In Italia si calcolano siano almeno 600 mila le persone affette da questa patologia degenerativa delle capacità cognitive e comportamentali, numeri che raddoppiano se si conteggiano i diversi tipi di demenza. Ad oggi non esiste una cura per il morbo di Alzheimer, solo farmaci che possono rallentare il decorso della malattia, permettendo al malato di mantenere più a lungo le proprie funzioni cognitive. E’ quanto si propone un video prodotto dal Laboratorio Multimediale dell’Università di Firenze, che ci porta dentro la quotidianità dei pazienti affetti dall’Alzheimer del centro diurno Monteoliveto di Pistoia.
Ricordare a malapena ciò che si è fatto appena qualche minuto prima, avere bisogno di qualcuno per completare le normali attività della vita quotidiana e del tempo libero (es.: accendere il forno, preparare un piatto che si è sempre cucinato, non ricordare le regole del gioco di carte preferito), perdere il senso delle date, delle stagioni e del passare del tempo, non riconoscere più i propri cari: in una parola Alzheimer. Durante lo scorso anno sono stati interrotti alcuni studi promettenti su nuove terapie, perché non rilevavano una sufficiente efficacia.La maggioranza dei malati vive e viene assistita a domicilio, e l’assistenza grava per l’80 per cento dei casi sulla famiglia, che deve dedicare l’intera giornata alla gestione del malato, pagando un importante prezzo sia in termini di stress psicologico che in termini economici.
Lo ha rivelato uno studio condotto a Londra e pubblicato su ‘Bmj Open’, che ha riscontrato un’associazione tra la malattia neurodegenerativa e l’esposizione ad anidride carbonica e alle polveri sottili (Pm 2,5). L’invito da parte dell’Ausl Romagna a collaborare alla realizzazione del convegno è stato accolto con grande interesse dalle Associazioni, che parteciperanno a vario titolo all’iniziativa, per esempio, portando testimonianze e contributi sul grande tema del “prendersi cura” della persona con demenza e svolgendo il ruolo di punto d’iscrizione al convegno per volontari, familiari e persone con demenza. Come ogni 21 settembre, possiamo scegliere! “Le persone già colpite da una forma di declino cognitivo lieve non hanno la certezza di ammalarsi di Alzheimer, ma convivono con un rischio significativamente più alto”.Altra novità riguarda la causa della malattia. “Molto è ancora possibile”, promosso dalle associazioni di volontariato per l’Alzheimer, dai Centri Sollievo e dai tre Centri servizi padovani che accolgono malati di Alzheimer in sezioni protette (Oic, Fondazione Santa Tecla e Casa Madre Teresa dell’Opsa).
“I limiti delle terapie farmacologiche attualmente in uso – spiega il Referente CDCD Rimini dottor Stefano De Carolis – la preoccupante assenza di imminenti alternative e la dimensione epidemiologica della malattia impongono di sviluppare sempre più quel ‘gioco di squadra’ che vede impegnati tutti i nodi della rete che si occupano della persona con demenza e dei relativi caregiver”. Sono previsti un Gruppo di sostegno psicologico e un Corso psico-educativo per spiegare la malattia alle nuove famiglie segnalate dal Centro demenze.
Add comment