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A Bari, tartaruga martoriata e uccisa a martellate: era stata recuperata e liberata l’anno scorso



Recentemente, la scoperta di una tartaruga Caretta caretta, trovata morta sulla costa di Mola di Bari, ha scosso la comunità locale e gli attivisti per la protezione degli animali. L’animale presentava evidenti segni di violenza sul corpo, tra cui un colpo mortale al capo, probabilmente inferto con un grosso martello, che ha provocato un’emorragia cerebrale fatale. La segnalazione dell’accaduto è stata fatta dagli operatori del Centro Recupero Tartarughe Marine WWF di Molfetta, i quali hanno riconosciuto l’esemplare, già conosciuto e curato in precedenza.



La tartaruga, un esemplare della specie più comune nelle acque italiane, ha suscitato grande tristezza tra i volontari del WWF, che avevano assistito alla sua riabilitazione. L’autopsia condotta dagli esperti dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Foggia ha confermato le ipotesi iniziali, evidenziando che l’animale era stato ucciso “per mano di qualche delinquente del mare”, come dichiarato dai membri del centro di recupero. Questo tragico evento rappresenta non solo un atto di violenza contro un animale protetto, ma anche una ferita alla coscienza collettiva di chi si impegna per la salvaguardia della fauna marina.

Quella che si pensava potesse essere una nuova vita per la tartaruga, dopo essere stata curata e liberata in mare dal Centro Recupero Tartarughe di Trani nel gennaio 2024, ha avuto un epilogo drammatico. Il rilascio dell’animale doveva simboleggiare un nuovo inizio, un momento di speranza tra natura e uomo, ma purtroppo si è trasformato in una tragedia. Le forze dell’ordine sono ora impegnate a indagare sulle circostanze della morte della tartaruga, cercando di chiarire le dinamiche che hanno portato a questo crimine.

La Caretta caretta è una delle sette specie di tartarughe marine presenti nel mondo e si trova in diversi mari e oceani, tra cui l’Atlantico, il Pacifico, l’Indiano e il Mediterraneo. Le acque italiane ospitano una popolazione stabile di questa specie, con aree di nidificazione lungo le coste di Calabria, Sicilia, Puglia e Sardegna. Tuttavia, nonostante la sua ampia diffusione, la Caretta caretta è classificata come specie vulnerabile dalla Lista Rossa dell’IUCN. Le minacce a cui è soggetta includono catture accidentali nelle reti da pesca, inquinamento da plastica, degrado degli habitat costieri e cambiamenti climatici.

Negli ultimi anni, grazie agli sforzi di conservazione da parte di enti di ricerca e associazioni di volontariato come il WWF di Molfetta, la popolazione di Caretta caretta ha mostrato segni di recupero, con un aumento dei successi nella nidificazione lungo le spiagge italiane. In alcuni casi, le tartarughe hanno nidificato anche in prossimità di ombrelloni e lettini, segno di una crescente consapevolezza tra i bagnanti riguardo alla necessità di proteggere questa specie.

La morte della tartaruga a Mola di Bari rappresenta un duro colpo per gli sforzi di conservazione e per tutti coloro che si dedicano alla tutela della biodiversità marina. Proteggere la Caretta caretta significa, infatti, salvaguardare non solo un animale emblematico, ma anche l’equilibrio degli ecosistemi marini. Queste tartarughe svolgono un ruolo cruciale nel mantenere l’equilibrio delle catene alimentari, contribuendo a controllare le popolazioni di meduse e favorendo la salute delle praterie marine.

Il WWF e altre organizzazioni stanno intensificando gli sforzi per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alla protezione delle tartarughe marine e alla lotta contro atti di violenza nei loro confronti. La speranza è che eventi tragici come quello avvenuto a Mola di Bari possano fungere da monito per la società, sottolineando l’importanza di rispettare e proteggere la fauna selvatica.



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