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Il detenuto non ha mostrato alcun rimorso nello spiegare perché ha ucciso 2 molestatori sessuali con un bastone



Il detenuto non ha mostrato alcun rimorso nello spiegare perché ha ucciso 2 molestatori sessuali con un bastoneJonathan Watson, un detenuto californiano che sta scontando l’ergastolo per un precedente omicidio, ha ammesso di aver ucciso due compagni di cella condannati per reati sessuali su minori utilizzando un bastone da passeggio.



Watson, alloggiato in una stanza di tipo dormitorio, aveva inizialmente chiesto di essere trasferito, citando il disagio di essere ospitato con un molestatore di bambini condannato. Tuttavia, dopo che uno dei detenuti aveva iniziato a guardare un programma televisivo per bambini, Watson ha affermato che ciò ha scatenato il suo violento sfogo.

Secondo il suo racconto, Watson ha aggredito il primo detenuto dopo aver sentito i commenti di altri che mettevano in discussione la scelta del programma televisivo. Si è immediatamente consegnato, ma ha incontrato un secondo molestatore sessuale condannato mentre si dirigeva verso la guardia. “Ormai il dado è tratto”, ha scritto Watson, giustificando la sua decisione di uccidere di nuovo. Entrambe le vittime sono morte a causa di gravi lesioni alla testa inflitte dal bastone.

L’incidente ha sollevato interrogativi sulle politiche carcerarie e sul collocamento dei detenuti. Watson aveva apertamente espresso preoccupazioni riguardo alla sua assegnazione di alloggio prima degli omicidi, cosa che alcuni esperti ritengono rifletta un insolito sforzo di risolvere i conflitti in modo non violento.

Il consulente legale Joshua Mason ha osservato che il tentativo iniziale di Watson di cercare aiuto contrasta con il tipico comportamento carcerario, dove l’azione diretta è spesso la norma.Il Dipartimento di Correzione e Riabilitazione della California ha rifiutato di commentare ulteriormente, citando un’indagine in corso. Il caso mette in evidenza le continue sfide nel mantenere la sicurezza all’interno delle strutture correzionali e le complessità nella gestione di detenuti con condanne diverse.



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