Era la prima volta che i due ragazzi uscivano insieme, da fidanzati, in un locale che non fosse dichiaratamente gay. A vent’anni talvolta c’è bisogno di un piccolo aiuto per vincere il pudore. Ma mai avrebbero potuto immaginare quello che giovedì sera sono stati costretti a subire durante la cena in un ristorante di San Giovanni, zona contigua al Colosseo. Ecco il racconto di come è andata. I due ragazzi si siedono a tavola, per una cena intima, non priva di effusioni delicate. Avent’anni l’amore può bruciare forte, o forse è semplicemente più vero e più bello perché ai primi passi. I due ragazzi lo sapevano che alla «Locanda Rigatoni» di via Domenico Fontana il piatto forte è la pasta. Ma quando poi comincia la cena uno dei due si accorge che nel piatto che gli hanno appena servito c’è il pecorino: non gli piace, non può proprio mangiarlo.
Ecco la richiesta: il ragazzo vorrebbe cambiare il pecorino con il parmigiano. Il cameriere è abbastanza deciso: cambiare il pecorino non si può, ma avere un nuovo piatto sì. E fino a qui la gentilezza nel locale sembra collocata ad ottimi livelli. Fino all’arrivo del conto. Anzi, del pre-conto.
Il fidanzato che non aveva avuto questioni con il pecorino prende in mano il foglietto che il cameriere aveva appena lasciato sul tavolo, con un sorrisetto beffardo. E subito sbianca, quasi si sente male. In quel foglietto sono segnate le cifre da pagare, ma sotto quella scritta: «NO pecorino SI Frodo».
Il ragazzo legge e rilegge mentre nel locale si sentono risatine diffuse. I due tentano di replicare, pretendono scuse che tanto esplicite non arrivano. La proprietaria balbetta che è stato un errore del computer e offre ai ragazzi la cena provando a chiudere così l’incidente.
Niente cena, i due ragazzi non accettano. Piuttosto denunciano tutto al sito Lgbt BitchyF, al numero verde del Gay Center di Fabrizio Marrazzo. Che non esita a diffondere la notizia di questo grave attacco omofobo. Ieri la notizia fa il giro della rete e dalla «Locanda Rigatoni» si affrettano a far sapere che il cameriere in questione è stato subito licenziato e che il locale si batte per l’integrazione a tutti i livelli, che un episodio così non si ripeterà mai più.
Di più: la direttrice e lo staff si rivolgono alla comunità Lgbt per costruire insieme un percorso volto a riaffermare i valori di tolleranza, rispetto e apertura che sono da sempre gli elementi fondanti del loro modo di fare ristorazione. Ma Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center, storce il naso. «Ho parlato io direttamente con i due ragazzi e so per certo che quel cameriere non è stato nemmeno sgridato. Anzi, sembrava che quel suo modo di fare trovasse una sorta di complicità alTinterno di tutto lo staff del locale, a cominciare dalla direttrice».
Diversa la versione del ristorante: «La direttrice del locale ha immediatamente condannato Tatto del cameriere e si è scusata con i clienti, inorridita dal fatto come e, se è possibile, più di loro».
Molte le reazioni del mondo politico. La sindaca Virginia Raggi parla di episodio «gravissimo» ed è in attesa di una serie di verifiche avviate dal Campidoglio. «L’omofobia non è uno scherzo. E con l’intolleranza non si gioca» scrive la vice presidente della Camera Mara Carfagna, mentre la Confesercenti di Roma chiede che venga istituito un bollino di qualità per i pubblici esercizi, che possa garantire ai clienti e ai turisti un «galateo dell’accoglienza»
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