Più che un debutto, un grande ritorno. A vent’anni di distanza dall’ultima puntata dello storico Giochi senza frontiere, in onda tra la metà degli anni ‘60 fino al 1999 per ben trenta edizioni, nella prima serata del giovedì targato Canale 5 arriva Eurogames, la sfida tra sei nazioni europee – Italia, Spagna, Russia, Grecia, Germania e Polonia – all’insegna della leggerezza e del divertimento, supervisionata da arbitri d’eccezione guidati da Yuri Chechi.
Padrona di casa, la spumeggiante coppia composta da llary Blasi e Alvin: «Più che conduttori, noi siamo spettatori che si divertono a commentare quello che succede e anche a prendere un po’ in giro i partecipanti.I protagonisti, quelli che fanno la fatica vera, sono i concorrenti», spiega la presentatrice romana. «Ho voluto fortemente questo gioco e ci credo molto. In una Tv fatta spesso di arringhe e litigate, mi piaceva l’idea di riportare in auge uno show degli anni che mi hanno visto crescere.
E, soprattutto, mi interessava il proposito di provare a riunire la famiglia italiana davanti al piccolo schermo. Noto che i miei figli, soprattutto il più grande, Cristian, sono concentrati sulle serie tv, sui video di YouTube. Eurogames è uno show talmente trasversale che potrebbe tornare a diventare l’appuntamento fisso della settimana per grandi e piccini, proprio come un tempo».
Dopo tre anni al timone di Grande fratello vip, quindi, llary cambia rotta. Ed è più carica che mai. «I reality continuano a piacermi.
Ma questa è un’esperienza che esula da tutto quello che ho fatto in passato. E a me piace mettermi in gioco, mi appassiona, mi stimola».
llary, lei ha qualche ricordo particolare legato allo storico Giochi senza frontiere?
«Sì, le estati a Frontone, un paese nelle Marche. I miei nonni sono originari di lì e ad agosto ero sempre da loro in vacanza. Quindi, con gli amici della mia comitiva, ci riunivamo davanti alla Tv per tifare Italia. Ho dei ricordi bellissimi. E ogni volta che ne parlo con persone della mia stessa generazione, mi rendo conto che la sensazione è comune. Mi piace l’idea di tramandare questi ricordi ai
miei figli, che non hanno mai sentito parlare di Giochi senza frontiere e di raccontare loro come vivevo quei momenti. Riproporri questo program ma è un sogno che coltivavo c tempo e ci speravo da anni. Poi se perché ero piccola, non lo so, ma continuo a pensare che la Tv degli anni ’80 e ’90 fosse stupenda».
C’erano altre trasmissioni che le piacevano?
«Tantissime. Ricordo Fantastico il sabato sera, Miss Italia, Il pranzo è servito, La ruota della fortuna, Il gioco dei nove e tutti i quiz, Non è la Rai, Fuego, Colpo di fulmine… e poi è arrivato il momento in cui la televisione ho cominciato a farla anche io!».
Con Alvin aveva già lavorato nei primi anni . 2000 a Top of thè popse a CD: Live. Come è stato ritrovarvi al timone di un nuovo progetto?«Sono k felicissima di poter lavorare ancora con lui, per me è un collega ma soprattutto un amico. Ce eravamo promesso tempo fa, ma finora non si era mai presentata l’occasione giusta. Appena è arrivata, l’abbiamo colta. Ed eccoci qui. In realtà, siamo sempre rimasti in contatto ed è bello perché la confidenza e la complicità, quindi, non sono mai venute a mancare. Tra noi non esistono silenzi imbarazzanti, perché ci conosciamo bene e non c’è bisogno di aggiungere nulla».
Proverete in prima persona i giochi che faranno i concorrenti?
«Non tutti. Quelli che ci piacciono e ci ispirano di più. Quelli in acqua, per esempio, io non li amo particolarmente». Alvin, in realtà, vorrebbe riproporre proprio lo storico bacio sott’acqua in apnea. «Con me? Magari a mezzogiorno, perché di notte in acqua io ho freddo! E poi ho veramente poco fiato». Preferirebbe farlo con suo marito? «Ma no! Mica ho bisogno di andare sott’acqua per baciare Francesco!» Le piace la location “da kolossal” creata per Euro game s a Cine città World? «È meravigliosa. Hanno riprodotto il Circo Massimo; dal vivo è spettacolare, in Tv si capirà quanto sia maestoso grazie ai droni. A Roma si vedono le luci in alto perfino dalla Pontina, è davvero bellissimo».
In questi anni quanto si sente cambiata come donna e come professionista?
«Diciamo che la vita va sempre avanti, è ovvio che si cambi e che si attraversino fasi diverse. Ma, almeno per quanto mi riguarda, al tempo stesso, io mi sento la Ilary di un tempo. Mi sembra di essere sempre una ventisettenne. Quindi, penso sia inevitabile cambiare, m a credo anche che in tutti noi una parte più infantile, quella che porta ad aver voglia di giocare, rimanga immutata».
Rispetto alla sua generazione, come crede stiano crescendo i suoi tre figli?
«Hanno sicuramente un’adolescenza diversa rispetto a quella che abbiamo avuto noi. Ma sia io sia Francesco possiamo contare su due famiglie solide e comuni alle spalle; stiamo cercando di trasmettere ai nostri bambini quello che hanno insegnato a noi. In chiave più moderna, sicuramente, ma con le basi e i valori che non devono mai mancare, a prescindere dai tempi che corrono». Ora che Francesco ha smesso di giocare è più presente in casa?
«Molti mi chiedono come sia averlo tutti i giorni a casa. Ma magari fosse così! Almeno mi aiuterebbe con i bambini e con le altre faccende. In realtà, non ho mai notato tutta questa grande differenza, perché anche se non direttamente in campo, è tutt’ora impegnato con mille cose. E quella severa in famiglia rimango io!».
A proposito di vita casalinga, pensa che prima o poi vedremo in Tv la tanto desiderata sit-com Casa Totti?
«Ce la chiedono tutti! È molto carina come idea. Non so, diciamo che ci penseremo…».
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