Andiamo a parlare di Quota 100, ovvero quella misura che permetterà nel corso del 2019 di poter uscire dal mondo del lavoro in anticipo, una volta però raggiunti determinati requisiti ovvero sia anagrafici che contributivi. Nello specifico la somma dei requisiti anagrafici e contributivi deve fare almeno 100, per poter usufruire della misura in questione che ricordiamo essere proprio quota 100. Si è parlato tanto di alcune finestre previste per poter uscire dal mondo del lavoro nel corso dell’anno e mentre in un primo momento si era parlato di solo quattro finestre adesso sembrano essercene 7. Vediamo però qui di seguito alcuni esempi di Quota 100 con le relative finestre riguardanti il 2019.
Pensioni Quota 100: 7 finestre in tutto
Sei un primo momento dunque avevamo parlato di quattro finestre al massimo per poter uscire dal mondo del lavoro, queste sembrano essere diventate 7. Ci saranno, dunque, maggiori possibilità per i privati mentre ad essere penalizzati saranno i lavoratori del comparto scuola, anche per evitare un’uscita di massa dal mondo del lavoro che sarebbe difficile da affrontare soprattutto da colmare. Nello specifico i Lavoratori Privati avranno a disposizione bene quattro finestre annuali con la possibilità di uscire dal mondo del lavoro ogni tre mesi ovvero una volta che hanno maturato i requisiti non soltanto anagrafici ma anche contributivi.
Coloro che raggiungeranno tali requisiti entro la fine del 2018, potranno sfruttare la prima finestra utile che sarà quella di aprile 2019 e poi così via. Ad essere penalizzati, come già abbiamo detto, sono i lavoratori del settore pubblico per i quali sono previsti due finestre annuali ovvero una ogni 6 mesi. In questo, coloro che matureranno i requisiti a fine 2018 potranno uscire dal mondo del lavoro soltanto il prossimo mese di luglio. Il personale della scuola sarà quello ancora più penalizzato, visto che avrà la possibilità di uscire dal mondo del lavoro soltanto una volta l’anno.
Pensioni ultime notizie, Quota 100 e pace contributiva
È stato introdotto nell’ultimo periodo un altro concetto, ovvero quello di pace contributiva, al fine di facilitare il raggiungimento di un principale requisito di quota 100. Quale? Il conseguimento dei 38 anni di contributi versati. Tra le tante ipotesi di studio a spiccare sarebbe un versamento privo di sanzioni e gli interessi per poter colmare alcuni vuoti contributivi che sono stati nuvolati insetto al 1996. Dall’altra parte con questo concetto di pace contributiva come abbiamo visto, si vuole in qualche modo facilitare il raggiungimento dei 38 anni di contributi versati per coloro che hanno già un’età piuttosto elevata, ma che invece non hanno ancora maturato un requisito contributivo valido e richiesto. Inoltre, si vuole in qualche modo salvaguardare i giovani che purtroppo hanno delle carriere discontinue ed è anche dei vuoti contributivi piuttosto evidenti, per evitare loro che possano andare in pensione in età troppo tarda.
Pensioni Quota 100, nessun taglio sull’assegno lo ribadisce il Ministro Salvini
Le notizie riguardanti la riforma pensioni oggi sono piuttosto rassicuranti soprattutto per quanto riguarda Quota 100 perché sembra che nessuna penalizzazione sia considerata e quindi nessun tipo di taglio sull’assegno. Quindi tutte le preoccupazioni di alcuni vertici del governo e non sono, dell’ultimo periodo non hanno avuto modo di esistere visto che lo stesso vicepremier Matteo Salvini in precedenza aveva assicurato che non ci sarebbe stata nessuna penalizzazione sull’assegno, ma si sarebbe ripreso semplicemente quello che si è versato durante tutti gli anni lavorativi. Proprio per questo motivo Salvini ha contestato un po’ i giornalisti che in questi giorni hanno scritto tutta una serie di bufale soltanto per screditare il lavoro fatto da questo governo, andando a sminuire anche questa misura molto importante di Quota 100. “Se vai in pensione 4 anni prima versi 4 anni di contributi in meno, non ti do 4 anni di contributi in più“, è questo quanto spiegato dallo stesso Salvini.
Lo stesso Ministro dell’Interno ha affermato di avere letto di tagli e di penalizzazioni ma che non è assolutamente vero perché si tratta soltanto di un’opera di disinformazione da parte di coloro che non vedono di buon occhio questo nuovo governo. Con queste parole, il vice premier Salvini ha smentito quanto riportato da alcuni media in questi ultimi giorni, che non hanno fatto altro che riprendere statistiche e indagini sul tema affermando che uscire con Quota 100 potrebbe essere penalizzante rispetto al quello che è il regime attuale. Si era infatti diffusa la notizia che con Quota 100 si sarebbe si potuto uscire prima dal mondo del lavoro, ma che comunque l’assegno sarebbe stato più basso rispetto a quello che si percepisce ad oggi andando in pensione.
Alcuni mesi avevano addirittura sostenuto che più si esce prima dal mondo del lavoro, più l’assegno sarà basso proprio perché i contenuti versati sono meno. “Da quanto questo governo è nato, c’è chi dice che le cose vanno male prima che le facciamo. Diamo fastidio a qualcuno”, ha aggiunto ancora Salvini.
Pensioni oggi, Quota 100: l’allarme di Tito Boeri
Nonostante le parole rassicuranti di Matteo Salvini, a lanciare però un allarme è il presidente dell’INPS Tito Boeri. il quale sostiene che purtroppo però che mancano i fondi per i prossimi anni. Secondo Tito Boeri, Quota 100 non sarà una misura a breve termine, proprio perché al momento sembrano mancare le risorse per il prossimo biennio. “Se consentiamo di uscire con Quota 100 e il primo anno si prevedono finestre che ritardano quest’uscita, è inevitabile che nel secondo anno la misura costerà di più che nel primo”. Secondo Boeri gli italiani devono essere piuttosto informati su quelli che sono gli aspetti e la domanda finale riguarderà il governo. Salvini non ha perso tempo nel rispondere a Boeri dicendo: “Il Presidente dell’Inps è in campagna elettorale, ha stancato. E’ pagato dagli italiani per fare qualcosa che evidentemente non vuole fare. Si dimetta, si candidi con il Pd alle Europeee e la smetta di diffondere pregiudizi”.
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