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Chi era Chiara Moscardi, la psicologa morta a soli 26 anni sull’A4: “Una vita dedicata agli altri”



Un terribile incidente stradale ha spezzato la vita di Chiara Moscardi, una psicologa di appena 26 anni, martedì 17 dicembre. L’episodio è avvenuto poco dopo le 13 lungo l’autostrada A4, nel tratto compreso tra gli svincoli di Cessalto e Noventa di Piave, in provincia di Venezia. La giovane si trovava a bordo di un furgoncino dei servizi sociali del Comune di Venezia, fermo sulla corsia di emergenza a causa di un guasto meccanico, quando un tir proveniente dalla Repubblica Ceca ha travolto il veicolo.



Secondo le ricostruzioni fornite dalle autorità, il furgone era stato costretto a fermarsi per un problema tecnico. Purtroppo, l’impatto con il mezzo pesante è stato devastante: Chiara Moscardi è deceduta sul colpo, mentre uno dei suoi colleghi che viaggiava con lei è rimasto gravemente ferito. Altri due uomini presenti sul veicolo sono invece usciti illesi dallo schianto. Sul posto sono intervenuti immediatamente i soccorsi, compresi i vigili del fuoco e il personale sanitario, ma per la giovane non c’è stato nulla da fare. L’autista del tir, rimasto illeso, è stato estratto dal camion grazie all’intervento dei pompieri.

Chi era Chiara Moscardi

Nata e cresciuta a Rovigo, Chiara Moscardi aveva da poco compiuto 26 anni. Dopo aver conseguito la laurea in Psicologia presso l’Università di Padova, aveva deciso di dedicare la sua carriera al sostegno delle persone più vulnerabili. Lavorava per la cooperativa sociale Cosep e collaborava con il Comune di Venezia su progetti rivolti a persone senza fissa dimora e con dipendenze. Il suo impegno professionale era caratterizzato da una dedizione straordinaria, come raccontano coloro che l’hanno conosciuta.

“Un lavoro che la appassionava molto, le piaceva aiutare gli altri, in particolare i più fragili. Persone che spesso sosteneva anche di notte, andando in giro con il furgone della cooperativa per mettere al riparo chi dormiva al freddo”, ha dichiarato un’amica della giovane.

La famiglia Moscardi è molto conosciuta a Rovigo, soprattutto nel mondo del rugby. Il padre di Chiara, Alberto, è un ingegnere noto nella comunità locale, mentre il fratello Matteo e gli zii paterni sono figure di spicco legate a questo sport. Anche Chiara, per un periodo, aveva praticato rugby prima di dedicarsi completamente alla sua vocazione professionale.

Il cordoglio delle istituzioni

La tragica scomparsa di Chiara Moscardi ha suscitato profonda commozione sia nella sua città natale che a Venezia, dove lavorava. Numerosi sono stati i messaggi di cordoglio espressi dalle istituzioni locali e dai conoscenti.

“Un destino crudele l’ha strappata troppo presto alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che la conoscevano e la stimavano. Chiara era una professionista dedita ad aiutare i più fragili, portando avanti il suo lavoro con passione”, ha scritto Valeria Cittadin, sindaca di Rovigo, in una nota ufficiale. “A nome mio personale, della Giunta e di tutto il Comune di Rovigo, esprimo le più sentite condoglianze alla famiglia Moscardi, ai suoi colleghi e amici. In un momento così doloroso, ci stringiamo con affetto e vicinanza a tutti i familiari di Chiara”.

Anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha voluto ricordare la giovane psicologa con un messaggio pubblico: “A nome di tutta la Città di Venezia voglio esprimere il più profondo cordoglio per la tragica scomparsa di una giovane psicologa di soli 26 anni”.

Sui social network sono apparsi numerosi messaggi da parte di amici e conoscenti della ragazza. Tra questi, uno in particolare ha colpito per la sua intensità emotiva: “La vita ti fa male così, nel pomeriggio lento di un giorno qualsiasi, poco prima delle feste. Non ho un abbraccio così forte da stringerli tutti ma quello che ho è un abbraccio. A Teo, ragazzo meraviglioso, alla sua famiglia. Ciao Chiara, hai portato tanta luce, quella non se ne va mai”.

L’impegno sociale di Chiara

Il lavoro svolto da Chiara Moscardi era molto più di una semplice professione: rappresentava una missione quotidiana. La giovane si occupava principalmente di progetti dedicati a persone in condizioni di estrema fragilità. Operava nel quartiere della stazione di Mestre, dove insieme ai colleghi cercava di offrire supporto e alternative a chi viveva situazioni difficili legate alla mancanza di una casa o alla dipendenza da sostanze.

La sua sensibilità verso le problematiche sociali era evidente anche fuori dal contesto lavorativo. Chi la conosceva bene racconta che non esitava mai a mettersi al servizio degli altri, dimostrando grande empatia e altruismo.

Le autorità stanno ancora lavorando per chiarire l’esatta dinamica dell’incidente. Stando alle prime informazioni raccolte sul posto, il furgoncino dei servizi sociali era fermo sulla corsia d’emergenza quando è stato violentemente tamponato dal tir ceco. Non è ancora chiaro se l’autista del mezzo pesante non abbia visto il veicolo fermo o se si sia trattato di una distrazione.



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