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Roberto Zanoletti perde la vita nella sua impresa il giorno successivo al compleanno: a segnalare il fatto è il figlio



Nella comunità di Clusone ha suscitato grande commozione il tragico incidente sul lavoro che ha portato alla morte di Roberto Zanoletti, l’imprenditore di 56 anni che martedì 7 gennaio ha perso la vita. La vittima si era riuscita a festeggiare solo pochi giorni prima per il suo compleanno ed era conosciuto da tutti per la sua esperienza e la professionalità nel settore della posa di sassi. Il mestiere di Zaniletto, infatti, era stato trasmessogli dal padre e lo svolgeva da oltre quarant’anni.



Secondo una prima ricostruzione, l’uomo stava pulendo un muro esterno nel cortile della propria impresa, in via Albricci. Una volta spostatosi dietro il muretto, si è salito sulle benne di un muletto che lui stesso stavano utilizzando per raggiungere i sei metri di altezza per effettuare l’operazione. Ma una volta giunto in alta quota è caduto a terra a peso morto. Raggiungendola, avrebbe cercato di fermare l’impatto con le mani, battendo la testa violentemente contro l’asfalto.

La tragedia è stata vista dall’unico testimone in loco, il figlio 24enne dell’interno che lavorava al fianco del padre. Questi, allertati, hanno provato a rianimarlo, ma i soccorritori del 118 giunti sul posto non hanno potuto fare altro che dichiarare la morte. Infatti, quando il car e la moto della Croce rossa sono rientrati in base il personale sanitario ha potuto solo constatare sul posto la scomparsa dell’imprenditore.

Una tragedia familiare di cui sentono certamente il peso e con un profondo dolore che ha accolto la notizia è la moglie di Roberto Zanoletti che al quotidiano l’Eco di Bergamo parte tutta la sua sofferenza: “quest’anno erano trent’anni che ci conoscevamo, 30 che ero sposata con lui. Roberto era una persona buona, aveva un cuore grande. Eravamo andati fuori a Natale, era rimasto a casa con i bimbi e poi aveva festeggiato il suo compleanno domenica: mercoledì ne avremmo festeggiato uno anche a nostra insaputa”. Rammarico condiviso da alcuni parenti che si sono lasciati andare alla tristezza. “Quelli buoni sono sempre loro i primi ad andarsene da questa vita”.

Roberto Zanoletti non era solo un membro rispettato della sua famiglia, ma anche della comunità di Clusone che era davvero conosciuto. Un tale lavoro rischioso. La morte di Roberto Zanoletti solleva l’argomento della sicurezza sul lavoro ancora una volta, ma, purtroppo, come accade spesso in questi casi, è troppo tardi.

Lavorare con pietre, che Zanoletti ha imparato da suo padre, lo ha fatto con passione per oltre quarant’anni, così come l’utilizzo di attrezzature aeree come i muletti può portare a gravi conseguenze. Gli organismi legislativi dell’Italia indagheranno sull’incidente prima di giungere a un’ulteriore conclusione e, se necessario, prenderanno misure legali nei confronti dell’impresa. Alcuni commenti.

Ho ricevuto la notizia che l’amico con cui avevo il piacere di lavorare nei canali cinque anni non fa più parte della vita. È difficile scoprire bei momenti nel dolore, ma la sua posizione nei confronti del lavoro era veramente ammirabile. Un uomo che ha lavorato per quarant’anni, che ha ricevuto il suo stipendio oggi grazie al suo duro lavoro e alla sua dedizione, è un pilastro tranqillo su cui possiamo contare. Grazie, Roberto, per essere stato parte della nostra vita e aver lasciato un impatto positivo su di essa. Che la terra ti sia lieve.

Il ricordo e il lascito di Roberto Zanoletti

La morte di Roberto Zanoletti costituisce per la famiglia e per l’impresa da lui fondata il tragico compimento di un periodo importante. La sua e la loro non verrà mai meno per coloro che lo conoscevano, cantando ovviamente in testa alla lista la famiglia Zanoletti, alla quale va il compito di dare continuità al lavoro di un uomo che nel proprio mestiere dedizione e passione li ha messi davvero in primo piano.

La famiglia Zanoletti troverà conforto ricordando che Zanoletti è entrato nel cuore di una comunità e di un imprenditoria che nei loro rispettivi contesti al tempo e nei decenni costruita. Per nessun motivo, la sua e la loro morte vada dispersa nel nulla e sia un monito costante per tutti noi che luoghi di lavoro tirche non costituiscono cosa nostra, ma un problema di rispetto e di tutela di tanti Roberto Zanoletti che ogni giorno si mettono in gioco.



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