Da un po’ di tempo a questa parte si parla sempre più di Smart Working ovvero quello che più comunemente viene definito lavoro da casa. Questo tema pare faccia sempre più discutere parecchi esperti, i quali si continuano ad interrogare se effettivamente questa modalità di lavoro sia Agile così come lo stesso termine vorrebbe farci intendere o se in realtà il coronavirus ha messo in luce una possibilità, ma anche alcuni rischi di questa metodologia di lavoro, che sarebbero maggiori per le donne rispetto agli uomini. Ma quali sono effettivamente i rischi o i vantaggi che presenta lo smart Working. A parlarne è stata nelle scorse settimane Orietta Armiliato, la quale sostiene di non aver alcun tipo di dubbio riguardo soprattutto il genere femminile per il quale i rischi potrebbero essere maggiori.
Smart working ai tempi del Coronavirus
Secondo quanto riferito dalla stessa Armiliato ci potrebbe essere il rischio di un ritorno al passato ed a pensarla in questo modo è anche Titti di Salvo, direzione nazionale Pd. “Da diverse settimane stiamo parlando da questa pagina di smart working e lo facciamo valutandolo in maniera critica e prettamente in chiave femminile, proprio perché l’argomento é chiaramente e strettamente collegato al tema del lavoro di cura domestico ordinario, il cui riconoscimento, sia esso configurabile in termini di contribuzione aggiuntiva e/o anagrafica, é da sempre uno degli obiettivi del CODS”, è questo quanto dichiarato da Armiliato in un post che ha pubblicato sui social.
La Armiliato si è fatta portavoce di tanti sentori di donne che hanno espresso il loro parere sullo Smart working evidenziandone più rischi piuttosto che benefici. La maggior parte però delle iscritte al gruppo a cui fa capo la Armiliato, pare abbia sottolineato come i rischi dello Smart Working superano di gran lunga i vantaggi.
Più rischi o più vantaggi?
Sempre la Armiliato parla di rischi se si ha genitori se hai genitori conviventi anziani o con handicap; se hai figli portatori di handicap; se hai un appartamento che non consente uno spazio dedicato; quando i figli o mariti si ammalano; quando tu ti ammali; durante l’estate e nella pausa natalizia quando scuole chiuse; sicurezza informatica; tipologia di inquadramento; pagamento degli straordinari e/o festivi; sicurezza personale; impossibilità di socializzazione; mancanza di alternanza dei tempi di recupero; rischio di sfruttamento; mancanza di confronto e dunque di crescita professionale; poco contatto reale con le persone esterne; maggiori distrazioni; mancanza di necessaria separazione tra ambiente lavorativo e ambiente domestico; maggiore limitazione della libertà personale in seno alla famiglia. Benefici? Sembrano essere davvero pochi, come meno stress, cancellazioni dei tempi improduttivi come quelli dello spostamento e riduzione delle spese per benzina, biglietti mezzi pubblici, parcheggio, cura personale, abiti ecc.
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