In questi giorni di emergenza coronavirus sono stati tantissimi i casi di contagio e questi stanno sfiorando quasi i centomila in tutta Italia. In queste ultime ore è stato intervistato Sergio Perini il medico di base a Carpenedolo che per chi non lo sapesse è uno dei Comuni più colpiti da questa epidemia da covid-19. Il medico ha dichiarato che nel giro di pochi giorni all’interno del suo studio si sono presentati ben 15 pazienti tutti con i sintomi della polmonite. Di questi uno sarebbe morto, mentre l’altro è ricoverato in rianimazione da parecchi giorni dapprima a Brescia e poi a Monza. Sembra che il medico in questione ovvero Sergio Perini sia stato uno dei primi a segnalare all’ATS questo numero insolito di polmoniti che si sono registrati tra la fine del mese di agosto ed i primi mesi di settembre tra i suoi pazienti. Ora a distanza di circa un mese, da quando è scoppiata l‘emergenza coronavirus che ha colpito perlopiù la Lombardia, il medico ha deciso di parlare e di esprimere pubblicamente quelle che sono le sue perplessità a riguardo e lo ha fatto scrivendo una lettera che ha inviato all’ordine dei medici di Brescia.
Il Dottore Perini, lettera aperta all’ordine dei medici
“Come cittadino, prima ancora che come medico, pretendo dei chiarimenti su quanto avvenuto nell’ultimo mese. La questione non deve assolutamente essere sottovalutata, nè dimenticata In 36 anni di attività di medico non ho mai visto un’epidemia di polmonite di tale intensità e di tale gravità, come quella scoppiata tra fine agosto e i primi di settembre nella Bassa Bresciana. Tutti noi medici siamo rimasti sorpresi da tale fenomeno clinico che ha avuto una risonanza internazionale. Nel giro di due settimane 15 dei miei 1500 pazienti hanno contratto la polmonite batterica. Uno di loro purtroppo non ce l’ha fatta, ed è morto in ospedale, un altro è stato ricoverato in rianimazione a lungo, alcuni hanno avuto parecchie complicanze anche a livello cardiaco”. E’ questo sostanzialmente quanto dichiarato dal medico, il quale ha comunque sottolineato una mancanza di informazioni chiare riguardo l’origine di questa epidemia.
“I numeri non tornano”, i sospetti del medico
Il medico piuttosto schiettamente avrebbe quindi sostenuto che a suo dire ci stanno raccontando delle storie riguardo questa epidemia che però non sono del tutto veritiere o meglio non sono sufficienti a spiegare quanto effettivamente sia accaduto e poi ha voluto anche sottolineare come secondo lui i numeri non tornano.
“Io credo che questa epidemia non sia altro che la punta di un iceberg, l’apice del grave stravolgimento ambientale della Bassa Bresciana. La colpa non è solo delle torri di raffreddamento, ci sono altri fattori da considerare come le tante discariche concentrate nella zona, il costante inquinamento delle acque del Chiese e il discorso legato allo spandimento dei fanghi. Formalmente è tutto legale, ma nessuno sta controllando o sa esattamente cosa viene distribuito sui terreni agricoli“, ha aggiunto ancora il Dottore Perini.
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