Parla il fratello del vigile investito sulla Tiburtina: “Diceva ‘sto morendo, non sento più le gambe’”



Un ragazzo sempre impegnato, che ha dato il massimo per aiutare gli altri. Si è diplomato cuoco, ha studiato per diventare istruttore di scuola guida e ha partecipato al concorso per la Polizia Locale, arrivando con buoni voti. Per lui contavano solo studio e lavoro fino a raggiungere i suoi obiettivi.



Lo hanno distrutto, un alcolizzato che non lo ha notato. Lui era sempre devoto al dovere e non sopportava queste persone; è stato proprio da loro che è stato rovinato. A parlare è Maurizio Virgili, il padre di Daniele, il giovane vigile urbano investito ieri sera su via Tiburtina da un’auto a tutta velocità. Alla guida c’era un carabiniere fuori servizio con un tasso alcolemico di 1.9 per litro nel sangue, ben oltre il limite consentito per chi guida.

Fuori dall’ospedale San Camillo di Roma, dove il ragazzo è ricoverato in condizioni gravi, c’era molta gente, dalla famiglia al corpo di Polizia Locale e alle istituzioni. Tra loro c’era anche il fratello, che ha dato coraggio a Daniele fino all’arrivo dell’ambulanza: i due sono stati al telefono fino ai soccorsi. Riccardo, il fratello di Daniele, ha tentato di tenerlo sveglio mentre i soccorsi arrivavano sul posto.

Stava mettendo in sicurezza la zona con i colleghi quando l’auto è arrivata da dietro senza frenare, colpendogli le gambe – racconta il ragazzo. Subito dopo mi ha chiamato e mi ha chiesto di andare sul posto, dicendomi che stava morendo. Mi ha detto ‘ti voglio bene, sei stato un ottimo fratello, ma sto morendo. Non vedo più, non ho più le gambe’. Sono arrivato sulla Tiburtina e gli ho parlato al telefono per non farlo addormentare, promettendogli che ci saremmo rivisti, anche se lui credeva di no.

Anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è andato in ospedale, insieme al comandante di Polizia Locale Mario De Sclavis. Sono stati tutti molto umani – continua Riccardo. Non conoscevo il corpo di Polizia di Roma Capitale, sono stati fantastici, una grande famiglia. Ho chiesto che venga fatta chiarezza e che questa persona paghi. La scena di mio fratello in quello stato, con quella persona ubriaca accanto che rideva, non me la scorderò mai. Era euforica, come se non si rendesse conto di quello che stava succedendo. Voglio giustizia, Daniele ha studiato tanto per i suoi obiettivi, e ora tutti i suoi sogni sono distrutti.



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