Le ultime notizie sulle pensioni ad oggi sono incentrate più che altro su quota 100 e su quelle che sono le Stime riguardanti i numeri che interessava la nuova misura pensionistica che sarà introdotta dal governo Conte nel corso del 2019, molto probabilmente nel mese di febbraio. Questo è quanto trapelato dalle dichiarazioni del ministro del lavoro Luigi Di Maio. Stando a quanto è emerso dalla situazione generale, si presume che il 2019 possa portare un vero e proprio maxi esodo tra pensione di vecchiaia e precoci e quota 100. Secondo l’ufficio parlamentare di bilancio, sarebbero circa 437 mila i possibili quotisti divisi in 212 mila che potrebbero percepire un assegno calcolo misto ed altri 224 mila che invece potrebbero riuscire ad accedere alla pensione con un assegno che potrebbe essere calcolato con il sistema retributivo che come sappiamo è più vantaggioso rispetto a quello contributivo.
Ed ancora secondo l’autorità di bilancio si parlerebbe di 320.592 pensionati potenziali nel 2019 visto che ai possibili richiedenti di quota 100 si dovranno aggiungere anche tutti quelli che usciranno con la pensione di vecchiaia e con altri anticipi oltre che ai lavoratori precoci che potranno uscire con quota 41. Bisogna anche dire come alcuni possibili quotisti potrebbero rinunciare al pensionamento anticipato in vista di disincentivi se sono previsti dal governo. Ad ogni modo, l”impatto sulla spesa sarà piuttosto importante e si andrà molto probabilmente a battere il record storico dello scorso anno, proprio quando il 51% della spesa pensionistica ha riguardato le pensioni di anzianità.
I numeri delle uscite
Il prossimo anno con l’arrivo della misura quota 100, ovvero quella misura che permetterà ai pensionati di andare in pensione con 62 anni e 38 anni minimi di contributi, il flusso potrebbe fare un salto quantico non indifferente. Il governo ha stimato circa 360 mila candidati alla nuova pensione di anzianità, mentre le autorità sui conti pubblici costituita nel 2014 ha detto che i quotisti potrebbero arrivare anche a 437 mila di cui, come già abbiamo detto, 212.000 con una prospettiva di assegno a calcolo misto e 224.000 con calcolo totalmente retributivo. Si parla, dunque, di un totale di 620592 pensionati potenziali ai quali poi si aggiungono i candidati alla pensione di vecchiaia, gli altri anticipi e lavoratori precoci che potranno uscire con bene 41 anni di contributi avendo fatto più di un anno prima dei 19 anni e che rientrano in determinate condizioni di disagio lavorativo o sociale.
I nuovi pensionati di anzianità molto probabilmente dovrebbero arrivare per il 60% dal settore privato e per il 40% da quello pubblico, lasciato un vuoto soprattutto nel mercato del lavoro del Nord nelle province di Biella, Novara, Ferrara, Ravenna, Rovigo e Mantova, mentre al centro le città con maggiori pensioni di anzianità potrebbero essere Siena e Arezzo.
Pensioni ultime notizie, quando e a chi conviene Quota 100
Si parla sempre più spesso della cosiddetta quota 100, una misura che molto probabilmente sarà attiva a partire dal prossimo mese di gennaio. Come sappiamo andare in pensione, prima comporta una riduzione dell’importo relativo proprio alla pensione, perché si lavora di meno e si allunga il periodo di incasso della rendita. In molti casi però la scelta di prendere meno, ma andare prima in pensione potrebbe risultare più conveniente. Quota 100, è una delle tante novità annunciate nei mesi scorsi, che potrebbe entrare in vigore nel corso del 2019 attraverso un decreto legge e dovrebbe avere due pilastri fondamentali ovvero l’impossibilità di cumulare pensione e reddito da lavoro per 3 anni dal pensionamento e la volontarietà da parte dello stesso lavoratore. Al momento più che parlare di quanto potesse essere conveniente questa misura, si parla dei costi di questa operazione, sostenendo che potrebbe essere davvero un grave problema per il governo e per quanto riguarda il recupero delle risorse necessarie.
A parlare in questi giorni è stato proprio l’ufficio parlamentare di bilancio, che ha calcolato una pensione maturata a circa 62 anni la quale comporterebbe una riduzione fino al 34,7% rispetto ad una che è stata avviata al compimento dei 67 anni. Si tratta, dunque, di un discorso piuttosto delicato, in quanto bisognerà mettere insieme tutta una serie di aspetti. Stando ad alcune analisi effettuate proprio su calcoli e conti ben specifici, è evidente che il vantaggio di andare in pensione prima si riduce man mano che si avanza con l’età e si annulla fino al compimento del 95esimo anno anagrafico.
Esempio
Facciamo un esempio, prendendo in considerazione un lavoratore nato il primo gennaio del 57 che ha iniziato il primo gennaio del 1981 e che ha percepito un reddito lordo di €25.597 l’anno che potrebbe salire al ritmo del 1,5%. Nel caso di pensionamento con quella che è la normativa attuale, il lavoratore in questione andrebbe ad incassare una rendita lorda che ammonterebbe a €20.420 l’anno vero €16.216 Netti.
Nel caso cui invece il lavoratore andrebbe in pensione con Quota 100, ovvero a 62 anni andrebbe a incassare un assegno pensionistico che ammonterebbe a €15.479 lordi ovvero €12.890 annui. Ovviamente è facile capire come la differenza sia piuttosto evidente anche se non è tutto. Infatti va calcolato il fatto che coloro che vanno in pensione a 62 anni risparmiano ben 5 anni di contributi previdenziali che invece pagano coloro che restano al lavoro fino al compimento dei 67 anni. Se si cumulano le somme complessive delle due opzioni, ad emergere è un montante pensionistico che ha 90 anni ammonta a €374.000 circa per chi va in pensione a 62 anni.
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