Come vedremo, sono degli ottimi prodotti sotto tutti i punti di vista, dal display alla fotocamera, che segnano nuovi standard di mercato. Forse l’unico componente davvero innovativo dal punto di vista tecnico è il processore A12 Bionic, il primo costruito a 7 nano- metri e in grado di dare la polvere a qualsiasi concorrente sul fronte delle prestazioni. I prezzi sono impegnativi: l’iPhone XS parte da 1.189 euro per la poco appetibile versione da 64 GB; l’XS Max costa 100 euro in più in tutte le configurazioni, una differenza ampiamente giustificata dallo schermo spettacolare e dalla batteria più capiente; per il resto l’hardware interno è identico. Spiace l’assenza di una versione da 128 GB; nella configurazione top, l’XS Max arriva a costare 1.689 euro.
È un nuovo record per la categoria. Il “brutto anatroccolo” iPhone XR in realtà potrebbe diventare un outsider, non per niente sospettiamo che la tardata commercializzazione sia una precisa scelta di marketing. È un prodotto da non sottovalutare, e prima di passare alla prova della serie XS conviene dargli un’occhiata da vicino.
IPHONE XR
L’intento dell’XR sembra chiaro: portare design e caratteristiche dell’iPhone X su una fascia di prezzo inferiore. A 300 euro in meno rispetto all’iPhone XS, potrebbe non essere una cattiva scelta per chi vuole entrare
nel nuovo corso Apple. Con un display da 6,1″ si pone esattamente a metà strada, per dimensioni, tra l’XS e l’XS Max. Ha uno schermo ampio senza lo stesso effetto “padellone” del top di gamma da 6,5 pollici.
Il lato negativo è che lo schermo è in tecnologia Ips e non Amoled. La qualità andrà ovviamente verificata; se si tratta di un pannelloIps comunque moderno e di fascia alta, la differenza potrebbe non essere eclatante. Il processore è sempre il potente A12 Bionic, però con 3 GB di Ram anziché 4. Lo spessore del telaio è superiore, sull’XR è di 8,3 mm contro 7,7 mm. Tra l’altro resta impermeabile in standard IP67, come per l’iPhone X.
Altro dato importante, non c’è la dual camera con il secondo obiettivo zoom 2X. Sull’XR troviamo un singolo sensore da 12 Mpixel con apertura massima di F/1.8. Le specifiche sembrano identiche a quelle della fotocamera primaria di XS e XS Max, per cui ci si può ragionevolmente attendere la stessa (elevata) qualità. In pratica si perderebbe solo lo zoom. Lo stabilizzatore ottico per fortuna rimane.
Infine, un dato importante è la capacità della batteria, 2.942 mAh, superiore a quella dell’iPhone XS e che dovrebbe quindi offrire un’autonomia superiore. L’iPhone XR sarà disponibile in molti e nuovi colori: sono in totale sei, ovvero rosso, rosso corallo, giallo, bianco, blu e nero. Sembrano tornati i tempi dell’iPhone 5C; vedremo se il successo sarà questa volta maggiore. L’iPhone XR sembra sulla carta il candidato ideale per chi vuole passare da un iPhone serie 8 o precedenti a un nuovo modello, senza spendere le grosse cifre necessarie agli iPhone XS. A nostro avviso il fattore cruciale sarà il display; le altre caratteristiche sono di importanza secondaria.
XS E XS MAX: DESIGN E DOTAZIONE
I nuovi iPhone XS riprendono estetica e materiali del precedente iPhone X. Ritroviamo quindi il retro del telaio in vetro, lo schermo borderless in tecnologia Amoled e la cornice in metallo che si accoppia in maniera perfetta con le parti in vetro. Dimensionalmente, l’iPhone XS è paragonabile all’iPhone X e l’XS Max è molto simile all’iPhone 8 Plus; in quest’ultimo caso però a parità di ingombro lo schermo è molto più grande, come si nota bene nelle foto di confronto. Il tutto ora è impermeabile con certificazione IP68: vuol dire che i nuovi iPhone resistono a immersioni fino a 2 metri di profondità per 30 minuti. Altra novità è che tutti nuovi iPhone sono dual Sim: c’è l’alloggiamento per la classica nano Sim e una eSim interna. Questa sarà pienamente abilitata con la versione 12.1 di iOS, al momento in fase beta e non ancora rilasciata al pubblico al momento in cui scriviamo. Per ora non c’è nemmeno il supporto degli operatori telefonici nazionali, come invece è già avvenuto per il Watch 4; speriamo che le cose cambino in fretta. L’apparato radio 4G ora è di tipo Gigabit Lte, in modo da sfruttare, almeno in teoria, lo standard più veloce disponibile sul mercato. L’hardware necessario è costruito da Intel e non più da Qualcomm; risale a fine settembre uno scambio di accuse abbastanza pesante, con Qualcomm che imputa ad Apple
il passaggio di informazioni riservate proprio a Intel, con tanto di email piuttosto imbarazzanti come prova. Proseguendo con i miglioramenti, segnaliamo l’ottima resa del comparto audio, migliorato rispetto al passato e che rende non più indispensabile l’acquisto di diffusori Bluetooth per ascoltare musica o per l’audio dei film. I colori disponibili sono argento, grigio siderale e oro. Quest’ultimo ha mia tonalità diversa e appare molto elegante; chi scrive non è mai stato un fanatico del rose gold, ma il cambiamento avvenuto in questa generazione di prodotti lo rende senza dubbio più gradevole. Il telaio posteriore in vetro rimane molto scivoloso.
In dotazione viene fornito il solito alimentatore da 5W con connettore Usb tipo A e il cavo Lightning. Niente Usb type C almeno da mi lato del cavo, niente ricarica rapida. Quando il mercato si sta muovendo in tutt’altra
direzione, forse Apple farebbe bene a rivedere certe scelte che ormai hanno semplicemente il sapore dell’obsolescenza. Anche un cavo adattatore per il jack degli auricolari non guasterebbe nella confezione (a comprarlo originale costa 10 euro). Si può comprare anche un cavo Usb type C/Lightning ma costa 25 euro: uno sproposito. L’iPhone XS Max ha una batteria da 3.174 milliampere/ora, quella dell’XS è di 2.658 mAh. Quest’ultimo è un valore decisamente più basso rispetto alla media del mondo Android, dove si viaggia tra 3.400 e 4.000 mAh, ed è comunque meno capiente di quella dell’iPhone X (2.716 mAh). Apple sostiene che è comunque più efficiente a parità di spazio occupato, essendo realizzata in un blocco unico e non in due parti come avviene sull’XS Max. Durante le nostre prove abbiamo notato che si arriva sì a fine giornata, ma a stento; l’autonomia è valutabile intorno alle 12 ore con un utilizzo medio/ pesante, scattando una decina di foto e utilizzando spesso la navigazione Web via Wi-Fi. L’autonomia dell’XS Max è visibilmente superiore nelle stesse condizioni, arrivando a 14-15 ore. Da questo punto di vista ci aspettavamo qualcosa in più dall’XS.
IL DISPLAY
Il display è l’elemento che più differenzia gli iPhone XS e XS Max, almeno a prima vista. Sono entrambi in tecnologia Amoled (come su iPhone X) ma mentre quello dell’XS ha una diagonale di 5,8 pollici, uguale a quella del predecessore, l’XS Max ha un enorme display da 6,5″, senza eguali nella storia di Apple e nominalmente superiore a quello del pur gigantesco Samsung Galaxy Note 9, che misura 6,4″. Chi ha le mani grandi non fa troppa fatica a usarlo, diversamente si può incontrare qualche problema nell’utilizzo con una sola mano, con il pollice che non riesce a raggiungere gli elementi sugli angoli più lontani. È un fattore da tenere in considerazione, così come l’ingombro totale (157,5 x 77,4 mm) che ne rende problematico il trasporto nel taschino della giacca e anche nelle tasche dei pantaloni, se si porta una taglia media o piccola. Anche il peso, oltre i 200 grammi, non scherza. In compenso la visione dei film su uno schermo simile è uno spettacolo, così come la consultazione di pagine Web o la lettura di ebook risulta molto facilitata. L’iPhone XS Max è uno smartphone impegnativo, sicuramente di più rispetto al compatto XS. Il display Amoled restituisce colori molto brillanti, con neri profondi e un bianco degno di questo nome, a prescindere dal fatto che sia abilitata o meno la modalità True Tone (che regola la gamma dinamica a seconda della luce ambiente). I colori appaiono fedeli alla realtà, profondi ma senza essere troppo saturi. La resa è ben diversa rispetto al display Ips degli iPhone 8; siamo davvero su un altro pianeta. Sulla parte superiore ritroviamo il notch, la tacca che contiene la fotocamera frontale e gli altri sensori necessari alla tecnologia True Depth e a Face ID. Le cornici laterali sono ridotte, ma non al punto da premere involontariamente icone e pulsanti ai lati dello schermo, come invece avviene su alcuni concorrenti con Android ancora più estremi da questo punto di vista.
LE FOTOCAMERE
Osservando le specifiche tecniche della dual camera posteriore sembra che non sia cambiato nulla rispetto al precedente iPhone X. Troviamo due sensori da 12 Mpixel, associati rispettivamente a un obiettivo grandangolare con apertura F/1.8 e a uno zoom 2X con apertura F/2.4. Entrambi sono dotati di uno stabilizzatore ottico. Nessuna novità neanche per i video, che vengono registrati alla risoluzione massima di 4K a 60 fotogrammi al secondo, oppure in slow motion a risoluzione 1080p a 120 oppure 240 fps. Ritroviamo infine il flash True Tone quad led. In realtà c’è una differenza importante rispetto alle fotocamere dell’iPhone X: la dimensione dei pixel del sensore passa da 1,2 micron a 1,4 micron. Pixel più grandi vuol dire una maggiore quantità di luce catturata e in effetti gli scatti di sera o in condizioni di luce scarsa sono molto interessanti.
Il paragone è impietoso, ma rispetto ai risultati dell’iPhone 8 Plus c’è un abisso. Di giorno, quando la luce è ottimale, non si notano differenze rilevanti; tutto cambia alle basse luci. L’obiettivo primario inoltre ha un grandangolo leggermente più spinto, permettendo di catturare una scena più ampia, anche se di poco. Ancora, la messa a fuoco appare decisamente più veloce rispetto a quanto succede con l’iPhone 8 Plus.
Grazie alla potenza messa a disposizione dal processore A12, dal nuovo Isp (Image Signal Processor) e dal più potente Neural Engine, Apple ha implementato una serie di nuove funzioni a carico della fotocamera. La prima è la modalità Smart Hdr, che al momento dello scatto cattura automaticamente una serie di fotogrammi sovraesposti e sottoesposti da combinare poi insieme in un’unica foto, in modo da restituire più dettagli, migliorare le zone illuminate e in ombra, fornire colori più incisivi.
Vale la pena fare qualche esperimento e confrontare il risultato con i propri gusti; l’algoritmo funziona bene ma a volte restituisce immagini con colori troppo saturi. Togliendo ogni effetto aggiuntivo e disattivando il flash si possono ottenere immagini dopo il tramonto (le foto a confronto sono qualche pagina più avanti), dove la fiamma della candela viene resa esattamente com’è in realtà pur conservando una buona luminosità complessiva della scena. Di giorno, i colori sono molto precisi, vivi ma non artificiosi, (seconda foto di esempio) e nelle situazioni difficili come le zone d’ombra in una giornata di sole l’iPhone XS se la cava egregiamente.
Altra novità interessante è il potenziamento dell’effetto bokeh, la sfocatura dello sfondo nei ritratti. Una volta scattata la foto al soggetto in primo piano, tramite uno slider si può variare la profondità di campo e quindi decidere quanto e come sfocare lo sfondo. Ritroviamo poi la “modalità illuminazione ritratto”, tramite la quale si può variare il punto di luce in una scena e aggiungere effetti particolari (naturale, set fotografico, contouring, teatro, teatro bianco e nero). La fotocamera frontale da 7 Mpixel guadagna la tecnologia True- Depth, che mappa una matrice di punti sul volto della persona inquadrata.
Viene sfruttata sia per la gestione degli animoji (un avatar animato che segue le espressioni del proprio viso) sia per un’efficace gestione dell’effetto bokeh. A proposito degli animoji, siamo rimasti un po’ delusi: la creazione dell’avatar è completamente manuale e il processo di personalizzazione (colore della pelle, taglio di capelli, forma degli occhi, barba, accessori e via dicendo) è lungo e noioso. Ci sono concorrenti che creano automaticamente un modello 3D della testa dell’utente e gli applicano in tempo reale le espressioni inquadrate dalla fotocamera.
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