Le recenti affermazioni di Miguel Bosè riguardo alle devastanti alluvioni che hanno colpito la Spagna orientale, causando oltre 150 vittime, stanno suscitando accese polemiche. Il famoso cantante ha messo in dubbio l’esistenza del cambiamento climatico, attribuendo la responsabilità della catastrofe a “governi criminali” e a teorie sul controllo climatico.
Le alluvioni che hanno devastato città come Valencia, Cuenca e Albacete hanno messo in ginocchio molte comunità, portando alla luce la fragilità delle infrastrutture e la necessità di un intervento governativo efficace. Tuttavia, Bosè, in un post su Instagram, ha espresso il suo profondo dolore per la situazione, negando con fermezza la connessione con il cambiamento climatico. Secondo il suo punto di vista, queste calamità sarebbero il risultato di pratiche nefaste sostenute da governi e istituzioni.
Il messaggio controverso di Miguel Bosè sulle alluvioni in Spagna
In un lungo messaggio sui social media, Bosè ha affermato: “Sono devastato per la catastrofe avvenuta a Valencia, Cuenca e Albacete”. Continuando con toni accesi, ha denunciato la perdita di vite umane come conseguenza diretta di “pratiche criminali” e della “pratica incontrollata di ingegneria climatica”, citando anche le scie chimiche e programmi di ricerca come HAARP come cause di morte e sofferenza. “Tutto questo è stato provocato volontariamente da una banda di malvagi criminali“, ha aggiunto, creando sconcerto e indignazione tra i lettori.
Questa narrativa complottista non è nuova per il cantante, noto per vari commenti controversi e opinioni discutibili riguardo a questioni sanitarie e ambientali. Bosè ha sempre mantenuto una posizione di negazionismo, che lo ha portato a essere espulso da piattaforme social precedentemente per le sue affermazioni discutibili. La sua retorica sembra riflettere una partigianeria contro le politiche ambientali che considera oppressive.
Le tesi negazioniste di Bosè sul cambiamento climatico
Proseguendo nel suo intervento, Bosè ha affermato che il cambiamento climatico è un’invenzione “criminale”, necessaria per distrarre l’opinione pubblica dai reali problemi globali. Secondo il suo ragionamento, questa narrativa sarebbe stata utilizzata per generare profitti per un’élite economica a scapito dell’umanità: “Si impegnano a venderci qualcosa che non esiste e che loro stessi hanno provocato per arricchirsi ancora una volta”, ha dichiarato, evocando paralleli tra la gestione della pandemia e quella delle crisi ambientali. Bosè ha esortato il pubblico a ribellarsi contro un’aggenda globalista, descrivendo le politiche di sostenibilità come un attacco verso famiglie e comunità che hanno costruito il loro futuro con duro lavoro.
Le sue opinioni, caratterizzate da un forte senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni e della scienza, hanno incontrato aspre critiche. Diversi esperti e attivisti hanno sottolineato l’importanza di affrontare seriamente il cambiamento climatico, evidenziando come le sue affermazioni possano offuscare un tema che già di per sé è fonte di divisione e polemiche. Bosè, da parte sua, sembra non avere intenzione di ritrattare, continuando a diffondere le sue tesi anche di fronte a un’opinione pubblica sempre più scettica.
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