Due giovani amici, Giacomo Desogus e Matthias Steri, sono stati trovati senza vita nei boschi di Santu Lianu a Quartu Sant’Elena, nella città metropolitana di Cagliari. La tragedia, avvenuta durante una battuta di caccia, sembra essere il risultato di un drammatico incidente seguito da un gesto disperato.
La vicenda che ha sconvolto Quartu Sant’Elena si è consumata ieri, domenica 15 dicembre. Giacomo Desogus, 28 anni, e Matthias Steri, 27 anni, erano amici stretti e condividono la passione per la caccia. Secondo le prime ricostruzioni degli inquirenti, i due si erano recati nella zona di Mela Murgia per una battuta al cinghiale. I familiari, preoccupati per il loro mancato rientro a casa in serata, hanno dato l’allarme intorno alle 23.
Le autorità, coordinando le ricerche attraverso la Prefettura di Cagliari, hanno attivato il piano provinciale di emergenza. Grazie al GPS dei cellulari, i corpi dei due giovani sono stati individuati verso le 2 di notte in una radura nei boschi di Santu Lianu. Accanto a loro è stato ritrovato un fucile da caccia, arma di proprietà di Desogus, l’unico dei due con il porto d’armi.
La dinamica ipotizzata dagli inquirenti
Le indagini preliminari, condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo, sembrano indicare che la tragedia sia stata innescata da un incidente. Si ipotizza che Desogus possa aver affidato temporaneamente il suo fucile a Steri, forse per indossare un indumento trovato vicino ai corpi. Durante questo passaggio, sarebbe partito accidentalmente un colpo che ha colpito mortalmente Desogus.
In preda alla disperazione per l’accaduto, Steri avrebbe usato la stessa arma per togliersi la vita. Non si esclude, tuttavia, che il 28enne stesse tentando di insegnare all’amico come maneggiare il fucile, con esiti tragici. Gli inquirenti stanno lavorando per chiarire ogni dettaglio della vicenda, analizzando l’arma e le posizioni dei corpi.
Il cordoglio della comunità
La notizia ha sconvolto la comunità di Quartu Sant’Elena, dove entrambi i giovani erano molto conosciuti. Sui social, amici e conoscenti hanno espresso dolore e incredulità per l’accaduto. “Non riesco a credere a quello che è successo, mi mancherai tanto, amico mio”, scrive un amico di Desogus.
Un altro messaggio sottolinea il legame profondo tra le vittime: “Giacomo e Matthias, due amici legati da un destino crudele. Avevano tutta la vita davanti, un futuro da costruire insieme. Tutto distrutto in una notte”. Un altro post, rivolgendosi a entrambi, recita: “La vostra amicizia sarà eterna. Ciao ragazzi”.
L’analisi dei rilievi sul posto
Gli investigatori stanno esaminando con attenzione il luogo del ritrovamento e l’arma coinvolta. Secondo quanto emerso, il fucile era perfettamente funzionante e regolarmente detenuto da Desogus. La posizione dei corpi e degli oggetti sulla scena del tragico evento sembra confermare l’ipotesi di un colpo accidentale seguito da un gesto volontario.
Accanto ai corpi è stato ritrovato un indumento, forse una giacca o un accessorio da caccia. Questo dettaglio ha spinto gli investigatori a ritenere che il fucile sia stato temporaneamente affidato a Steri, che non aveva esperienza con le armi. Se questa ipotesi fosse confermata, l’incidente si sarebbe verificato mentre il più giovane dei due tentava di maneggiare l’arma.
Una passione condivisa finita in tragedia
Giacomo Desogus era un cacciatore esperto e appassionato, noto nella comunità locale per il suo carattere socievole e la dedizione alle sue attività. Matthias Steri, sebbene meno esperto, condivideva con lui l’amore per la natura e le escursioni. I due erano legati da un’amicizia profonda, che li portava spesso a trascorrere del tempo insieme in attività all’aria aperta.
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