Sono nato l’11 luglio del 1990. I miei amici non hanno mai smesso. Sono riconoscente, un angelo mi ha protetto fino a oggi. Quando ho firmato il mio primo contratto, dormivo in una macchina. Sono stato una troia. Sono stato una santa. Sono la solitudine.
Sono l’eleganza. Sono la moda. Sono quello che l’ha creata con due stracci. La mia anima, il deserto dei tartari. Sono una popstar, una rockstar, un punk rockerz, uno scrittore bohémien. Sono un figlio di dio, un figlio di ma’, un ragazzo normale, un miracolato, un pessimo esempio e la più grande storia mai raccontata prima.
Dentro sono io amleto c’è tutto l’immaginario di achille lauro: un mondo lirico e non convenzionale, le lucide visioni di un’anima forgiata dalla solitudine, dalla strada, dalle droghe. Come tutta la sua produzione, anche questo libro è una prova di creatività che non si lascia intrappolare in nessun modello, e non segue nessuna regola. Con il suo modo unico di usare la parola e lungo inconsueti percorsi narrativi, lauro ci guida in un viaggio psichedelico, visionario, malinconico e poetico. Ad accompagnarlo, ventitré opere di artisti contemporanei.
In un attimo siamo quel bambino silenzioso che sogna di uccidere la bestia per scappare dal labirinto, siamo quel ragazzino che si affaccia timido al mondo dei grandi e che fin da subito decide di rompere le regole e infrangere le convenzioni sociali. Ma siamo anche quel giovane uomo che ce l’ha fatta, che ha costruito un impero dalla polvere, che ha sfidato la morte, ha attraversato l’inferno e ha trovato la sua strada nella musica.
Dopo il suo discussa Sanremo 2020, Achille Lauro si dedica alla sua nuova interpretazione della scena musicale del tutto personale. Attualmente, infatti, oltre ad essere concentrato sui testi delle sue canzoni ampia la sua visione dell’intrattenimento con costumi del tutto teatrali.
Le sua apparizioni truccato e con costumi sfarzosi sono stati punto di riferimento per molti in vista dell’attuale Carnevale, con molti vip che lo hanno imitato in molte apparizioni sui social e non solo. E dopo l’annuncio del nuovo tour, con tanto di posa ispirata alla Pietà e lodi da parte della fan Laura Pausini, la popstar romana sta ora rivelando via social le nuove sorprese che dedicherà al pubblico in termini di costumi e messa in scena.
Ultime anticipazioni da parte del cantante che parlano dell’imminente Immortale Tour di Achille Lauro lo ha pubblicato in anteprima lo stylist Nick Cerioni, che proprio al look della popstar sta lavorando in questo periodo.
Un messaggio dello stilista ha svelato dunque il cantante romano in gonna, scarpe con tacchi e calze a rete, in quella che molto probabilmente sarà una delle mise principali dei nuovi spettacoli; dopo il successo della tutina e delle imitazioni dedicate a personaggi classici della musica mondiale, un nuovo tormentone visuale è presumibilmente in arrivo; al contempo, saranno rivelate le date della turné, che lo vedrà portare il suo show in mezza Italia, sicuramente con grandissima risposta dell’ormai affezionato pubblico.
Esserci o non esserci, questo è il problema». Ispirandoci alla famosa battuta dell’Amleto di Shakespeare, diciamo che per esserci, nella nostra società molti sono pronti a tutto, anche a creare un’immagine di sé dissacrante che s’impone allo sguardo dell’altro promuovendo, comunque vada, una reazione.
Non importa se si è apprezzati, amati, giudicati, criticati, cercati, allontanati, l’importante è “esserci” di fronte all’altro, a qualunque prezzo. E la legge dura e spietata della visibilità che non solo passa attraverso i mass media ma attraversa in maniera liquida la strada dei social in un mondo virtuale che intrappola tutti in una presenza -assenza costituita da immagini e parole scritte.
L’ultima provocazione ha avuto luogo al Festival di Sanremo che si è concluso dieci giorni fa.
Achille Lauro ha regalato una serie di performance assolutamente sopra le righe che hanno imposto la sua immagine in maniera forte, dissacrante, provocatoria, al confine tra il sacro ed il profano. Una sorta di narrazione assurda attraverso un “esserci” totalmente sradicato dalla normalità. Provocando nello spettatore consenso o rifiuto, ma anche semplice curiosità o totale disincanto.
Nella storia del Festival di Sanremo Achille Lauro non è stato certo l’unico artista dissacrante che ha catalizzato, in una manciata di minuti, un’attenzione straordinaria, tentando di alzare sempre più l’asticella della sorpresa, del trasgressivo. E a trasformare l’esibizione di Sanremo in uno show dentro lo show.
Nel corso di 70 anni molti sono stati gli artisti che hanno utilizzato questo palcoscenico per dar vita a performance assolutamente uniche.Volete qualche esempio? Nel 1961 Adriano Celentano presenta con Little Tony 24 mila baci dando le spalle al pubblico nella prima parte del pezzo, muovendo in maniera ammiccante i glutei, con il chiaro obiettivo di scatenare un turbine di polemiche e far gridare allo scandalo. Si sa Adriano è un artista che nel corso degli anni è diventato un mito indiscusso. Ma anche lui da giovane, all’inizio della carriera, si è aiutato, per farsi conoscere e imporsi al pubblico, con il metodo della sorpresa trasgressiva.
Nel 1978 è il momento di Rino Gaetano, artista sopraffino, che presenta Gianna sul palco dell’Ariston con un cilindro, un frac e un ukulele. Nello stesso anno poi all’Ariston poi nel arriva anche una sedicenne: Anna Oxa con Un’emozione da poco, il suo look androgino, cioè a metà tra maschio e femmina, capelli cortissimi, trucco punk, completo scuro da uomo, preannuncia la difficile questione della mescolanza dei generi sessuali, in tempi, dove ancora l’argomento era assolutamente un tabù.
Chi non ricorda poi l’indimenticabile esibizione di una Loredana Bertè con un finto pancione al Festival del 1986 (la canzone era Re) che si procurò critiche durissime e giudizi severi, nonostante Loredana sia un’indiscussa regina della canzone italiana.
Bisogna arrivare al 1996 per trovare un gruppo che dallo stesso palco propone una modalità di fare musica come se fosse un vero show. Elio e le Storie Tese, rompono il tradizionalismo presentandosi come un gruppo di rottura, accompagnando l’esibizione con una serie di look, stravaganti fino all’ultima serata con la citazione dei Rockets, abiti alieni e mantelli d’argento.
Non solo l’Ariston è stato testimone di queste performance singolari.
Il palcoscenico della canzone italiana ha un altro artista che ha fatto dei suoi travestimenti un vero stile artistico: Renato Zero. Re indiscusso di show indimenticabili, dove la trasgressione si manifestava anche attraverso travestimenti di volta in volta differenti, ma sempre provocatori. E ovviamente non si contano le star straniere che hanno usato lo stesso mezzo per attirare attenzione, da Madonna a David Bowie, molto citato perché pare sia stato di ispirazione ad Achille Lauro.
Insomma, tutto questo fa comprendere quanto l’artista abbia in sé il bisogno di sorprendere l’altro, presentandosi in una modalità trasgressiva e provocante di presentarsi. Ha la necessità vitale, costante, compulsiva, paranoica, d’essere ammirato, invidiato, desiderato. Da cosa nasce tutto questo? Perché l’artista, e non solo, ha bisogno di diventare esplosivo quando conquista un palco? Cosa nasconde questo bisogno di travestirsi e dare scandalo? Perché si prova la necessità di mostrarsi ovunque e dovunque ponendosi in maniera dissacratoria allo sguardo dell’altro? Una cosa è sentirsi gratificati e nutriti dal riconoscimento altrui, altra cosa è il bisogno compulsivo di approvazione e di ammirazione. Quest’ultimo è un bisogno al limite del patologico.
C’è una differenza enorme tra il fatto di voler piacere per attirare l’altro verso di noi, e voler piacere al solo scopo di godere vedendo accendersi il suo desiderio: qui si rientra nella sfera dei comportamenti al limite della patologia. Attualmente, c’è una ricerca sfrenata di piacere all’altro godendo del suo sguardo incuriosito. Non importa la tipologia del desiderio che si riesce a scatenare nella fantasia dello spettatore, ciò che importa è aver catturato l’attenzione.
Ricevere l’ammirazione dell’altro fa sentire vivi, importanti, fa esistere. Per colpire l’altro, in un mondo, dove ciascuno si sforza di colpire tutti, si eccede in strategie di trasgressione. Si esagera con l’insolito. Stupidità e volgarità trionfano, nonostante in realtà si vorrebbe essere riconosciuti e apprezzati per la propria intelligenza e per il proprio senso estetico; e ci si vede ammirati e ricercati soprattutto dagli individui più banali, più vuoti e meno interessanti.
Perché c’è la tendenza a comportarsi in maniera così assurda? Un aspetto importante è dato dall’effetto gregge. Lasciarsi trascinare dalla scia di ciò che sta maggiormente catturando l’attenzione e soprattutto che sta promuovendo attenzioni. Funziona essere fuori dal coro? Allora è necessario fare di tutto per esserlo. Così quando la persona si sente nella giusta scia ha la presunzione di essere più potente. È una sorta di effetto “àncora” che porta a comportarsi in maniera stravagante quando si vuole catturare l’attenzione di un “branco” che garantisce la visibilità. Tanto che più si è dirompenti e trasgressivi più si è visti, considerati, voluti, cercati. Il mondo intero è una ribalta, diceva il grande Shakespeare, che non a caso abbiamo citato all’inizio. E noi, che non ci possiamo permettere di trasgredire più di tanto, non siamo che umili spettatori della narrazione creativa di brillanti attori.
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