Il caso di presunto doping di Jannik Sinner, legato alla presenza di tracce di Clostebol nel suo organismo, è in attesa della sentenza del TAS. La decisione potrebbe compromettere la stagione 2025 del tennista.
Il futuro di Jannik Sinner è appeso a un filo, in attesa della decisione del Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) a seguito del ricorso presentato dalla WADA (Agenzia Mondiale Antidoping). Il caso riguarda la presenza di tracce infinitesimali di Clostebol, una sostanza proibita, rilevata durante i controlli antidoping effettuati a marzo 2024 al Masters 1000 di Indian Wells. Il verdetto del TAS, previsto tra gennaio e marzo 2025, potrebbe avere ripercussioni significative sulla carriera del tennista altoatesino.
La vicenda ha avuto inizio quando i test antidoping condotti durante il torneo californiano hanno evidenziato la presenza di Clostebol nelle urine di Sinner. Le quantità rilevate erano estremamente basse, meno di un miliardesimo di grammo. La sostanza, come emerso successivamente, sarebbe entrata accidentalmente nel corpo dell’atleta tramite un contatto fortuito con il suo fisioterapista, Giacomo Naldi, che aveva utilizzato un farmaco cicatrizzante contenente Clostebol per trattare una ferita al dito. Questo spray, noto come Trofodermin, era stato acquistato dall’ex preparatore atletico di Sinner, Umberto Ferrara, e poi passato a Naldi. Dopo l’incidente, entrambi i membri dello staff sono stati allontanati dalla squadra del tennista.
L’ITIA (International Tennis Integrity Agency), l’organismo indipendente che si occupa di integrità nel tennis, aveva inizialmente assolto Sinner, dichiarando che non vi era stata alcuna intenzione o negligenza da parte dell’atleta. Tuttavia, la WADA ha deciso di contestare questa decisione, portando il caso davanti al TAS e richiedendo una squalifica compresa tra uno e due anni.
Per Sinner, questa situazione rappresenta un momento estremamente delicato della sua carriera. Il giovane tennista ha vissuto un 2024 straordinario, culminato con il trionfo in Coppa Davis insieme alla squadra italiana. Tuttavia, l’ombra del caso Clostebol ha gettato un’ombra sul suo successo. Durante le celebrazioni per la vittoria della Coppa Davis, Sinner ha ammesso: “Un po’ ce l’ho nella testa”, evidenziando quanto sia turbato da questa vicenda.
L’attesa per la sentenza del TAS è snervante. Le decisioni del Tribunale Arbitrale dello Sport sono definitive e difficilmente appellabili, il che significa che il verdetto avrà un impatto diretto e immediato sulla carriera di Sinner. Se il tribunale accoglierà la richiesta della WADA, la squalifica partirebbe dal momento della decisione e potrebbe compromettere l’intera stagione 2025 dell’atleta, inclusa la sua partecipazione agli Australian Open, previsti dal 12 al 26 gennaio.
Il Clostebol è una sostanza vietata dalle normative antidoping per le sue proprietà anabolizzanti. Tuttavia, nel caso di Sinner, le circostanze sembrano indicare una contaminazione accidentale piuttosto che un’assunzione intenzionale. Nonostante ciò, la WADA ha deciso di mantenere una linea dura, sostenendo che l’assoluzione dell’ITIA non sia sufficiente a garantire la piena trasparenza e integrità dello sport.
La difesa di Sinner si basa sulla dimostrazione della sua totale estraneità ai fatti e sulla mancanza di dolo o negligenza. Il tennista ha sempre ribadito la sua innocenza, dichiarando: “Non ho nulla da nascondere”. Tuttavia, il processo davanti al TAS richiede tempo e risorse, e non è ancora chiaro quando si arriverà a una conclusione definitiva.
Nel frattempo, la vicenda ha avuto ripercussioni anche sul team di Sinner. Dopo l’allontanamento di Ferrara e Naldi, il primo è entrato a far parte dello staff di Matteo Berrettini, un altro importante nome del tennis italiano. Questo cambiamento ha segnato una svolta nella gestione della carriera di Sinner, che ora si trova a dover affrontare questa sfida senza il supporto dei due ex collaboratori.
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