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“Mi piantava ombrelli nelle cosce, oggi ho segni indelebili”: condannato per torture alla compagna



Una donna di Fonte Nuova ha subito anni di violenze dal compagno, che la picchiava brutalmente e le impediva di chiedere aiuto. L’uomo è stato condannato a nove anni e tre mesi di carcere, oltre la pena richiesta dal pm.



Una storia di abusi e sofferenza durata anni si è conclusa con una dura condanna da parte del tribunale di Tivoli. Un uomo di 40 anni è stato ritenuto colpevole di maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni ai danni della sua compagna, una donna residente a Fonte Nuova. Per anni la vittima ha subito percosse, minacce e torture fisiche all’interno della loro abitazione, fino a trovare il coraggio di denunciare.

Un incubo quotidiano

La relazione tra la donna e l’uomo era segnata da una violenza sistematica. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, le aggressioni erano all’ordine del giorno. L’uomo non si limitava a colpirla con pugni e calci, ma utilizzava oggetti per infliggerle ancora più dolore. Tra le torture subite, la vittima ha raccontato di essere stata percossa con scarpe antinfortunistiche, di aver avuto le punte di ferro degli ombrelli conficcate nelle cosce e di essere stata minacciata di morte, insieme ai suoi familiari.

La situazione era resa ancora più drammatica dal contesto della pandemia da Covid-19, periodo in cui era praticamente impossibile lasciare casa. Ogni pretesto era sufficiente per scatenare la furia dell’uomo: un piatto cucinato in modo diverso dal previsto poteva trasformarsi in una scusa per un pestaggio. Se le lesioni erano troppo evidenti, l’uomo le imponeva di mentire sui motivi delle ferite, arrivando persino a medicarla per evitare che andasse in ospedale.

Le violenze peggioravano ulteriormente quando l’aggressore beveva. In un’occasione le ha sbattuto la testa contro i videogiochi di un locale, in un’altra le ha strappato i capelli di fronte a un amico. L’uomo non si limitava alle botte: distruggeva i suoi cellulari per impedirle di chiedere aiuto, la minacciava con coltelli e la costringeva a subire le sue angherie senza possibilità di fuga.

La denuncia e l’arresto

Dopo anni di soprusi, la donna ha trovato la forza di denunciare. Due anni fa si è rivolta alle autorità e, considerata la gravità della situazione, il compagno è stato immediatamente arrestato. Le accuse a suo carico erano pesanti: maltrattamenti, violenza sessuale e lesioni.

Il processo si è concluso nei giorni scorsi con una condanna esemplare: nove anni e tre mesi di carcere, una pena superiore ai sei anni e nove mesi richiesti inizialmente dal pubblico ministero.

In aula, la vittima ha ascoltato la sentenza con le lacrime agli occhi. Dopo anni di violenze, la giustizia ha riconosciuto il suo calvario. Le conseguenze fisiche degli abusi, però, resteranno per sempre: la donna ha riportato problemi di deambulazione e un timpano perforato, danni permanenti che la accompagneranno per tutta la vita.



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