Interessanti novità arrivano per i dipendenti e pensionati pubblici. L’INPS da un po’ di tempo a questa parte, ha lanciato un programma chiamato INPS Home Care Premium, che pare sia indirizzato proprio alle categorie sopracitate, ovvero dipendenti e pensionati pubblici. Il programma prevede l’attribuzione di un bonus, attraverso l’erogazione di un assegno, che pare possa arrivare anche all’importo di €1.000 come rimborso spese. per chi ha un familiare disabile, oppure non autosufficiente. Va specificato che il familiare disabile o non autosufficiente. può essere sia minorenne che maggiorenne. Questo progetto chiamato Home Car Premium, come abbiamo visto, è rivolto ai dipendenti e ai pensionati pubblici, nonché ai loro coniugi, parenti oppure affini di primo grado, che risultino non autosufficienti o disabili. L’obiettivo di questo progetto è essenzialmente uno, ovvero rafforzare il sistema del Welfare, integrando tutta una serie di interventi pubblici che sono destinati proprio a queste persone con disabilità. Sono coinvolti anche gli ambiti territoriali sociali e o di enti pubblici.
Accedendo a questo bonus, è possibile inoltre ottenere tutta una serie di agevolazioni, aiuti e servizi, tra cui anche l’assistenza domiciliare. Come poter ottenere questo bonus? La risposta è semplice, ovvero bisogna partecipare ad un bando annuale che viene indetto direttamente dall’INPS. I posti disponibili sono circa 30.000, ma poi una volta ottenuto questo avrà una durata di circa 18 mesi.
Legge 104, bonus INPS €1000: requisiti
Per poter richiedere questo bonus, sarà determinante essere in possesso di alcuni requisiti. Innanzitutto la disabilità deve essere molto grave e dovrà corrispondere alle condizioni necessarie per poter ricevere l’indennità di accompagnamento. Inoltre, bisognerà essere in possesso di un ISEE socio sanitario di importo non superiore agli €8.000. La domanda per poter richiedere questo bonus, potrà essere presentata oltre che dal richiedente, anche dal coniuge convivente, dal genitore o figlio, dal suocero o fratello e dal figlio minore Orfano del titolare oppure dal suo tutore. Come abbiamo anticipato, oltre a ricevere questo bonus da €1000, saranno forniti tutta una serie di servizi integrativi, tra i quali anche un supporto fisioterapico, psicologico e logopedistico. In casi di necessità, viene anche garantito il trasporto extra domiciliare presso determinati centri riabilitativi oppure di aggregazione.
Come fare richiesta
Per poter presentare la domanda e richiedere, dunque, il bonus INPS da €1000, bisognerà attendere l’apertura annuale del bando da parte dell’ente stesso. Sarà importante essere in possesso della dichiarazione sostitutiva unica, al fine di accertare la validità dell’isee socio sanitario. Va presentata telematicamente attraverso il portale ufficiale dell’INPS, accedendo alla sezione relativa “concorsi e gare” e ancor più all’aria relativa al Welfare e mutualità. Soltanto dopo la scadenza del bando, sarà l’INPS stessa a pubblicare le graduatorie degli aventi diritto.
Anche chi usufruisce della Legge 104 può essere licenziato
In tanti parlano di legge 104 ma effettivamente cosa di sa di questa legge? Sostanzialmente possiamo dire che la Legge 104 istituita nel 1992 è una norma che regola e tutela i diritti dei disabili disciplinando anche l’assistenza dei loro congiunti. L’articolo 3 della stessa legge, sancisce che è dichiarata persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. La legge 104 sostanzialmente viene richiesta quando il lavoratore dipendente, che sia privato o pubblico, si trova ad assistere una persona disabile in situazione grave, ovvero un parente, il coniuge, o affine fino al 2° grado. I vantaggi sono tanti per il lavoratore, perchè questo ha diritto ad usufruire di 3 giorni di permesso al mese regolarmente retribuiti, nel caso si tratti di un parente o affine fino al 2° grado, mentre nel casi di parenti di 3° grado è possibile richiedere la legge 104 qualora i genitori della persona handicappata abbiano già compiuto 65 anni di età, o presenti gravi patologie invalidanti o siano decedute.
Mentre nei casi in cui il lavoratore si trovi ad assistere più di un parente handicappato, i giorni di permesso non andranno accumulati e dunque rimarranno tre. Si tratta sostanzialmente di una legge dedicata all’assistenza, all’integrazione ed ai diritti delle persone handicappate, con lo scopo principale di garantire il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e di autonomia della persona con handicap. La legge, inoltre, persegue le seguenti finalità, ovvero: – il recupero funzionale e sociale della persona affetta da minorazioni; – prevenzione e rimozione delle condizioni invalidanti che impediscono lo sviluppo della persona umana; la promozione della piena integrazione nella famiglia, nella scuola, nel lavoro e nella società; – la predisposizione di interventi volti a superare stati di emarginazione e di esclusione sociale della persona handicappata.
Come abbiamo anticipato coloro i quali assistono una persona handicappata possono usufruire di importanti benefici e diritti; va sottolineato che non vi è esclusione della possibilità di trovare del tempo per poter espletare delle esigenze di natura personale, e ciò significa che nei giorni di permesso non è necessario che l’assistenza coincida con l’orario di lavoro. Il lavoratore che usufruire della legge 104, può, dunque decidere di gestire il tempo del permesso come vuole. Ciò che spesso ci si chiede, ed alla luce dei fatti di cronaca accaduti negli ultimi anni, ovvero di lavoratore denunciati e licenziati, ci si chiede se sia possibile essere licenziati usufruendo della legge 104. La risposta è si, e questo può verificarsi nei casi in cui il lavoratore abusa delle giornate di permesso; nonostante abbiano riferito che non è obbligatorio che il lavoratore nei giorni di permesso trascorra del tempo con il parente disabile, è anche vero che questo non può svolgere proprio tutte le attività nella massima libertà. Il lavoratore infatti, nei giorni di permesso non può effettuare viaggi all’estero, perchè proprio in questi casi rischia il licenziamento e si rischia di essere denunciati per truffa ai danni dello Stato.
Oggi torniamo a parlare del congedo straordinario riconosciuto dalla legge 104 che permette a tutti coloro che hanno necessità di assistere un familiare disabile di potersi assentare dal lavoro senza per questo perdere il diritto alla retribuzione. Il congedo straordinario pare sia disciplinato dalla legge 104 del 92 e come già abbiamo anticipato permette a coloro che assistono un familiare disabile di potersi assentare dal proprio posto di lavoro senza comunque perdere il diritto a percepire la retribuzione. Ecco qui di seguito tutte le novità che sono previste per il nuovo anno. Secondo quanto riferisce l’INPS anche per il 2018 a pagare lo stipendio durante il congedo straordinario per coloro che Assistono un familiare disabile è lo stesso Istituto Nazionale di previdenza. Inoltre, pare siano stati aggiornati dal primo gennaio 2018 importi delle indennità spettante a chi richiede il congedo straordinario per poter assistere un familiare disabile. Queste novità sono una conseguenza dell’ avvenuta perequazione delle pensioni calcolate dall’istat Che inevitabilmente ha comportato una variazione incrementale del 1,1%.
A chi è rivolto il congedo straordinario?
Come già abbiamo riferito, il congedo straordinario disciplinato dalla legge 104 del 92 è rivolto a tutti i lavoratori che hanno un disabile da assistere. La legge più nello specifico l’articolo 3 comma 3 riconosce la possibilità al lavoratore di potersi assentare dal proprio posto di lavoro per un massimo di 24 mesi, senza perdere comunque il diritto di percepire la retribuzione prevista. Possono richiedere il congedo straordinario tutti i lavoratori che sono assunti con un contratto di lavoro dipendente e più nello specifico a richiederlo può essere:
- il coniuge convivente o la parte dell’Unione civile convivente della persona disabile oppure il figlio convivente della persona disabile in situazione di gravità ma soltanto nel caso in cui il coniuge convivente oppure entrambi i genitori del disabile siano mancanti deceduti oppure affetti da patologie invalidanti
- da padre madre e sia adottivi che affidatari della persona disabile in situazioni di gravità oppure in caso di mancanza decesso presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o anche dall’altra parte dell’Unione civile convivente
- da un parente o affine entro il terzo grado convivente della persona disabile in situazioni di gravità nel caso in cui il coniuge convivente o entrambi i genitori, figli, fratelli, sorelle conviventi del disabile siano mancanti deceduti oppure affetti da patologie invalidanti
- da un fratello o sorella convivente della persona disabile in situazione di gravità nel caso in cui il coniuge o la parte dell’Unione civile o entrambi i genitori e figli siano mancanti deceduti oppure affetti da altre patologie invalidanti.
Riguardo gli importi, dal primo gennaio i limiti dell’ indennità percepita nel periodo del congedo straordinario per assistenza di un familiare disabile pare siano stati aumentati e si parla di un’ indennità massima giornaliera di 98,54 euro, un’indennità massima settimanale di 689,78 euro, un’indennità massima annua di 36.066 euro ed un’ indennità complessiva annua di 47.968 euro.
Legge 104, come inoltrare la domanda di invalidità per depressione
Anche la depressione potrà essere inserita fra le patologie invalidati che darebbero diritto ai benefici della legge 104. Ebbene si, sembra proprio che il disturbo depressivo maggiore, che ovviamente dovrà essere certificato da una commissione medica specifica, rientra fra le malattie che possono in qualche modo influenzare negativamente la vita sociale nonché lavorativa oltre che lo stato di salute complessivo di ogni persona. Sembra inoltre che in casi gravi, ovvero in tutti questi casi in cui la depressione rappresenta un vero e proprio handicap con conseguente riduzione della capacità lavorativa, e nei casi in cui questo venga accertato da una commissione medica, si possa richiedere la legge 104 per depressione appunto. Come sappiamo, la legge 104 può essere sfruttata anche in presenza di uno stato altamente invalidante la situazione generale del soggetto affetto, ad alto rischio negativo per la salute, i rapporti sociali e professionali.
Secondo quanto spiegato dal portale di informazione legale “La legge per tutti“, lo stato ansioso depressivo invalidante può mettere la persona affetta da questo disturbo nella possibilità di poter appellarsi al sostegno della legge 104. Più nello specifico viene fornita una tabella specifica la quale sottolinea le diverse patologie ed anche i corrispettivi importi di invalidità assegnati.
Ecco qui di seguito la tabella relativa alle percentuali d’invalidità riconoscibile:
– Sindrome depressiva endoreattiva lieve: 10%
– Sindrome depressiva endoreattiva media: 25%
– Sindrome depressiva endogena lieve: 30%
– Sindrome depressiva endogena media: dal 41 a 50%
– Sindrome depressiva endogena grave: dal 71 all’80%
– Nevrosi fobico ossessiva e/o ipocondriaca di media entità: dal 21 al 30%
– Nevrosi fobico ossessiva grave: dal 41 al 50%
– Nevrosi ansiosa: 15%
– Psicosi ossessiva: dal 71% all’80%.
Una volta accertata la patologia e dunque la percentuale di invalidità riconosciuta per depressione, l’interessato potrà avvalersi del diritto a diversi benefici ed a prestazioni di assistenza. Più nello specifico, dunque, qualora il lavoratore depresso sia riconosciuto portatore di handicap in situazione di gravità, avrà diritto a tutti i benefici che vengono concessi dalla legge 104 come i permessi retribuiti mensili, la scelta della sede di lavoro, agevolazioni fiscali e rifiuto al trasferimento.
Nel momento in ci verrà valutato lo stato depressivo del paziente, verrà emesso un certificato medico introduttivo con l’indicazione dell’invalidità riscontrata e dell’handicap che dovrà essere trasmesso in modo telematico all’Inps. Poi bisognerà allegare il numero di protocollo del certificato e la domanda dovrà essere inviata all’Inps mediante il servizio accessibile direttamente dal sito web dell’Ente, “Domanda di invalidità”. In Italia purtroppo sono 4,5 milioni i depressi ed è proprio in base a questi dati che l’Oms ha dichiarato che entro il 2030 la depressione sarà la patologia cronica più diffusa al mondo. La depressione è stata riconosciuta come una vera e propria malattia e per questo motivo il lavoratore depresso avrà diritto a tutta una serie di agevolazioni come quelle previste dalla legge 104.
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