Omicidio del sindaco Vassallo: dopo 14 anni 4 arresti, coinvolto anche un colonnello dei carabinieri



Dopo anni di indagini, sono stati arrestati quattro sospettati per l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, assassinato nel 2010. Tra i fermati anche un colonnello dei carabinieri.



A 14 anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica, si assiste finalmente a una svolta significativa nelle indagini. Questa mattina, giovedì 7 novembre, i carabinieri del ROS (Raggruppamento Operativo Speciale) di Roma, sotto la guida della Procura di Salerno, hanno eseguito quattro arresti, portando alla luce nuovi dettagli su una vicenda che ha profondamente scosso il Cilento.

Gli arrestati sono Giuseppe Cipriano, Romolo Ridosso, Fabio Cagnazzo e Lazzaro Cioffi, accusati di omicidio volontario in concorso. La Procura di Salerno, diretta da Giuseppe Borrelli, ha coordinato l’operazione, nella speranza di fare luce su un delitto che ha lasciato un vuoto nella comunità cilentana.

Tra gli arrestati un colonnello dei carabinieri e un ex brigadiere

Degno di nota è il coinvolgimento di Fabio Cagnazzo, colonnello dei carabinieri, e di Lazzaro Cioffi, ex brigadiere già condannato per reati di droga. Gli altri due arrestati, Cipriano e Ridosso, sono figure ben conosciute nella zona: Cipriano, soprannominato “Peppe Odeon”, è titolare di una sala cinematografica a Scafati, mentre Romolo Ridosso è ritenuto affiliato all’omonimo clan, attivo nello stesso comune salernitano. Ridosso, ora collaboratore di giustizia, avrebbe fornito informazioni decisive per il raggiungimento degli arresti odierni.

Chi era Angelo Vassallo, il sindaco pescatore

Angelo Vassallo, eletto sindaco di Pollica per ben quattro mandati, era una figura apprezzata nel Cilento, noto per il suo impegno per l’ambiente e la legalità. Esponente del Partito Democratico, Vassallo aveva assunto ruoli di rilievo anche a livello provinciale, come presidente della Comunità del Parco del Cilento e Vallo di Diano e della Comunità Montana Alento Monte Stella.

Conosciuto come il “sindaco pescatore”, Vassallo era un ambientalista convinto e amava la sua terra, tanto da emanare ordinanze severe per la tutela del territorio, come quella contro l’abbandono di mozziconi di sigaretta. Proprio nel 2010, inoltre, si era impegnato a promuovere l’inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni dell’Umanità, proposta che venne accolta dall’Unesco.

Il delitto e la lunga attesa della verità

La sera del 5 settembre 2010, Vassallo venne ucciso mentre tornava a casa ad Acciaroli: un commando lo colpì con nove proiettili all’interno della sua auto, lasciando sgomenta la comunità locale. Sin dall’inizio, gli investigatori hanno ipotizzato che il sindaco fosse stato ucciso per le sue ferme prese di posizione contro attività illegali nella zona, probabilmente legate al traffico di droga che interessava il territorio turistico di Pollica.

Per anni, le indagini sono proseguite senza un esito concreto, lasciando la famiglia e la comunità in attesa di giustizia. Il fratello della vittima, Dario Vassallo, ha sempre sostenuto la necessità di fare luce su quanto accaduto e non ha mai smesso di chiedere un’indagine approfondita per portare a galla verità e responsabilità.

La richiesta di ispezione al Comune di Pollica

Oggi, alla notizia degli arresti, Dario Vassallo, a nome della Fondazione “Angelo Vassallo Sindaco Pescatore”, ha espresso la sua soddisfazione sui social, ricordando i lunghi anni trascorsi dall’omicidio: “14 anni, 2 mesi, 2 giorni”, ha scritto, chiedendo anche un’ispezione al Comune di Pollica. “Vogliamo che lo Stato faccia chiarezza non solo sull’omicidio, ma anche sulle gestioni amministrative che hanno segnato profondamente il nostro comune e l’intero Cilento”. La Fondazione, di cui Dario è presidente insieme a Massimo Vassallo, ha sempre seguito con determinazione la pista investigativa legata alla criminalità organizzata e ai suoi legami con le istituzioni.

Dario Vassallo ha poi rivolto un ringraziamento alla Procura di Salerno per aver creduto in questa direzione d’indagine, esprimendo la speranza che questo sia solo l’inizio di una strada che porti alla completa verità. “La nostra determinazione è stata ripagata dall’incontro con il procuratore Borrelli, che ha creduto nel nostro impegno”, ha dichiarato.

Reazioni istituzionali e politiche

La notizia degli arresti ha suscitato reazioni anche da parte delle autorità locali e delle figure politiche. L’attuale sindaco di Pollica, Stefano Pisani, ha manifestato la sua soddisfazione per il lavoro della Procura, esprimendo la speranza di vedere finalmente risposte ai tanti quesiti rimasti aperti. “Siamo molto felici del lavoro di approfondimento che la Procura ha portato avanti, soprattutto nell’ultimo periodo. Finalmente avremo modo di rispondere a interrogativi che sono rimasti senza risposta per troppo tempo”, ha commentato Pisani.

Anche Sandro Ruotolo, giornalista e europarlamentare del Partito Democratico, ha salutato con favore l’evoluzione delle indagini, lodando il coraggio e la determinazione della famiglia Vassallo. “Finalmente c’è un giudice a Salerno”, ha dichiarato Ruotolo, sottolineando come il lavoro investigativo abbia dato i primi risultati concreti dopo anni di silenzi e ostacoli.

Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha commentato il caso con parole di apprezzamento per chi ha continuato a tenere alta l’attenzione sul delitto, evidenziando l’impegno del M5S nella Commissione parlamentare Antimafia. “Gli arresti di oggi sono una svolta importante e ci danno rinnovata fiducia. La famiglia Vassallo non è mai stata lasciata sola nella ricerca della verità”, ha scritto Conte, ricordando il supporto offerto anche da giornalisti come Vincenzo Iurillo e Giulio Golia, che si sono impegnati affinché il caso non fosse dimenticato.

Una nuova fase per il caso Vassallo

Questi arresti rappresentano un’importante tappa nella lunga e difficile ricerca della verità sull’omicidio di Angelo Vassallo. Con il supporto della comunità e delle istituzioni, la famiglia Vassallo spera che la giustizia possa fare finalmente il suo corso, ponendo fine a un caso che ha lasciato ferite profonde in un territorio che Angelo Vassallo ha sempre amato e difeso.



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