Ci sono categorie di professionisti in trincea. Gente che non può abbassare la saracinesca e aspettare che l’emergenza passi. Sono gli eroi dei nostri giorni.
Eppure non hanno scudi nè corazze per proteggersi dal nemico. È il caso delle nostre forze dell’ordine. È il caso di Torino, dove non ci sono abbastanza mascherine per tutti. E allora bisogna “razionalizzare” le protezioni.
Lo ha messo nero su bianco la questura del capoluogo sabaudo in una circolare del 21 marzo che in queste ore sta sollevando un vero e proprio polverone. “Tenuto conto delle obiettive difficoltà di approvvigionamento delle mascherine chirurgiche, il cui utilizzo è stato suggerito come misura prudenziale negli spostamenti a bordo di autovetture, con due operatori a distanza di meno di un metro tra loro, si dispone che solo uno degli operatori componenti l’equipaggio indossi la mascherina durante tutto il turno di servizio”, si legge. E il secondo operatore? Lui che fa? “Indosserà la mascherina chirurgica solamente laddove le esigenze concrete lo impongano”. L’agente rimasto senza protezioni, potrà utilizzare la mascherina durante il turno successivo al posto del collega. La regola è quella dell’alternanza. In poche parole, ai poliziotti torinesi viene chiesto di montare a bordo di un veicolo che non consente di rispettare la regola aurea della distanza interpersonale e, per giunta, di farlo senza le adeguate protezioni.
E se il collega senza mascherina fosse positivo al Covid-19? La mascherina chirurgica, ormai è una fatto noto, protegge gli altri da noi e non viceversa. In questo caso, poi, l’operatore che non è alla guida non può neppure adottare l’accortezza di sedersi sul sedile posteriore, perché la parte posteriore dell’abitacolo è concepita per il trasporto delle persone in stato di fermo. La beffa è che nella stessa circolare viene chiarito che le disposizioni servono a promuovere la “maggiore tutela” degli agenti. “La divisa – denuncia Eugenio Bravo, segretario generale provinciale del Siulp di Torino – non scherma le forze dell’ordine dal virus”. “La regola dell’alternanza – chiarisce Bravo – sarebbe comprensibile qualora il veicolo fosse sterile e immune al Covid-19, e gli equipaggi avessero la certezza di non essere positivi”. Certezza che, allo stato dell’arte, non c’è. Visto che la richiesta di effettuare degli screening a tappeto sugli operatori è rimasta inevasa. E allora l’appello di Bravo è di modificare le disposizioni, “prevedendo l’utilizzo contestuale della mascherina”. Sulla questione è intervenuta anche la Cgil Silp, secondo cui le “disposizioni impartire sono inadatte a garantire la maggiore tutela per gli operatori”. “Ci chiediamo – scrive Tommaso Canelli, segretario generale provinciale della Cgil Silp – in che modo si proceda a individuare gli operatori che devono indossare la mascherina e se non si configuri una disparità di trattamento nell’individuare a chi tocchi indossarla”. “In caso di risorse insufficienti – conclude – riteniamo debba scaturire una riflessione rispetto alle modalità di impiego delle pattuglie e ai servizi di controllo del territorio, che devono essere tali da limitare al massimo il rischio di esposizione per le poliziotte e i poliziotti di Torino”.
La replica del questore di Torino, Giuseppe De Matteis, non si è fatta attendere. De Matteis smentisce le dichiarazioni dei sindacati, ma anche quello che c’è scritto nella sua circolare. “È falso dire che una solo mascherina possa essere utilizzata tra due poliziotti in servizio di pattuglia, e questa affermazione sarà oggetto di approfondimento nelle sedi opportune”, ha dichiarato il questore di Torino all’Ansa. Secondo De Matteis, infatti, “entrambi gli agenti di pattuglia sono dotati delle mascherina, con l’obbligo che almeno uno dei due la indossi”. Nel frattempo, anche nel Cuneese si accendono le stesse polemiche. La situazione, qui, sembrerebbe ancor più allarmante. “Se una sola mascherina può essere usata tra i due poliziotti in servizio di pattuglia di controllo del territorio a Torino durante un turno di 6 ore, nella provincia di Cuneo neanche questo, i nostri dirigenti hanno stabilito che i poliziotti cuneesi sono immuni a qualsiasi virus e dotati di corazza”, denunciano dal Siulp locale. “Se in tv passano immagini di tanti agenti con le mascherine, è bene sapere che non siamo noi, forse – concludono – siamo figli di un Dio minore”.
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