È mattina subito dopo l’alba quando viene diffuso un comunicato stampa sull’attuale manovra divulgato dal sito della presidenza del consiglio dei ministri, dove spunta l’abolizione del numero chiuso per l’inserimento affronta di medicina. Parliamo di una grande novità che, all’inizio il ministero della salute di non sapere nulla. Anche il ministro dell’istruzione Marco Bussetti dice: “voglio essere sincero, a me non risulta questa cosa. Farò dovute verifiche”.
Verso mezzogiorno la ministra alla Salute Giulia Grillo e il collega Bussetti fanno un comunicato stampa congiunto, nel quale non affrontano in modo diretto il provvedimento del consiglio dei ministri, dicono solo che hanno chiesto un aumento degli accessi e delle borse per le specializzazioni di Medicina. Non una abolizione completa, dunque. Comunque “si procederà per gradi”. I ministri scrivono: “Abbiamo chiesto in sede di consiglio dei ministri di aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per Medicina. E’ un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il Governo intende onorare. Si tratta chiaramente di un percorso da iniziare già quest’anno per gradi. Per assicurare l’aumento dei posti disponibili e avviare un percorso condiviso, a breve sarà convocata una riunione con tutti i soggetti interessati a cominciare dalla Crui”. I due ministri parlano di aumento degli accessi, cosa che sembra legata più che altro a un aumento del numero chiuso. In realtà nel comunicato del loro Governo sembra esserci un’apertura a tutti i candidati.
L’effetto di una cosa del genere sull’organizzazione delle Università sarebbe dirompente, basti pensare che quest’anno su 67mila candidati sono passati in 10mila, coiè coloro che hanno superato il test e sono entrati nel numero chiuso. E’ facile comprendere quale sforzo organizzativo richiederebbe agli atenei far entrare tutti e non solo dal punto di vista delle aule dove si svolgono i corsi. In generale andrà riorganizzata tutta la didatica, cosa che richiederà fondi extra. Tanto più che probabilmente il numero chiuso scoraggiava alcuni giovani diplomati, che temendo di essere bocciati non si presentavano nemmeno. Con l’apertura a tutti, dal prossimo anno a Medicina potrebbero iscriversi ancora più persone di quelle che normalmente si candidano al test.
Il problema principale del reclutamento dei medici da parte del servizio pubblico in questo momento, tra l’altro, ha a che fare con le scuole di specializzazione, cioè si presenta in una fase successiva rispetto all’ingresso alle Università. Per formare cardiologi, internisti, chirurghi generali eccetera quest’anno sono state bandidte 7mila borse di studio per laureati in medicina. Si tratta di un numero inferiore ai circa 10mila laureati ma anche a quello dei medici che dovrebbero andare in pensione (circa 8mila). Ammettere tutti a Medicina senza aumentare le borse di specializzazione non servirebbe quindi ad far crescere il numero degli specialisti pronti ad entrare in ospedale o a diventare medico o pediatra generico, perché l’imbuto si trova appunto nelle scuole di specializzazione.
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