Un messaggio vocale avrebbe avvisato il 17enne di non tornare a casa subito dopo l’omicidio di Santo Romano. L’indagine si concentra su una rete di complicità.
L’audio d’avvertimento e le indagini in corso
La morte di Santo Romano, il giovane calciatore di 19 anni ucciso nella notte tra l’1 e il 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, è al centro di un’indagine serrata. Un audio, diffuso tramite chat istantanea, avrebbe avvertito il presunto assassino 17enne di evitare la propria abitazione, poiché i carabinieri lo stavano cercando. Questo messaggio rappresenta uno degli elementi chiave su cui stanno lavorando gli investigatori per ricostruire quanto accaduto e verificare possibili complicità nella fuga del minorenne.
L’omicidio, che sembrerebbe essere scaturito da una lite per futili motivi – uno scontro accidentale che ha sporcato una scarpa – si è verificato in piazza Raffaele Capasso, vicino al municipio di San Sebastiano al Vesuvio. La notizia dell’audio è stata riportata dal quotidiano Il Mattino, il quale ha sottolineato che le autorità stanno analizzando i contenuti dei messaggi per individuare eventuali complici. Nelle prossime ore, infatti, durante l’udienza di convalida del fermo, si potrebbe far luce su questi aspetti.
La fuga del 17enne: un percorso tra Chiaia e Barra
La notte dell’omicidio, il giovane non è tornato immediatamente a casa. Secondo le ricostruzioni delle forze dell’ordine, si sarebbe spostato prima nei locali di Chiaia, dove potrebbe aver incontrato alcune persone, e successivamente in un appartamento a Barra lungo Corso Sirena, vicino alla sua abitazione. È in questo luogo che è stato localizzato e arrestato il 2 novembre. Il ragazzo, difeso dall’avvocato Luca Raviele, sarà sentito oggi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minori, dove dovrà chiarire anche la provenienza della pistola utilizzata nell’omicidio. Il 17enne avrebbe affermato di aver acquistato l’arma da un gruppo di nomadi a Scampia per una somma di 500 euro.
Le dichiarazioni del 17enne e la sua versione dei fatti
Sottoposto a fermo dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco, il 17enne è accusato non solo dell’omicidio di Santo Romano, ma anche del tentato omicidio di un amico della vittima, ferito durante la sparatoria. Interrogato dai pubblici ministeri, il giovane ha ammesso di aver sparato, ma ha dichiarato di averlo fatto per difendersi. Secondo la sua versione, sarebbe stato vittima di un’aggressione da parte di un gruppo di ragazzi presenti in piazza quella sera, e la lite sarebbe degenerata per una questione banale.
Questa versione è però contraddetta sia dal racconto del ragazzo ferito che dalle testimonianze di altre persone presenti. Inoltre, durante l’udienza, potrebbe influire sulla decisione del giudice la condizione psichiatrica del 17enne: come affermato dal suo avvocato, già nel 2022 una perizia lo aveva valutato capace di intendere e di volere solo parzialmente, rendendolo dunque non imputabile secondo le norme vigenti.
La città in lutto e le indagini parallele
Oggi è previsto anche l’esame autoptico sulla salma di Santo Romano; il corpo sarà poi restituito alla famiglia per i funerali, attorno ai quali si stanno organizzando manifestazioni di solidarietà. La morte di Santo, portiere della squadra Micri di Volla che milita nel campionato di Eccellenza Campania, ha scosso profondamente l’intera comunità napoletana. Le amministrazioni comunali di San Sebastiano e Casoria hanno già dichiarato la loro intenzione di costituirsi parte civile nel procedimento.
Indagini su un presunto complice maggiorenne
Nel corso delle indagini, è emerso il coinvolgimento di un 18enne di Barra, presunto complice del 17enne. Secondo Il Mattino, il giovane era a bordo della Smart con targa tedesca, insieme al 17enne, e avrebbe partecipato alla fuga. I movimenti dell’auto sono stati registrati dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, riprendendo il percorso dalla piazza fino a Chiaia. La Procura ha aperto un fascicolo anche sui contenuti pubblicati sui social media dagli amici del 17enne, che sembrano incitare all’uso delle armi e lo definiscono “un leone”.
La convalida del fermo e le questioni legali
In giornata, il giudice per le indagini preliminari deciderà se convalidare il fermo del 17enne. L’accusa, avanzata dalla Procura minorile di Napoli, è quella di omicidio e tentato omicidio. Durante l’udienza, il legale del ragazzo potrebbe sollevare la questione della perizia psichiatrica del 2022, che riconosceva al giovane una parziale capacità di intendere e di volere. Questa condizione potrebbe influire sull’imputabilità del ragazzo e, di conseguenza, sul percorso processuale che dovrà affrontare.
Omicidio di Santo Romano: la reazione della comunità
L’omicidio ha suscitato grande indignazione e dolore a Napoli e nelle aree limitrofe, in particolare nella comunità sportiva locale. Molti si sono riuniti per esprimere il proprio cordoglio e solidarietà alla famiglia di Santo, ricordato come un giovane dedito allo sport e alla sua squadra. In città si preparano iniziative pubbliche per onorare la memoria del ragazzo, che verrà ricordato durante i funerali.
I Comuni di San Sebastiano e Casoria hanno manifestato il loro sostegno alla famiglia della vittima e la volontà di combattere insieme contro la violenza giovanile, tema particolarmente sentito in un contesto in cui episodi di criminalità giovanile sembrano purtroppo in aumento.
La questione della violenza giovanile e il ruolo dei social media
Le indagini sull’omicidio di Santo Romano hanno portato alla luce anche il ruolo dei social media, utilizzati da amici e conoscenti del presunto killer per diffondere messaggi di incitamento all’uso delle armi. Questo fenomeno preoccupa le autorità locali, poiché evidenzia un clima di esaltazione della violenza e della criminalità tra i giovani. Molti degli amici del 17enne hanno espresso sostegno al ragazzo con post che inneggiano alla sua azione, utilizzando espressioni come “un leone”, un linguaggio che promuove l’aggressività.
Le forze dell’ordine stanno monitorando attentamente questi contenuti, poiché rappresentano un ulteriore segnale di come la violenza venga celebrata e giustificata in certi ambienti giovanili, aggravando il problema della devianza minorile.
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