Controcopertina

Elena Santarelli non ce la fa più ho paura per mio figlio



Questo che stiamo passando è un periodo pesantissimo ed anche per Elena Santarelli del marito Bernardo Corradi è un momento di tensione. La showgirl è profondamente preoccupata per la salute già precaria del figlio Giacomo. Per coloro che non sanno cosa sia accaduto al figlio, ricordiamo che ha combattuto per anni contro un tumore cerebrale e fortunatamente è riuscito a debellarlo. Sappiamo che dopo avere assunto per anni chemioterapie il sistema immunitario di un paziente oncologico risulta debilitato, ed è per questo Elena Santarelli suo marito sono in apprensione.



Qualche settimana fa Elena Santarelli ha deciso di fondare una ONLUS che riguarda lo studio di Tumori infantili.

Nella vita di Elena Santarelli ce un prima e un dopo. Ci sono gli anni spensierati prima del 29 novembre 2017, giorno in cui hanno diagnosticato un tumore a suo figlio Giacomo, all’epoca 8 anni.

E ce la vita dopo il 10 maggio del 2019, quando, mentre guidava in tangenziale, un medico le ha comunicato che Giacomo era di nuovo sano. In mezzo, un anno e sei mesi da dimenticare, in cui questa donna bellissima e fino ad allora molto fortunata, ha dovuto affrontare l’incubo di ogni madre: la battaglia per la vita della persona che hai messo al mondo. La natura vorrebbe che uno si lasciasse quel dolore alle spalle, andasse avanti senza più pensarci.

Invece Elena su quell’anno e sei mesi ha scritto un libro. S’intitola Una mamma lo sa (Mondadori Piemme) e ripercorre quei giorni menzionando più volte quella parola, “tumore”, fortissima sia da leggere che da scrivere, soprattutto se si parla di un bambino. Ci sono poi racconti della sua vita di prima, l’incontro con il marito e tanti episodi che, mentre stavano combattendo, non ha avuto la forza di rendere pubblici. 

La Santarelli, che è madre anche di Greta, 3 anni, e nel libro è “mamma Elena”, mi apre la porta di casa più bella che mai, in jeans, maglietta e scarpe da ginnastica. Nell’appartamento romano, immerso nel verde, si respira odore di nuovo. Avete cambiato casa? «Sì, ci siamo trasferiti da poco. In quella vecchia a un certo punto ho realizzato che ogni volta che passavo davanti alla camera di Giacomo o rifacevo quel letto dove di notte raccoglievo i capelli che perdeva per la chemio mi ritornavano gli incubi.

Allora ho dato via tutto, arredi e lenzuola compresi: per me è stata una rinascita». Perché allora scrivere un libro su quello che avete vissuto? Sui social l’hanno anche criticata per questa decisione. «Non avrei mai accettato di farlo se non avessi potuto devolvere l’intero ricavato del libro all’associazione Heal, che sostiene la ricerca nell’ambito della neuro-oncologia pediatrica. Sarebbe stato più facile sparire, ma il presidente mi ha detto: “Ti prego, Elena, hai portato tanto alla nostra causa”. Allora non mi sono tirata indietro. Anche se quelle critiche, i dubbi sulla mia buona fede, mi hanno profondamente ferita».



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