppure quella manciata di minuti messa insieme contro il Napoli. Dopo quattro giornate di campionato il minutaggio di Paulo è ancora a zero, tra i postumi di un infortunio, la chiamata in Nazionale, la gastroenterite che ha impedito il debutto anche con l’Argentina e i cartellini rossi dei compagni.

«Si è allenato venerdì per dieci minuti, volevamo fargli fare qualche minuto, ma non era questa la partita ideale. In dieci uomini serviva un diverso tipo di giocatore». Così Andrea Pirio ha giustificato il mancato utilizzo della Joya in corso d opera a Crotone. Era già accaduto a Roma, nell’ultima domenica di settembre, con il numero 10 bianconero a scaldarsi abordo campo e poi ritornare in panchina perché nel frattempo Adrien Rabiot si era fatto espellere. Allora l’argentino era deluso, a Crotone ce rimasto molto male. E oltre all’amarezza è cresciuta anche la rabbia. Era rientrato mercoledì sera dal Sud America, affaticato e non ancora in perfette condizioni fisiche, si era allenato venerdì con la squadra e aveva partecipato alla trasferta calabrese forte della rassicurazione da parte di Pirlo che lo avrebbe utilizzato, non da titolare (come avrebbe dovuto essere nella partita mancata del 4 ottobre contro il Napoli), ma come cambio a partita in corso

Le cose vanno di fretta, le gerarchie cambiano, la coppa torna e Alvaro Morata c’è, al centro dell’attacco. La panchina non è più una opzione: da presunta “seconda scelta”, sul mercato e in formazione, a riferimento offensivo. Come ti ribalto il destino in poche mosse. Il “nueve” bianconero è una delle poche certezze con cui la Juve è tornata da Crotone: senza Cristiano lo spagnolo ha rischiato di raccoglierne l’eredità da match-winner. Non solo, a Kiev sarà l’unico ad iniziare una nuova Champions sapendo che cosa si prova a vincerla. Senza Ronaldo, in quarantena in villa, e i suoi 5 sollevamenti di coppa con le orecchie, restano i 2 di Morata. Due Champions vinte, prima e dopo il biennio con la Juve.

La prima, la Decima del Real Madrid, vissuta da “ragazzo di bottega”: tre ingressi nel finale, una gara da titolare con gol, in un ottavo di ritorno già “indirizzato”, poi la finale con l’ingresso per Benzema e il ribaltone dei supplementari con l’Atletico vissuto in campo. Per la seconda (16-17) era tornato in blanco con uno status nuovo, da “recomprato”, da promessa star: tre gol, ma pochi spazi, una sola gara da titolare, riserva fissa di Cristiano e una comparsata di 1’ nella finale contro la Juve. Panchinaro sì, ma nelle foto con coriandoli e champagne. Non ci saranno stasera, ma nemmeno Alvaro starà a guardare: nelle prospettive di inizio stagione era indicato come centravanti tattico, da usare per un certo tipo di gare. Pirlo l’ha lanciato subito a Roma, e non è andata bene. Compiti La mancata convocazione in nazionale, però, gli ha permesso di lavorare alla Continassa.

Dalla bolla è venuta fuori la prestazione più frizzante di Crotone, la conferma di una grande puntualità quando si tratta di arpionare pallone in zona “area piccola” e un lavoro tattico già avviato. «Qui mi chiedono cose diverse», ha detto. Dalla corsia di centro sinistra dell’attacco (la stessa che predilige Ronaldo, sulla coabitazione bisognerà lavorare) deve dare profondità in verticale, rientrare per fare la sponda, attaccare la porta sui cross da destra (vedi i gol, buono e annullato, di Crotone). Se poi volesse indicare anche la strda verso la coppa a Torino apprezzerebbero.

A Kiev sarà una Juventus molto diversa da quella di Crotone. Andrea Pirlo sarà ancora privo di Cristiano Ronaldo, in quarantena causa Covid, ma recupera Aaron Ramsey. Quello del gallese è un rientro molto più che importante.

Questione di spessore internazionale, esperienza in Champions e abilità nel giostrare fra centrocampo e trequarti. Il 29enne ex Arsenal è stato uno dei migliori in questo avvio di stagione e in Calabria, seppur il 20enne Manolo Portanova non abbia sfigurato, la sua assenza si è fatta sentire. Soprattutto nella circostanza dell’occasione da gol sciupata davanti al portiere rossoblù dal centrocampista ex Under 23.

Portano-va è stato bravissimo a inserirsi, ma poi ha sbagliato la scelta optando per la forza e non per la precisione. Difetti di gioventù normali e naturalmente superabili.

Però come diceva Massimiliano Allegri e come ha ripetuto anche Pirlo l’altra sera, alla Juventus ogni palla pesa. Ecco, in quell’occasione la freddezza e il fiuto del gol di Ramsey, senza nulla togliere al giovane bianconero, si sono fatti sentire. Rambo ha saltato il match dello Scida perché nei giorni precedenti era rientrato acciaccato dalla Nazionale.

Alla Continassa, visti i precedenti del numero 8 e la sua importanza nel gioco di Pirlo, hanno preferito non correre rischi con l’obiettivo di recuperarlo per l’esordio in Champions di domani a Kiev contro quel volpone di Mircea Lucescu. Aspettando la rifinitura di oggi per le scelte definitive, dall’allenamento di ieri sono filtrati segnali positivi sul gallese. Ramsey ha lavorato bene e, salvo complicazioni, in Ucraina si riapproprierà del suo posto fra centrocampo e trequarti: falso esterno sinistro quando la Juventus difende con il 4-4-2 e preziosissimo uomo tra le linee quando i bianconeri attaccano (3-4-1-2).

CERTEZZA MORATA

Pirlo ritrova anche Paulo Dybala, solo in panchina a Crotone. La Joya, ancora fermo a zero minuti tra club e Nazionale a causa dei postumi dell’infortunio di agosto (prima) e del virus intestinale (poi), sta meglio e se non fosse stato per l’espulsione di Federico Chiesa avrebbe giocato uno spezzone anche allo Scida. A Kiev il numero 10 argentino potrebbe essere titolare accanto ad Alvaro Morata, di nuovo in gol con il Crotone e intoccabile senza Cristiano Ronaldo.

L’alternativa è una coppia d’attacco fonnata dall’ex Atletico Madrid e Dejan Kuluse-vsld. Pirlo deciderà dopo la rifinitura, ma l’opzione più probabile sembra la prima (Morata-Dybala) con Kulusevski in vantaggio su Chiesa per il ruolo di ala destra e Juan Cuadrado sulla fascia opposta al posto di Gianluca Frabotta. La duttilità di Kulusevski consente diverse opzioni al tecnico: l’ex Panna può giocare a destra, come seconda punta e anche da trequartista se per Ramsey7 dovesse prevalere la prudenza.
A centrocampo mancherà ancora Weston McKennie, in quarantena come CR7. Adrien Rabiot, Rodrigo Bentancur e Arthur sono in tre per due posti. Il francese insidia il brasiliano, mentre la presenza dell’uruguaiano sembra abbastanza certa. In difesa, oltre al rientro di Szcze-sny tra i pali, riecco Giorgio Chiellini accanto a Leonardo Bonucci e Danilo.



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